lunedì, marzo 23, 2015

Il corpo sa















Vi siete mai chieste quanto di ciò che esperiamo sia vissuto con il corpo, e quanto con la mente? In questo periodo di rinascita, complice la primavera, il risveglio dei sensi (e anche dei miei sensi), sento profondo il bisogno di ricontattare una parte di me che negli ultimi mesi avevo come perso di vista.
La me Selvatica, a contatto con il mondo, con la Natura. La me Magica, che sa e sente, e non pensa troppo.
Sono stata per molto tempo così, istinivia e ispirata, ma tutte le vicende degli ultimi mesi mi hanno allontanata da questo stato naturale.

Ho bisogno di mettere le mani nella terra. Di passare momenti tra le betulle, a guardare il tramonto rosa. Di tornare a camminare con il mio amore, la mattina presto, nel bosco sotto casa. Il mio corpo ha voglia di muoversi, di ri-sentire come prima. Prima dell'ossessione, prima della perdita.

Ho avuto il mio primo ciclo post-pillola. Mi ha ritardato di dieci giorni, e per qualche ora mi sono illusa di poter essere già incinta.
Ma va bene così: avevo bisogno di ricontattare il mio ciclo, la mia Luna. Ora sono tornata intera, sono nuova.

La medicina migliore è la Natura, sempre. E per natura intendo le piccole cose che si fanno dentro di essa: noi stessi siamo emanazioni della Natura, ma molto spesso ce ne dimentichiamo.

L'unico modo per ricordarselo è non pensare, ed immergersi nel ciclo naturale della vita. A contatto con la Natura. Una passeggiata nel bosco, alla ricerca delle prima Ortiche. Fotografare i crochi violetti. Abbandonarsi, con una tazza di tè, alla visione in technicolor del tramonto di fronte a casa. Cucinare con ingredienti semplici. Fare l'hennè ai capelli, e nel mentre impastare il pane. Osservare gli uccellini che mangiano i semini che, ogni mattina, lasciamo loro. Siamo diventati amici, io e gli uccellini. Non hanno più paura di me e si avvicinano anche quando sono vicina alla mangiatoia, sopra la legnaia.

Ho bisogno, come scrivevo tempo fa, di semplicità e di contatto con la realtà. Di vivere le esperienze attraverso il mio corpo, senza mediare con la mente.
Il corpo sa. Seguire l'istinto, come fanno i lupi, oppure le piante. Sanno quando è il momento giusto di sbocciare, e dove volgersi per essere invase di sole. 
Vorrei riuscire a vivere questo periodo, che per me torna ad essere un periodo anche di desideri, con l'intelligenza del corpo. 

Il corpo mi permette di stare nel presente. Di non vivere nel futuro. Di ascoltarmi, prendere il tempo per me stessa. Di accogliere, di attendere.

Credo sia un momento di decluttering generale: voglio tornare all'essenza, alla mia essenza, a quella che sono. 

Nel vuoto dimora la possibilità. Solo nello spazio aperto dentro di noi può accadere il miracolo, che sia una nuova idea, un nuovo progetto, un bambino, un amore.
Una ricetta, perchè no.

Voglio essere vuota e aperta, come una porta. Essere vuota e piena, significa lasciare che le cose mi oltrepassino, mi passino attraverso. Solo così posso essere di aiuto agli altri, oltre che a me stessa.
Così ascolto le piante, e i problemi di chi si rivolge a me. E così intuisco la pianta giusta per  quella persona. Solo essendo aperta, solo lasciando che il vento e la luce mi attraversino.

questo, magicamente, fa in modo che io sia più centrata, più accogliente, meno rigida.

La magia non è che lasciare che le cose accadano, lasciarle fluire dentro e fuori di noi.

*pianta della settimana: Borragine. La borragine mi insegna che posso lasciarmi toccare, avvicinare, coccolare. Con le sue foglie grandi e morbidissime, pelose, accoglienti, mi dice di lasciarmi andare alla fisicità, al contatto tra pelle e pelle. I suoi fiorellini azzurri, piccoli e caleidoscopici, mi ricordano che la bellezza sta nelle piccole cose. 

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mercoledì, marzo 11, 2015

Like an hurricane










Spesso da noi tira vento. Viviamo sopra un piccolo poggio, e quando tira vento qui tira molto forte. Per questo non mi sono preoccupata più di tanto, qualche sera fa, quando ho sentito il vento alzarsi.
Poi, verso l'una di notte, è andata via la luce. Anche questo è molto frequente quassù, quindi non mi sono persa d'animo e anzi, poichè non amo dormire con il buio completo, ho aperto le persiane di camera nostra, permettendo alla luce della luna di filtrare.

