martedì, gennaio 29, 2013

Della determinazione


Può una stufa a legna dare lezioni di vita? Ebbene si. O almeno, questa è la mia esperienza. La nostra stufa a legna ci ha insegnato in questi due giorni, una grande lezione: chi la dura la vince, o anche: si può fare (quasi) tutto da soli.

Questo post vuole anche essere un rifermento utile per tutti quelli che hanno una stufa a legna, e si dovessero malauguratamente trovare in una loro domenica libera, con fuori il sole ma anche l'aria freddina, con la stufa che non funziona. E che volessero cercare aiuto su Internet (cosa che abbiamo fatto anche noi, ovviamente, ma senza trovare consigli precisi per il nostro caso. Anzi, imbattendoci in foto e video di Americani precisi e ordinati, che hanno i ciocchi di legno tagliati tutti uguali e perfetti, e una stufa che funziona che pare finta).

Da qualche tempo la nostra stufa faceva un gran fumo dal comignolo su tetto: un fumo bianco, denso, anche...troppo fumoso. Ma non ci avevamo dato peso, vuoi per l'inesperienza, vuoi perchè si sa, i comignoli fanno fumo, anzi, vedere il fumo dal comignolo su tetto mi faceva Casa, Calore, Due Cuori e una Capanna.

Invece, assai meno romanticamente, quello è già un segnale di malfunzionamento. Eh già, pare che dai comignoli debba uscire aria calda, e fumo si, ma poco: non certo quelle nuvole bianche che uscivano dal nostro (questa nozione l'abbiamo imparata dai suddetti Americani Maniacali Con I Ciocchi Di Legna).

Poi, la stufa ha cominciato a fare fumo anche in casa. Assai poco romantico. Non era molto fumo: faceva fumo all'accensione, quindi stavamo con le finestre aperte, poi la stufa partiva e il fumo non c'era più.

Insomma, domenica mattina decidiamo di pulire i tubi della stufa.
Vanno puliti una volta ogni due mesi: la nostra legna è un pochino umida, quindi abbiamo deciso di dare una pulita ai tubi per togliere l'inconveniente fumo, ingenuamente pensando di risolvere.

Illusi.

Abbiamo rimontato i tubi, che non erano manco sporchi, e abbiamo riacceso la stufa, tutti contenti.
Ha iniziato a sbuffare fumo dallo sportello da ogni fessura possibile e immaginabile, in meno di due minuti in casa nostra c'era la nebbia che quando vivevo a Bologna e studiavo ad Imola me la ritrovavo ogni mattina, insieme alla colazione.

Se si apriva la valvola dell'aria di sotto, la fiamma si spegneva. Se si apriva lo sportello principale, quello del carico della legna, allora la fiamma tirava verso l'alto, e non faceva fumo. Però non è che si può stare con lo sportello aperto tutto il giorno, giusto?

Quindi: ricontrolliamo i tubi. A posto. Facciamo una foto con il flash alla canna fumaria, per vedere se è occlusa. Libera e pulita, perfetta. Quindi, cosa potrebbe essere?

Intanto chiamiamo: lo spazzacamino, che può venire solo giovedì. Il tecnico della stufa, che non risponde. La mia nonna, che dice che vedrai è la canna fumaria.

Ci rassegniamo (apparentemente). Staremo al freddo e al gelo fino a giovedì, senza il tepore e la compagnia della nostra adorata stufa.

Io prima di addormentarmi penso: tubi stufa, cambiare tubi stufa, forse sono i tubi stufa...e sogno solo di stufe, camini e mary poppins.

La mattina dopo: ci riproviamo. Ora, poichè le cose facili non ci piacciono, abbiamo anche una bella nevicata fuori dalla porta. Quindi gli spostamenti sono difficili, ma riusciamo comunque ad arrivare all'emporio, dove ricompriamo lo schotch di alluminio per le guarnizioni della stufa.

Vedrai è per quello, ci saranno microfessure nei tubi, prende ara da lì e fa fumo in casa.
Mettiamo lo schotch.
Riaccendiamo la stufa.
E siamo di nuovo in Val Padana.

Io sto per gettare la spugna. Non si riesce a venirne a capo.

