venerdì, dicembre 30, 2011

finire e fiorire

Scrivo nel penultimo giorno di questo 2011. L'11 è un numero che mi accompagna, e che ho capito dove voleva guidarmi. Oggi ho chiuso la mia erboristeria, definitivamente. Davanti a me, la vertigine della libertà, la paura di non farcela, e una malinconia, una tristezza rotonda per qualcosa che è finito. Finito eprchè non poteva più andare, perchè nonostante l'amore che ci abbiamo messo, quando una cosa non va, non va. Non si può far andare per forza. Nonostante l'impegno, il tempo, i soldi investiti. E attraversando la delusione, la demotivazione, i contrasti. Zenzero chiude. E con la fine di questo anno, momento di bilanci, anche se per me la fine dell'anno è segnata dalla data del 31 Ottobre, rifletto su quello che è stato.

In questo anno ho chiuso molte cose. Con dolore, a volte. Ma con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, la cosa onesta, la cosa pura.Con il desiderio che chi ho ferito, in maniera purtroppo obbligata e obbligatoria, possa essere felice. Che nonostante le cose cambino, non si finisce mai di volere bene.

Ho trovato la mia metà. Riccoli neri che si intrecciano alle mie dita, la sera prima di dormire. Occhi di braci. Il mio amore. Di cui nemmeno riesco a parlare perchè in fondo quando si ama così, non c'è molto da dire. E' tutto un sentire, fare, ascoltare, chiacchierare la mattina presto prima di colazione e la sera ascoltare le storie che mi leggi. Di più non riesco a dire, che gli amori che nascono sono teneri e delicati come un germoglio, e allo stesso tempo fortissimi e ricolmi di vita.


Ho realizzato questi fiori di carta seguendo questo tutorial: bellissimi e leggeri, poetici e di riciclo!

Da Gennaio mi dedicherò completamente alla produzione di sapone e candele, terrò corsi e laboratori con la mia Associazione Culturale e con chi vorrà. Piano piano le idee prendono vita, forma, colore. Come fiori in primavera.

Come Dorothy e la sua Oz, seguo il mio sentiero di mattoni gialli. A volte ho paura, ma so che mi porterà a casa.

Che possa essere un anno scintillante!

martedì, dicembre 27, 2011

Trovando la Dea

Che vivevo in un posto magico, l'ho sempre saputo. Sin da piccola la magia celata nei luoghi che abito mi ha spinto sempre a tornare qua: anche quando vivevo a Bologna, avevo sempre bisogno di tornare qua, nei miei boschi, per una sorta di incanto indelebile negli anni.

Piano piano scopro, adesso, che questa terra è ed è stata permeata dalla magia: cavalieri templari, donne fatate, e la Dea, che protegge e unisce tutti i racconti che si fanno sulla montagna pistoiese.

Scopro che Piteglio, paese arroccato sui monti a pochi chilometri da casa mia, deriva il suo nome dal greco epì-thele, epitelio, la delicata pelle che ricopre il capezzolo. Scopro che era fulgida la ritualità legata alla Dea Madre, da queste parti. Scopro che a Piteglio, nella chiesetta del paese, è conservata una reliquia risalente al medioevo: un'ampolla del latte della Vergine. E che la tradizione popolare parla di una polla galattofora sotto l'odierno campanile, e di un culto delle acque vivissimo, poi cristianizzato nel culto della reliquia del Latte della Madonna.


Foto presa dal web

Mi perdo con il Re delle Fate tra le piccole stradine del paese: tira vento, fa freddo, ma c'è una vista stupenda: da quassù si vedono tutti i monti vicini, su alcuni c'è la neve! e la luce è rosa, il sole fa arrossire le montagne inondandole di luce.

Purtroppo non possiamo entrare con calma nella chiesa di Piteglio, perchè c'è la Messa: avrei voluto vedere da vicino l'ampolla che conserva quel tesoro, così legato al culto della Dea Madre. Però raccolgo le ghiande della quercia che cresce sotto il campanile. Ne farò decorazioni, e le metterò sull'altare.




Scopro che a Piteglio, Popiglio, Casoli (tutti posti vicini a dove viviamo) ci sono enormi sassi scritti, con incisioni in runico, spirali, alberi della vita.. Ritrovo tradizioni popolari a Piteglio, come quella del bagno di rugiada la mattina del 24 Giugno, giorno in cui le donne andavano nei pratoni della Pieve Vecchia, con le gonne alzate, per essere toccate dall'acqua del mattino di San Giovanni, diventando belle e fertili.