Solo al mattino mi sono resa conto di quello che era successo. Alberi enormi sradicati. Accasciati a terra come soldati dopo una battaglia violenta. Abeti altissimi, spezzati a metà, letteralmente, come matite. Rami ovunque, foglie, tegole. E, scendendo dal Poggio, tetti scoperchiati, macchine rimaste sotto agli alberi. Muri distrutti, cancelli divelti.

Fino alle dodici non potevamo nemmeno uscire dalla nostra stradina, bloccata in due punti da due alberi caduti. Uno, più precisamente, sulla mia macchina. Ho riparato i danni necessari (il finestrino rotto) e ho lasciato il resto da fare. Andando in giro, in questi giorni, vedo molte automobili ammaccate, accartocciate, senza un vetro, con il cofano rotto...tutte danneggiate da questo uragano.

Perchè, alla fine, abbiamo scoperto che era proprio un uragano: come nel Kansas, come nel mondo di Oz, un piccolo uragano è passato anche da noi.
E per fortuna era piccolo! Ha fatto tantissimi danni, non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se fosse stato più violento.

Noi siamo stati per 5 giorni senza elettricità: abbiamo ricoperto la luce tenue delle candele, il silenzio nella notte illuminata solo dalle stelle, il rumore dei generatori dei vicini, unico suono nelle notti buie.
Niente film, niente PC, niente libri se non letti faticosamente alla luce delle candele. Abbiamo passato qualche serata tranquilla, a chiacchierare ed a riposare, e le altre sere siamo usciti, approfittandone per incontrare cari amici.

Una delle mattine dopo l'uragano ho fatto un giretto, e ho scoperto i primi crochi della stagione: impavidi, piccoli e stellari, sono sbocciati tra i rami spezzati, sotto agli alberi divelti, tra le radici all'aria. Con il loro viola, ribelle e mistico, che nasconde un cuore arancio,  messaggero di buonumore e allegria. Come a ricordarci che il misticismo è reale solo se semplice, e solo se contiene anche la risata;  è questo il messaggio del croco, se lo ascoltiamo bene. Ci ricorda che sacro e profano sono sempre colleagti, che sessualità e spiritualità si fondono insieme e danno vita all'amore, che risveglia tutta la Primavera. Non per niente il croco è il primo fiore che sboccia, piccola fiammella premonitrice della primavera che arriva.

E' doloroso vedere molti degli alberi che conoscevo sin da quando ero bambina sradicati, buttati in aria come fuscelli. Allo stesso tempo, però, non possiamo far altro che accettare ciò che è accaduto, e rimettere insieme i pezzi. Come si fa sempre, dopo un uragano, ce sia reale o che sia metaforico, dentro di noi.

Si riparte dalle piccole cose: un fiore, una stesa di Tarocchi con un'amica, il taglio del sapone all'Iperico la mattina presto, quando fuori c'è il sole.

In questi mesi, piano piano, mi sono risollevata grazie a tutte le piccole cose che fanno parte della vita:  sono state proprio queste cose che mi hanno aiutata a mantenere la rotta, senza impazzire.
E passo dopo passo mi sono ripresa: oggi posso dire di stare bene, di aver superato quasi del tutto quei momenti terribili, di perdita, di smarrimento, di disperazione.

La primavera arriva sempre. E porta nuovi progetti, nuove sensazioni. Ho voglia di mettere le piantine nell'orto, e di tirare fuori i miei vestiti leggeri. Di cucirne altri, di andare a scovare nei mercatini dell'usato qualche abito che mi rispecchi per quella che sono: il mio stile, il mio messaggio. Vestirsi, come dice Milla, è un piccolo atto rivoluzionario che compiamo ogni giorno.

Non posso che essere perfettamente d'accordo.

Fanno parte delle belle scoperte di Marzo il programma OmmWriter, che consiglio a tutti di scaricare se amate scrivere. Non vedo l'ora di scrivere le slide per il mio corso di Fitoalimurgia!

Inoltre, mi hanno contattata per rilasciare una piccola intervista, che troverete domani tra le pagine di Starbene. E' sempre bello poter condividere la mia esperienza, e lanciare semini di autoproduzione. Sicuramente porteranno buoni frutti.