Ultima spiaggia: smontare COMPLETAMENTE la stufa. Il Re delle Fate mette lo Svitol sulle viti (spanate) del piano stufa. Riesce a svitarle. Apriamo la stufa come se fosse un magico forziere, e dentro troviamo cenere.
Tanta cenere.

Quindi ci mettiamo a pulire, in ogni micro interstizio, in ogni fessura, in ogni piccolo buco.

Poi rimontiamo la stufa, ma siamo quasi certi che farà fumo.
Eppure...

La stufa si accende benissimo. Niente fumo. Fiamma alta, verso il cielo. E dal comignolo fuori, zero fumo anche da lì! Come la casa degli Americani, meglio degli Amish.
Incredibile.

Ce l'abbiamo fatta!



Quindi, ricapitolando per chi avesse una stufa a legna che fa fumo in casa:

- smontare i tubi e pulirli perfettamente, con il riccio metallico apposito
- controllare che la canna fumaria sia libera
- smontare la stufa al suo interno e pulirla perfettamente, togliendo cenere e incrostazioni

- usare legna asciutta
- non caricare troppo la stufa all'accensione

La nostra è una stufa Sideros, modello Tiffany.


Ho imparato a non demordere. A credere nelle mie capacità. A mantenere la calma, e a cercare soluzioni logiche. Ho imparato che per aggiustare una cosa, bisogna conoscerla profondamente. 

E tutto grazie ad una stufa a legna :)



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mercoledì, gennaio 23, 2013

Figlia della Merla





Io ho una nonna che mi tramanda usi e costumi dei tempi andati, cosparsi da una certa dose di magia e allo stesso tempo di scientificità. La mia nonna mi ha insegnato tantissime cose: dal cucire, al fare l'uncinetto, al "segnare" come si dice qui in Toscana...e mi ha insegnato anche a leggere le Calende.

Le Calende sono i primi 12 giorni del mese di Gennaio: si guarda come sarà il tempo giorno per giorno, sapendo che ad ogni giorno corrisponde un mese: 1 gennaio= gennaio, 2 genniao= febbraio e così via. Quel mese avrà una situazione climatica inversa a quella della Calenda. Per esempio: se il 3 Gennaio c'è il sole, avremo un Marzo piovoso. E così via.
Il tutto culmina nella notte tra il 24 e 25 Gennaio: giorno di San Paolo dei Segni. In questa notte possiamo avere una contro riprova delle Calende.
Mi affscinano molto queste usanze, perchè io sono una figlia della Merla: il mio compleanno è il 28 Gennaio, un dei giorni della Merla, che dicono essere i giorni più freddi dell'anno. Forse per questo, perchè sono nata sotto una "marca", sotto un segno climatico, sono incuriosita da tutte le predizioni sul clima :)

Cosa bisognerebbe fare nella notte tra il 24 e il 25 gennaio?

"La conversione di San Paolo - 25 gennaio - è uno di quei giorni di marca che consentivano alle comunità pagane e rurali di leggere i segni della Natura e di fare previsioni. Un'altra di queste notti magiche è la notte di San Govanni in concomitanza al Solstizio Estivo.
Già la sola osservazione del clima in quel giorno consentiva di ottenere indicazioni: scriveva nel 1490 Marin Sanudo nei Diarii « La giornata chiara di san Paolo è indice di un anno ricco di messi; se ci sono neve o pioggia è segno del tempo di carestia; se la giornata sarà ventosa ci sarà discordia tra i popoli; se sarà nuvolosa di sarà moria d'animali. »."

Quindi, già solo il giorno de 25 Gennaio ci indica come sarà più o meno l'annata. Ma c'è anche una divinazione, detta divinazione delle cipolle, che vi riporto pari pari dal sito di Strie:

"La conta, così veniva chiamata, si effettuava prendendo un bulbo di cipolla che veniva tagliato su un tagliere prima in due poi in quattro parti: la metà che cadeva sulla destra corrispondeva ai mesi pari, quella che cadeva sulla sinistra ai dispari. Veniva operata poi un'ulteriore suddivisione fino ad ottenere 12 spicchi, questi venivano disposti su due file di sei spicchi ciascuna e venivano cosparsi di sale marino.
Il tagliere con le cipolle veniva messo su un davanzale esposto ad oriente.
La mattina seguente, prima del sorgere del sole veniva ritirato e gli spicchi analizzati. Per ogni spicchio, che corrisponde ad un mese in sequenza dell'anno a venire, si annotavano come si disponeva l'acqua formatasi dal discioglimento del sale in base alla regola che se il sale si è sciolto su un pezzo di cipolla il mese corrispondente sarà ricco di pioggia; se invece non si è sciolto, avremo siccità e via dicendo, contemplando così tutte le varianti intermedie. In questo modo si otteneva non solo una previsione climatica dell'intera annata ma anche dei singoli mesi."
 