Seguiamo poi una stradina che non avevo mai fatto, che ad una curva ci porta ad un tabernacolo naturale. Ci sono due statuine, una Madonna e un piccolo angelo, messi a protezione di un piccolo laghetto, con una cascatella. Lì c'è una tomba, dedicata ad una coppia. Chi erano? Non lo sappiamo. Ma quel piccolo angolo di montagna è sacro, si sente.

Voglio andare a ricercare la Dea vicina a me: era qui, nei paesini che circondano Casa Edera. Ecco svelato l'incanto, il legame tra la Madre e una della sue figlie, invincibile, inattaccabile, ineluttabile.

Anche il cielo ci ha regalato un tramonto fantastico, technicolor invernale, terso e pulito.

Peccato non avevo la macchina fotografica, abbiamo scattato le foto al tramonto solo una volta tornati a casa.


 Foto scattata dal Re delle Fate, i colori erano davvero così!

lunedì, dicembre 19, 2011

yule (e consider-Azioni)

foto scattata a Bagnolo durante un mercatino


Siamo vicini a Yule, il solstizio di Inverno. Il momento più buio dell'anno, e allo stesso tempo la celebrazione della Luce che nasce, della speranza. Della tenacia, direi, dell'essere sempre-verdi. Nonostamte le difficoltà, i pensieri scuri, i periodi premestruali. Nonostante le paure, l'abbandono, le voragini che ognuno di noi ha in sè. C'è il Sole a ricordarci che il potere è intorno e in noi. Basta chiudere gli occhi, fidarsi. Sentire i raggi del sole che anche in Inverno ci riscaldano. Il freddo è arrivato tutto insieme, come se con la sua rigidità volesse recuperare i giorni di ritardo. Non possiamo farl altro che accoglierlo, riflettere, scaldarsi, entrare dentro noi stessi e trovare il calore invincibile.
Il nostro altare per Yule

 Alberello di Yule, realizzato con frasche di abete trovato già tagliato nel bosco.



Gufetto che il Re delle Fate ha donato al nostro altare. Il gufo bianco è il mio animale guida, l'animale che mi protegge, mi consiglia.

Con l'arrivo del freddo, la stufa a legna deve lavorare di più. E a volte questa cosa è davvero noiosa: la stufa, se sta spenta tutto il giorno perchè in casa non c'è nessuno, fa fumo, non si accende, non scalda. Ecco perchè il Fuoco era sacro, diceva giustamente ieri sera il Re delle Fate. E' vero. E' difficile accendere la stufa, a volte. Vorresti avere un pulsante, click, e accenderla automaticamente. 
Come si fa con il riscaldamento.
Badate bene, io non sono una fissata con la scomodità:piacciono anche a me i comfort della vita moderna. Ma ho scelto di fare a meno di qualcosa, per risparmiare, inquinare meno, sfruttare le risorse del luogo dove vivo.

Quindi, che cosa accade quando bisogna fare una cosa?
Si deve, obbligatoriamente, usare il cervello. 

Non basta premere un pulsante: bisogna pensare a come poter fare per ottenere quello che si vuole con il massimo comfort. 
Portare la legna in casa, farla asciugare. Raccogliere piccole pigne e rametti secchi, per accendere il fuoco velocemente. Coccolare la fiamma, cantarle una canzone. Imparare anche attraverso internet piccoli trucchi di accensione. Portare dal giardino alla legnaia i legni rimasti fuori (e intanto fare attività fisica, un-due, altro che palestra, qua si fa palestra sotto ai castagni!) e metterli a posto, imparare l'arte del se metto bene avrò più spazio.

Godersi la soddisfazione del fuoco acceso, da noi! davvero! ce l'abbiamo fatta! e della casa riscaldata.

E quindi utilizzare il pensiero e trasformarlo in azione, cosa che siamo disabituati a fare. Tutti pensiamo molto, astraiamo, ma non applichiamo alla realtà quello che pensiamo, o comunque lo facciamo in minima parte.

Possiamo accendere un pulsante, avere la casa riscaldata e passare la serata sul divano a guardare la tv.
Oppure, imparare ad accendere un fuoco!

Vi auguro che il vostro Fuoco sia sempre, sempre acceso.
Felice Yule!


