giovedì, maggio 31, 2012

Funambolica


Inizio questo post con la segnalazione di un nuovo progetto che mi vede coinvolta e a cui tengo molto: io e la mia carissima Finnicella Blu  abbiamo dato vita ad un luogo virtuale epr tutte le amanti dell'uncinetto come noi.
La nostra pagina si chiama Le Due Funambole, e ci trovate su Facebook cliccando qui.

Qui troverete spunti, modelli, pattern e anche le nostre creazioni in vendita. Purtroppo non viviamo vicine, ma ci sono fili colorati che ci uniscono, e noi con i nostri uncinetti crochettiamo con amore e accorciamo le distanze :)

Vi scrivo in un classico pomeriggio-quasi-sera da Casa Edera: sui fornelli bollono tre pentole, una con barbabietole rosse, una con le patate e una con le zucchine. Ho appena sfornato il pane, anche stavolta è venuto super lievitato! La nostra pasta madre si rinforza ogni volta di più.

Stasera metterò a mollo soia, per fare il latte domattina, e ceci, per i falafel.

Adesso, che è quasi il crepuscolo e fuori l'aria è azzurrina quasi indaco, andrò nell'orto, a raccogliere la rucola e a parlare alle piante di zucchine: sono ancora piccoline, c'è stato tanto freddo quassù e ancora l'estate tarda ad arrivare. A volte ho paura che non cresceranno: ma so che potrebbero stupirmi da un momento all'altro, regalandomi una crescita improvvisa e fiori e frutti in men che non si dica.

Ieri mattina, mentre ripulivo il giardino dalle erbacce, ho avuto un incontro speciale.

C'era questo piccolo Rospetto, sotto al porta ombrellone. Piccino, grande quanto il palmo della mia mano.
Ci siamo guardati, lui forse ha avuto paura ma si è fidato di me. ha fatto un piccolo saltino sopra la cassetta che gli ho mostrato, e così l'ho messo al sicuro tra le ortensie, senza che i cani lo potessero vedere.



Figlio della Terra, figlio di Gea, ci siamo parlati senza dire una parola, perchè anche se di specie diverse siamo comunque figli Naturali di questo pianeta.

Ci siamo detti e capiti molto meglio di quanto mi accade, a volte, con i miei simili.

In questi giorni, in preparazione alla Sagra del Seitan dove sarò con la mia bancarella, ho lavorato al mosrtaio erbe e resine per comporre incensi profumati. E' davvero un bellissimo lavoro, meditativo e magico...


Lo trovate in vendita sul mio negozio on line, come al solito :)


Questo Maggio così carico di fiori di campo, di sole timido, di farfalle che accapano adesso fuori dalle nuvole, e che già finisce, e ogni volta che finisce mi fa pensare a chi non è più qui accanto a me, che oggi era il suo compleanno: mia mamma, che tanto amava i fiori e le Rose.
Questo incenso porta un pò il suo profumo.

I grilli iniziano a cantare la sera, le stelle a volte sembra brillino un pò di più.

mercoledì, maggio 16, 2012

Partire dal Dentifricio



Tempo fa, nei miei primi mesi di sperimentazioni e autoproduzioni casalinghe, provai a fare il dentifricio.

Vi sto parlando di qualche anno fa: ero già in un'ottica di autoproduzione e di decrescita, ma il marketing, l'obbligo di dover scendere ogni giorno in città a causa del lavoro in erboristeria, e forse un pò di pigrizia facevano il loro dovere. Infatti, molto spesso mi trovavo in bagno con il dentifricio acquistato al supermercato, ed il barattolino di dentifricio fatto da me.

Invariabilmente, utilizzavo il dentifricio del super.
Perchè mi pareva più comodo, più buono, più semplice da usare.
Allo stesso tempo, ingannavo la mia coscienza e la mia coerenza con il barattolino di dentifricio autoprodotto sulla mensolina del bagno.
Lo avrei usato, certo! Domani, stasera, dopodomani, quando finisco quello del super e poi non lo ricompro, giuro.

Una mia amica, una Bilancia perfezionista e assai coerente, una volta mi disse ma perchè compri il dentifricio al super e poi te lo fai in casa? non ha senso! Io ci rimasi pure male. Insomma, lo avrei usato, il mio dentifricio, dovevo solo trovare il momento giusto!

In effetti, lei aveva ragione. Molto spesso proviamo ad autoprodurre in casa, facciamo esperimenti ma allo stesso tempo continuiamo a comprare le stesse cose che abbiamo sempre comprato, al super o nei negozi.
Senza comprendere che il momento giusto è adesso, da ora, subito: smettere di comprare quello che possiamo realizzarci da soli.

Faccio il pane, ma accidenti! mi sono dimenticata di rinfrescare la pasta madre, allora lo compro. Oppure faccio lo yogurt, ma siccome non sono sicura che mi venga bene lo compro anche già fatto. E così via.

Non so perchè accada questo, non so se accade o è accaduto anche a voi. Credo sia una sorta di paura della libertà, mescolata a bisogni indotti dalla pubblicità e condita con una spolverata di comodo, accogliente, caldo conformismo.