(fonte: http://www.strie.it/Beness_erbeMAGIA_divinazione_cipolle.html)

Non consocevo questa usanza, e credo nemmeno mia nonna (anche se ancora non mi ha rivelato tutti i suoi segreti ;)

Volevo condividerla con voi: io lo farò! Voi la consocevate? E le Calende, le avete fatte?


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martedì, gennaio 15, 2013

Te l'ho detto nevica




Di nuovo nevica. Bianca e soffice, e stavolta davvero TANTA: è da stanotte che nevica ininterrottamente, e siamo stati fino a stamattina alle 5 senza corrente elettrica. Ieri sera abbiamo finito di fare le nostre cose alla luce delle candele che abbiamo acceso in tutta la casa. Nel silenzio, sotto la neve, fuori una luce quasi irreale, generata solo dal riflesso del manto bianco.



E allora anche oggi gli impegni cittadini vanno a farsi benedire: siamo bloccati qui, e per fortuna sia io che il Re delle Fate possiamo lavorare da casa!



Stamattina mi sono dedicata ad una nuova formulazione per il bagnodoccia, che potete autoprodurre semplicemente. Questa è la versione senza sapone: si realizza sfruttando il potere pulente dell’olio e dell’amido, che  puliscono la pelle in maniera gentile, anche se non fanno schiuma (e quindi possono deludere al loro primo utilizzo).
Fidatevi: questo bagnodoccia pulisce benissimo, come e meglio dei bagnodoccia che acquistate in profumeria!

Bagnodoccia Autoprodotto al Patchouli




Due cucchiai di amido di mais
Tre cucchiai di gel di Aloe
Un cucchiaino di zucchero semolato
2 cucchiai di glicerina
un cucchiaio di Olio di Avocado (oppure di Girasole o di Jojoba)
300 ml di acqua distillata o di acqua bollita e raffreddata
15 gocce di olio essenziale al patchouli (o quello che preferite)

Mescolare l’amido con poca acqua, poi aggiungere tutti gli altri ingredienti, eccettuato l’olio essenziale.
Trasferire in una bottiglia di recupero, che userete come dosatore.
Aggiungere le gocce di olio essenziale, tappare la bottiglia e agitare bene.

Fatto!

Si conserva per 2 settimane circa.

Oggi pomeriggio mi dedicherò alla produzione del detersivo per lavatrice, di cui poi vi darò la ricetta: ed inizierò la produzione dei Saponi per San Valentino J
Domani facciamo il pane, la dispensa è ricca di legumi e ho ancora verdure fresche del GAS, senza contare quelle che resistono nell’orto. Direi che anche se continua a nevicare stiamo benissimo anche a casa!

La sera mi sto divertendo con il free form, creando con l’uncinetto piccole opere d’arte da indossare. Ho finito di realizzare il portacandelina dentro ad un barattolo di recupero. Eccolo qua. Potete acquistarlo, se volete, nel nostro shop on line. Ce n’è uno solo, è un’opera unica!







Mi piace molto fare l’uncinetto accanto alla stufa, la sera, con la neve che cade serena fuori. L’inverno è davvero il tempo del progetto e del ritiro, vivendo in Montagna tutto questo diventa davvero reale, tangibile. La Natura ci passa attraverso!

Ore 14,15: aggiorno il post per parlare di un graditissimo regalo che è arrivato sotto la neve! Grazie a ZeroRelativo, portale di scambio e baratto al quale sono iscritta da tempo, ho ricevuto una bellissima e nuovissima macchina per fare la pasta manuale. Ho sempre desiderato averne una: mia nonna ce ‘ha, ma la conserva gelosamente…e grazie ad una dolcissima barter, molto disponibile e precisa, ecco qua la mia nuova macchina per fare la sfoglia, ricevuta in cambio di un pacco profumato pieno zeppo di miei saponi.