Foto scattata a Bagnolo

lunedì, dicembre 12, 2011

Lucchio

Il Re delle Fate conosce luoghi fatati. E' ovvio. E approfittando di un giorno casualmente libero per entrambi, mi ha portata in questo paesino meraviglioso e magico, a pochi chilometri da Casa Edera. Lucchio è un paese potentissimo. Si percepsice l'energia sin da quando lo vedi spuntare, per poco, sulle colline di Lucca. Era stato costruito, altissimo ed abbarbicato sulla montagna, nel Medioevo, per controllare gli accessi e i possibili attacchi dalle vicine vallate. Sembra fuso con la montagna, un gioco di prestigio, un'illusione ottica. C'è o non c'è?

(le foto sono prese dal web, mi sono scordata di portare con me la macchina fotografica)



Ci inerpichiamo su per una stradina tutta curve, in mezzo al bosco. Questo è proprio un bosco fatato, ed è vero. Mentre saliamo, il paese scompare dalla nostra vista. Se ne sta nascosto, e infatti provenendo
dalla strada che viene da Lucca non si riesce a vedere. E' così in alto che si confonde con il cielo e con la roccia stessa, di cui fa parte in un eterno matrimonio. Parcheggiamo la macchina all'entrata del paese, dentro si va solo a piedi. Per restaurare le case, qui, si utilizzano le carriole e gli asini, come per portare la legna, e chissà come fanno a portare la spesa a casa!

Un detto riporta che A Lucchio le massaie mettono un sacchetto al culo delle galline, perchè è talmente ripido che altrimenti le uova rotolerebbero a valle :)

Il paese è quasi deserto. In inverno credo ci abitino poche persone...ma così è ancora più bello. Camminiamo per le stradine, e le case sembrano incastrate una sull'altra, creano geometrie fantastiche, come i giardini e i piccoli orti che si vedono a strapiombo, dietro ai cancellini.

Prima di arrivare, abbiamo visto il piccolo cimitero, anch'esso addormentato su di un piccolo versante della montagna, come uno scialle colorato sulle spalle di una vecchia signora.



Una piccola porticina celeste. Un gatto che aspetta di entrare in una casa. Ghirlande semplici, fatte con i rami di abete. Parietaria che cresce tenace tra le pietre dei muri, e Nepetella profumatissima, con i fiori viola, ci accompagnano lungo il sentiero.

Sarebbe bellissimo comprare una casa qua, poi ristrutturarla, ci pensi che meraviglia? Poi incappo in un orto pulitissimo, tutto fatto a piccoli terrazzi, e anche loro hanno cavoli, radicchi, cavolo nero...ma hanno messo anche le cipolle, o saranno porri? Io non li metto mai, me li dimentico.

Arriviamo quasi fino alla Rocca. Domina tutta la vallata, da lassù c'è una vista spettacolare. Mi accoccolo su di uno scalino di pietra, è molto ripido, mi sento un pò Heidi, un pò una fata pagana. L'energia si percepisce, siamo tutt'uno con il cielo. E' così sacro questo posto, sembra di essere uccelli. Ho paura ad arrivare fino in cima. A questa Rocca fusa con il monte, ormai distrutta, ma che un tempo doveva essere inespugnabile.

Le fondamenta delle case del paese appoggiano sulla roccia viva della montagna. In una fusione perfetta, che ha retto a terremoti, inondazioni e calamità varie, per tutti questi anni.

Da quassù si vedono " in basso un ampio scorcio della valle del torrente Lima, sulla sinistra i monti della Penna di Lucchio e del Memoriante, di fronte il monte Balzo Nero e la catena dei monti appeninici vicini, i paesi di Vico Pancellorum ,  Limano, sulla destra i paesi di San Marcello Pistoiese e Gavinana."




 La sera, tornati a casa, faccio qualche ricerca su questo magico paesino. Ho trovato questo video, che vi lascio se volete guardarvelo :)

E ho scoperto anche che fatto una Festa Medievale in Agosto: mi piacerebbe tanto partecipare con la mia bancarella, chissà...!



sabato, dicembre 10, 2011

Buy local!