E' difficile, a volte, spiegare agli ospiti che il dentifricio devono spalmarlo sullo spazzolino con  un cucchiaino, o che se vogliono il deodorante devono usare la polverina profumata di amido e bicarbonato dentro al barattolo.
E soprattutto, autoprodurre senza comprare più -quasi- niente (a parte le indispensabili materie prime) ci impegna. Non rimane molto tempo per Facebook, per la tv, per poltrire sul divano o per fumare sigarette su sigarette: autoprodurre significa soprattutto fare.

E Fare significa sporcare, sporcarsi, sbagliare, ricalcolare, cambiare le ricette, sperimentare. Significa pensare alla soia da mettere in ammollo la sera prima per fare il latte, rinfrescare la pasta madre, fare i biscotti per la colazione, fare il seitan, rinnovare il deodorante, mettere le piantine nell'orto...e anche fare il dentifricio.

Ho sperimentato tante ricette, ostinandomi, stavolta, a non comprare il sostituto già pronto. Io ed il Re delle Fate ci siamo lavati i denti con il mio primo esperimento, che come dice lui, sapeva di pasta di acciughe (che per due vegani non è il massimo); poi siamo passati alla seconda ricetta sperimentazione, che sapeva di pozzanghera :P

Finalmente, ecco il mio dentifricio, che dicono sia meglio di quello che si compra!



 Ingredienti:

60 grammi di argilla bianca
3 grammi di bicarbonato di sodio
60 grammi di glicerina vegetale
8 gocce di tintura madre di Rosa Canina
10 gocce di olio essenziale di Menta Piperita

Mescolate le polveri. Mettetele nel barattolo e aggiungete la glicerina. Mescolate bene, finchè la glicerina non abbia inglobato tutta la polvere e non sia diventata una pasta morbida. A questo punto, unite la tintura madre e l'olio essenziale. Mescolate, e chiudete il barattolo.
Applicate sullo spazizolino con un cucchiaino pulito.

Si conserva benissimo, grazie all'azione della glicerina e della tintura madre, che è leggermente alcolica e che contiene vitamina C.


Proprio lì sta il punto: si comincia ad autoprodurre davvero quando si smettono di comprare i prodotti al supermercato. Adesso mi ritrovo con il carrello semivuoto, a chiedermi ma devo comprare solo questo? Sicura?

Quasi con senso di colpa, come se comprare solo farina,  bicarbonato, amido e legumi secchi fosse poco. 
Calcolando che la verdura la acquisto al GAS e la raccolgo nel mio orto, così come la frutta, quello che acquistiamo si riduce sempre di più.

E aumenta la nostra capacità di fare, di inventare, di creare, di sperimentare. 

Non abbiate paura: comprate di meno!


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martedì, maggio 08, 2012

Meglio Senza

 Credo di aver inziato la strada della decrescita quando ero ancora studentessa, e vivevo a Bologna. Sono stati due gli episodi che ricordo come i primi tasselli di quella che è diventata la mia vita adesso.
Prima di tutto, si ruppe la tv.
Avevamo una tv, nella nostra casa di studenti in via Petroni, che ad un certo punto non funzionò più. E quindi, per la prima volta nella mia vita, ho provato il brivido di vivere in una casa senza tv. Inizialmente è strano, specie quando vedi le altre televisioni, al bar o dagli amici. Ti ci incanti davanti, come un topolino con il Pifferaio Magico. Con il tempo, ti accorgi di non comprendere più quel linguaggio. Specie quello delle pubblicità. Troppo veloce, troppe immagini, troppi concetti. Non lo capisco più. Piano piano, la tv diventa solo un sottofondo, se ti capita di incointrarla nelle case o nei luoghi dove ti trovi. Sta lì, come un quadro animato, un quadro di un pittore dallo scarso talento e dal ritmo monotono.

Quando sono venuta via da Bologna per vivere in una casa tutta mia, la televisione ne è rimasta fuori. nonostante gli occhi strabuzzati degli amici, che si chiedevano come facessi a vivere senza tv. Il discorso di solito era questo: beata te, hai fatto proprio bene. Ma come fai?

Il secondo piccolo mattoncino me lo ha dato un libro, abbastanza dimenticato ma per me fondamentale. Si chiama "Meglio Senza", e tratta di uno studio di un ricercatore del MIT, che per un lungo periodo vive in una comunità amish con la moglie. Me ne sono stata per giorni a fantasticare di vivere senza elettricità, come ricorderanno  i miei coinquilini e amici che vivevano con me in quel tempo.

Senza arrivare a quei punti, perchè per vivere cosi senza bisogna vivere in comunità, aiutandosi l'uno con l'altro, ha iniziato a prendere forma dentro di me l'idea di lasciare la città, lasciare la mia vita e ricominciare dalla terra.

Ci si sono messi di mezzo amori finiti, possibilità di vivere in una casa in montagna, condizioni favorevoli: e così me ne sono andata per vivere in mezzo ad un bosco.