Per chi volesse aggiungermi su ZeroRelativo o dare un ‘occhiata alla mia Lista dei Desideri, cliccate qui.

Non vedo l’ora di provarla: ha anche i rulli per il taglio di diverse misure, possiamo provare anche a fare gli spaghetti in casa! Evviva!



 


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giovedì, gennaio 10, 2013

le ossa degli Alberi


L'inverno è la stagione che, più di ogni altra, ci focalizza su noi stesse, sul nostro corpo. La natura si spoglia e lascia vedere, esposte, le ossa degli alberi, i dorsali delle montagne, le spiaggie senza nessuna orma. I cieli tersi e così limpidi da spingere alla chiarezza, alla riflessione e anche all'accudirsi, a fare Nido.



E' il momento di stare in casa, riordinare le idee e gli oggetti, fare un pò di pulizia, e proteggere il nostro abitato. Sciolgo sale grosso nell'acqua, lavo i vetri della mia casa tracciando segni di  protezione, metto foglie di alloro incantate per accompagnarci verso la Primavera.





Ieri sono stata con una cara amica a Firenze, in città. In una città grande, non come la piccola Pistoia dove vado quando scendo dai monti. Firenze è bellissima, incantevole, ti rapisce nella geometria delle sue stradine e dell'architettura. Ci sono negozi, negozietti, piccoli gioielli incastonati ne tessuto vivo delle strade. Negozi di oggetti giapponesi, dove trovare i trucchi delle gheishe; vestiti vintage e di sartoria, dai colori sgargianti che occhieggiano anche attraverso la serranda del negozio chiuso; scarpe, cappelli, guanti; e ancora libri, maglioncini, carta da regalo e quaderni di carta fiorentina che sono quasi più preziosi dei libri.

Eppure, mi rendo conto di quanto io sia cambiata, in questi anni. Quando vivevo a Bologna, immersa e parte costituente della grande città, amavo osservare gli oggetti, ammirare le vetrine, e spesso acqusitare qualcosa, epr quanto mi consentissero di fare le mie -di allora- finanze.

Adesso guardo tutti questi negozi, tutte queste cose, e non riesco a trovare una benchè minima ragione per acquistarle. Vedo la maglietta buttata per terra nel grande magazzino, la ressa di signore per accaparrarsi il vestitino in saldo, la quantità strabordante di vestiti a poco prezzo, tagliati male, di nessun gusto. Non riesco più a farmi abbagliare dal marketing, dalla disposizione dei prodotti, dai colori sgargianti.

Poi penso sempre beh, ma quello posso farmelo anche da sola!, anche se poi magari non sarà così, perchè tornando a casa mi accorgo di avere già tutto quello che mi serve di cui ho bisogno. So che se avrò voglia di un nuovo vestito, e di un vestito come dico io, me lo cucirò da sola, magari con l'aiuto della mia insostituibile nonna; e così sarà per l'oggetto di arredamento, che preferisco scovare in un mercatino dell'usato, se proprio non posso farne a meno.

L'altro giorno io ed il Re delle Fate abbiamo trovato, abbandonati ad un cassonetto, due quadri dipinti a mano. Niente di che, non erano certo due quadri innovativi o di grande talento: eppure, in quel mazzo di fiori dipinto si vedono tutte le pennellate, i colori, il gusto e l'estro di chi ha composto quell'opera. Come nel quadro che ritrae una scena di vita agreste, con le mucche dipinte davvero molto bene, sembrano quasi vive, così morbide e dagli occhi lucenti.

Li abbiamo salvati, quei due quadri. Per ora se ne stanno nella nostra rimessa, ma spero che prima o poi troveranno un loro posto; era davvero tremendo vedere due opere realizzate con amore ed impegno abbandonate lì, in mezzo ai rifiuti.

Gennaio mi sta portando questo: la consapevolezza che ciò che conta molto spesso è essenziale, semplice, lineare, come i rami degli alberi in inverno. Semplice e solido, e pronto a rinascere.