Questi sono giorni di mercatini. Ci si avvicina a Yule, al Natale, e con la mia  bancarella faccio (anzi, facciamo, perchè il Re delle Fate mi accompagna in queste piccole avventure) mercatini qua e là, nei dintorni.
Fare mercatini è un'esperienza davvero sui generis. Si diventa amici degli altri bancarellari, come per una legge non scritta: invece della competizione, molto spesso si trova sinergia e aiuto.
Lavorare in un negozio è molto diverso: sei, la maggior parte del tempo, da sola,  e anche se sei al calduccio ti annoi, non parli con nessuno, stai lì un pò come in una serra.

Al mercatino invece d'inverno fa freddo, e d'estate fa caldo: però c'è sempre qualcosa da fare, qualcuno con cui chiacchierare, da rimettere a posto il banco, iniziare un lavoretto all'uncinetto, chiacchierare con una vecchina che passa, andare a fare un giretto e perdersi nelle meraviglie realizzate dagli altri artigiani.

A me piace fare questo tipo di mercatino, il mercatino Artistico-Artigianale:è l'ambiente ideale per le mie creazioni. Poi faccio i mercatini biologici, quelli che si chiamano sciccosamente Farmer's Market: e lì integriamo la spesa che facciamo al Gruppo d'Acquisto, prendendo il caffè, la cioccolata, la frutta secca, i biscotti vegan...

Io ormai vado al supermercato solo se sono obbligata: mi mette ansia, girare con il carrello più grande di me almeno tre volte,  per corridoi stracolmi di generi alimentari per lo più identici: la fila dedicata allo yogurt, per esempio, è impressionante: ma quanti ce ne sono?

Noi acquistiamo una volta alla settimana una cassetta di verdure miste grazie al nostro Gruppo di Acquisto, e una volta ogni tre mesi pasta, legumi secchi e marmellate. Il supermercato mi serve solo per la carta igienica ;)

Non è difficile, basta solo abituarsi: anche nella vostra città ci sarà sicuramente un GAS al quale fare riferimento, e magari potete iniziare ad acquistare qualcosa, tanto per vedere come vi trovate...

Giovedì eravamo a fare un mercatino, piccolino, lungo la strada provinciale del paese. Di fronte al nostro banco, una vista mozzafiato delle colline di Vinci, le dolci colline toscane. E nonostante il freddino, la musichetta commerciale del clown che faceva animazione per i bambini, le cornamuse un pò stonate...il Re delle Fate dice sono queste le cose che appagano, pensa che bello sarà al tramonto, ed è stato davvero bellissimo, il Sole si è inzuppato nelle nuvole color indaco come un biscotto nel caffellatte del mattino, con un suono dolce e morbido.

Allo smontaggio, la macchina non ripartiva più: batteria scarica. Abbiamo allertato tutto il paesino, i ragazzi del bar ristorante hanno spinto la macchina giù per una discesa, poi un signore gentilissimo è andato a casa a prendere i cavi, e addirittura ci hanno trovato una batteria funzionante per ricaricare la mia.

E' così ai mercatini, non sei mai da sola :)

lunedì, dicembre 05, 2011

Centaurea e gomitoli



Qualche settimana fa avevo raccolto questo fiorellino viola, un fiore molto comune dalle mie parti, così comune che spesso passa inosservato. Eppure è così bello, con le pozzanghere di violetto che crea ai bordi delle strade! Ero convinta che fosse un Cardo. Per le brattee spinose, per il colore violetto...pensavo proprio che fosse della famiglia dei Cardi. E invece, ricercando la sua identità grazie alla Rete, ho scoperto che questo fiore è la Centaurea nigra, o fiordaliso montano.


In effetti, somigliava al fiordaliso. ma io nel fiordaliso ricerco il calssico colore bluette, e non credevo che questa umile e bellissima piantina facesse parte della stessa famiglia!

 La pianta presenta proprietà farmaceutiche: è astringente, purgante e diuretica. Per uso esterno può essere utilizzata per problemi oftalmici (congiuntiviti, ulcere della cornea) e infine per ulcere boccali.

Potete fare infusi dei fiori, e fare sciacqui per la bocca o impacchi sugli occhi irritati. I petali si possono unire nelle insalate, e i fiori essiccati possono essere usati per profumare i pout pourri...io li utilizzerò per decorare le mie candele artigianali!
Non è un caso che io abbia trovato e raccolto questa piantina proprio nel tempo del Sagittario: la piantina si chiama Centaurea proprio perchè il mito dice che Chirone, il saggio centauro, uomo per metà cavallo, la trovoò e la utilizzò per curare le sue ferite: proprio da questa piantina iniziarono gli studi sulle erbe di questo personaggio mitologico, che si dice essere stato grande conoscitore delle piante e delle loro proprietà medicamentose.