La decrescita per me è un accrescimento quotidiano.
Ogni giorno imparo qualcosa di più: non appena lascio e scelgo un senza, ecco che mi si apre un mondo intero, un nuovo universo da esplorare.

Da quando ho scelto, causa di forze maggiori, di chiudere il mio negozio, e di fare quindi a meno di un lavoro normale (che però non mi dava nessuno guadagno, per un insieme di fattori di cui uno dei più importanti è stato sicurmaente la crisi economica) mi sono ritrovata con tanto più tempo, spazio, possibilità di apprendere e di sperimentare.

Per la società consumistica io sono senza lavoro, senza potere di acquisto, senza beni di lusso, senza reddito.
Eppure.
Ho imparato a fare il sapone, grazie agli studi universitari, alla passione per le erbe e alla sperimentazione.
E di questo no ho fatto un'arte e un lavoro, il mio lavoro.

Ho imparato a coltivare un orto. Con mille errori, e difetti, e ogni anno si impara qualcosa di nuovo.
Il macerato di ortica, il macerato di aglio, il basilico vicono ai pomodori e i porri vicini alle carote.
Coprire le zucchine con un telo appena messe a terra.
Pacciamare e togliere le erbacce.
Ogni anno il raccolto migliora, e con questo migliora la mia capacità di fare, e la soddisfazione nel vedere crescere una piantina da un seme.

Così piccino, dentro ha un intero universo.

Ho imparato a fare detersivi, cosmetici, ho imparato a fare le conserve e le marmellate. Ho imparato a fare il pane, la pasta madre, il tofu e il seitan E il latte di soia, i biscotti, il latte di mandorle.

Ho imparato a cucire, grazie a mia nonna e alla macchina da cucire che mi ha regalato alla laurea. I miei vestiti per ora sono sbilenchi e fantasiosi, ma migliorerò.

Ho imparato l'uncinetto, e a fare cappelli, quadrati, coperte, tondi e fiori. Per cucini, orecchini, sciarpe ed ornamenti.

Ho iniziato a fare i mercatini, e ho sperimentato la soldiarietà tra bancarelle, la concorrenza leale, il non sentirsi soli perchè si lavora tutti insieme.

Ho lasciato qualche sogno indietro: fare l'attrice, vivere in una grande città, essere famosa.
Ma se ci penso bene, quella non ero io, non sono io.

Io sono questa, io sono qui.
Sono qui con la mia terra, con la mia casa, con il mio uomo.
Lui, che come fa la terra fertile con il seme, ha nutrito e nutre il mio cuore, la mia arte, la mia anima.
Sono questa qui, con i miei cani e gli uccellini sul tetto della legnaia.
Quella con i capelli strani e gli occhi grandi.

Quella che sembra senza, ma se la guardi bene, oh! quanto invece possiede.






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mercoledì, maggio 02, 2012

Soddisfazioni


Finalmente siamo riusciti anche noi nell'impresa di autoprodurre il seitan! A partire da farina semintegrale e farina manitoba, seguendo gli insegnamenti di Nicole
Eccolo qua, prima di essere cucinato al forno con le patatine.



Ed ho anche inaugurato la yogurtiera, che ho avuto via baratto sempre da Zero Relativo. Mi è venuto uno yogurt di soia perfetto, anche grazie ai consigli di Erba Viola che mi ha aiutata nella prima yogurtificazione.

Come autoprodurre lo yogurt di soia

Servono:
un litro di latte di soia (autoprodotto grazie alla vegan star)
un vasetto di yogurt da 125 ml come starter

Come mi hanno insegnato, non utilizzate mai lo yogurt Valsoia come starter
Io ho provato perchè era quello che avevo disponibile, ma lo yogurt non viene. Ho riprovato con il Provamel, con quello è venuto uno yogurt perfetto!

Scaldate il latte a 40°C.
Lo yogurt deve essere a temperatura ambiente, quindi mettetlo fuori dalfrigo un'oretta prima di fare lo yogurt.
Una volta che il latte è a 40°C, mettete latte e yogurt in una ciotola, e mescolate con una frusta per far amalgamare bene i due componenti.

Poi mettete il liquido nei vasetti di vetro della yogurtiera, metteteli dentro, accendete la yogurtiera e lasciate lì tutta la notte.

Io ho coperto la yogurtiera con due panni di lana per non far disperdere il calore.

La mattina avrete il vostro buonissimo yogurt home made!



 Questo invece è un cappello folletto che ho realizzato sempre per uno scambio di Zero Relativo, per una fatina dell'Autunno che deve inviarmi della stoffa. Non vedo l'ora che arrivi! Per ora ho ricevito della canapa e del lino mervaigliosi, con i quali farò un vestito e realizzerò cuscini profumati, con dentro erbe e profumi, per la mia bancarella.

Intanto oggi c'è il sole: ancora non ho messo le piantine nell'orto, qui da noi in montagna c'è freddino ancora la sera, ma credo che nei prosismi giorni finalmente le metterò a terra. 


Stamattina devo produrre un sacco di sapone per la Sagra del Seitan, dove sarò con la mia bancarella; ho in mente nuovi colori ed esperimenti. 
Buona giornata a tutti!


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