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venerdì, gennaio 04, 2013

Leggere e scrivere


Inizio subito promuovendo la ristampa di un libro che mi sta molto, molto a cuore: si parla di Felicità, e in questo caso di Felcità Terribile.
L'autore è colui che ha riempito di felicità i miei giorni, i miei minuti, le mie mani ed il mio cuore.
Ma a parte questo (non voglio essere di parte ;)) credo che questa opera meriti di essere ristampata. Meriti di stare nelle vostre librerie, o sul vostro comodino, in attesa di essere sfogliata, annusata, letta.

Vedrete che le pagine di questo piccolo libro contengono parole dai colori propri, e che possiedono una vita loro. Queste sono parole che si muovono, danzano, respirano. Vivono e vi trascinano con loro, senza scampo, senza riserve, come la Felicità.

Ecco qui il link del progetto: questo stesso Button se ne starà nella colonna destra del mio blog, quindi quando volete potrete contribuire e ricevere una copia del libro.





Intanto ho acquistato l'ultimo libro di Jeanne Harris, grazie ad una fatina Nata di Marzo che me lo ha consigliato: ed il mio primo acchiappasogni è terminato!




Vi piace?

Adesso mi metto a cucinare: stasera a CasaEdera ci sarà Zucca al Forno, con Rosmarino profumatissimo che cresce davanti alla porta di casa, saggio protettore dalle energie negative.

Chiacchierando con una vecchia amica, oggi in biblioteca, ci siamo trovate di nuovo a ridere come quando eravamo bambine: sono passate tante cose, sogni speranze e disegni, eppure mai ci siamo perdute, ci siamo sempre tenute la mano, anche se da lontan, anche divergendo, anche litigando, a volte.

Le amicizie vere, pure e sincere sono davvero come acqua ristoratrice per i fiori di campo!

mercoledì, gennaio 02, 2013

Riprendere il filo




I giorni di vacanza passano in fretta: oggi molti sono tornati al lavoro, e anche io per quanto lavori da casa, sono tornata alle mie creazioni. Avevo bisogno di un periodo di stacco, dopo il lavoro Natalizio che ci ha impegnate davvero moltissimo.
Ma stamattina avevo davvero voglia di fare nuovo sapone, di scegliere le fragranze e di provare nuovi pigmenti. In effetti, ho provato per la prima volta il Carbone Attivo nel mio sapone: questo ha reso la pasta di sapone nera come lavagna liquida. Bellissima!

L'ho versata con cura negli stampi, creando nuovi saponi che presto vedrete on line.
Sono andata avanti nella realizzazione di acchiappa sogni, come quello che vedete nella foto qui sopra. Ho raccolto tralci di legno di Vite, che ho intrecciato e sui quali ho costruito un acchiappasogni psichedelico, viola, lilla e giallo chiaro. Studio il free form, imparo spirali a tre colori e nuovi modi di mescolare i colori stessi.

Lavorare con il colore mi rende felice, serena. Oggi mi sono goduta la solitudine, fuori pioveva, nebbia e grigio mi separavano quasi dal mondo reale. Dovevo scendere in città, fare mille commissioni, ma ho rpeferito rimandare a domani.

A volte è davvero bello poter restare sola, con le mie cose, a contatto con la mia parte più creativa. Come allo stesso tempo è fondamentale vedere le persone che amo, fare due chiacchiere, vedersi. Oltrepassare la barriera virtuale. Incorciare gli sguardi, sentire il tono della voce. Senza facebook a volte mi sento isolata: ma immediatamento dopo capisco che non è così, che quello era solo un inganno, un MangiaTempo.

Sto leggendo l'ultimo libro della Rowling, Il Seggio Vacante. Lo avete letto? Che cosa mi dite? Io sono quasi al finale. L'ho trovato scritto divinamente, ma forse troppo noir, troppo crudo. Quasi a volersi scrollare con forza Harry Potter di dosso, facendoci sapere che lei non scrverà più libri con il lieto fine. Rimane comunque un libro meraviglioso, con pasaggi tali da sembrare a volte haiku, a volte poesia in prosa.

Vi lascio con due tesori che ho raccolto in una delle passeggiate di questi giorni: Edera che cresce vicino casa, e la Quercia, la mia quercia, raggiante al Crepuscolo.






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