Torna tutto, tutto torna.

Il mio week end è stato molto produttivo: non sono riuscita a fare il seitan, ma ho completato il cappello che dovevo fare su commissione, divertendomi molto nel farlo.
Lavorare con l'uncinetto è una passione che porto con me sin da quando sono bambina. Amo lavorare con uncinetto e filati, disegnando spirali, cerchi, curve iperboliche. Colorando i miei pensieri, ordinandoli punto dopo punto.

Da quando sono vegana non utilizzo più lana: purtroppo la lana che troviamo in commercio molto spesso proviene da pecore che vengono allevate solo per la lana e per poi essere mangiate, e vengono sottoposte a tecniche di tosatura dolorosissime, come il mulesing, che prevede quasi uno scalpo della povera bestiolina.

Però uso lana di recupero, di riciclo, e la lana che mi viene regalata. Inoltre, vorrei trovare lane provenienti da luoghi in cui gli animali non sono sfruttati nè allevati per la loro lana...chissà se la troiverò! Intanto, se sapete qualcosa sull'argomento, fatemi sapere.


Io inizio un altro cappello, con il mio uncinetto in legno di faggio, un punto dopo l'altro, come un incanto sotto la luna del Sagittario...




Filati colorati dell'Edera :)

venerdì, dicembre 02, 2011

...avvicinarsi all'Inverno.


Vicino a Casa Edera ci sono un sacco di piccole pigne. Quando portiamo fuori i cani ne raccolgo sempre un pò, insieme a legnetti secchi per la stufa. Adesso ne ho un corbello pieno, voglio usarle per le decorazioni di Yule, oltre che per accendere la stufa a legna.
Venerdì sera, finalmente arriva il fine settimana e con questo la mia pausa dal pc...deliberatamente non accendo il pc durante il fine settimana: stacco e mi disconnetto dal mondo virtuale che, per quanto sia stimolante, è pur sempre...virtuale, e nel fine settimana c'è tanto da fare e da non fare, accoccolata tra le braccia del Re delle Fate, a leggiucchiare, inventare, progettare, Cucinettare (cucinare e uncinettare :))

I progetti per il fine settimana sono
fare il seitan
iniziare il cappello per Caterina
ultimare gli ordini di sapone e candele da spedire lunedì
sifdare il Re delle Fate con la nuova settimana enigmistica
e Domenica mettere la bancarella al mercatino dei GAS

e leggiucchiare questo libro qua, che da oggi è tra le mie mani di LadyDivoraLibri




Con l'arrivo dell'inverno, del Sonno della Madre, del buio, le mie attività fremono all'interno.
In casa, e dentro la mia testolina, dove si accavallano sogni e progetti.
Yule, il solstizio di Inverno.
Che ci ricorda che dove la tenebra è più scura, lì nasce la luce più intensa.

Felice fine settimana!

giovedì, dicembre 01, 2011

Tesori!

Stamattina è stata una mattinata davvero fortunata.
Tornando a casa, stamattina abbastanza presto, vicino ad un cassonetto dell'immondizia ho trovato...
6 finestre, quattro grandi e due più piccole, complete di vetro perfettamente integro.

Un vero tesoro!


Quelle con la persiana attaccata le ho usate per creare delle mini serre nell'orto. Sotto ci sono insalatine, sedani, prezzemolo e bietolina, che avevo coperto con un telo...ma che saranno molto più protette cosi!


Ecco qua sedano e bietoline...

Ho usato la parte di legno che era la persiana per appoggiare la serra. Mi sembra davvero perfetto!

Adesso devo trovare un bel cassetto per fare il semenzaio, ma finalmente ho il vetro da mettere su :)

E poi, a Casa Edera c'è un altro tesoro.
Ieri è sbocciato lo Zafferano!




Il bulbo me lo aveva regalato una cara amica. Io l'ho messo in vaso, non aspettandomi certo che sarebbe fiorito così in fretta! E invece...adesso possiamo raccogliere gli stigmi e utilizzare il nostro Zafferano, sicuramente biologico e anche autoprodotto!!

Stamattina mi sono sentita davvero fortunata nel trovare quelle finestre abbandonate. E' difficile trovare dei vetri, o autocostruirsi una serra...
Erano lì che aspettavano me!