martedì, dicembre 16, 2014

Il tempo vola


Pensavo stamattina, in un raro momento di tranquillità lavorativa (sotto Natale i negozi sono frenetici, me lo ricordavo bene e devo dire che mi mancava, quell'attività fatta di carta regalo, nastri fiocchi e pacchettini tipica del periodo) che tra un mese è già gennaio.

Una parte di me continua  a contare in un calendario sbagliato i mesi che mi separano a febbraio: ora sarei stata di sette mesi. Avrei avuto la pancia bella grossa, avrei sentito il mio bambino muoversi. Manca un mese a gennaio, due mesi a febbraio. E febbraio, per un caso del destino, coincide anche con il mese in cui, se volessimo, potremmo riprovare una gravidanza.

Ad agosto tutto mi sembrava assurdo. I mesi da passare infiniti. Invece eccomi già qua, quasi arrivata a quel traguardo. Eccomi qui, completamente diversa.



foglia di Gingko Biloba trovata durante una passeggiata in città


E' difficile fare un punto e capire a fondo come mi sento. Sono aperta alla possibilità; e di sicuro ho definitivamente abbandonato quel senso di angoscia e di smania che collegavo con la possibilità di restare incinta. In questa mia nuova vita, dove il lavoro ha acquistato molta importanza, è come se fossi tornata più vicina alla mia natura indipendente. Il pensiero di avere un figlio, adesso, è qualcosa che vedo lontano, proiettato nel futuro...insomma, non adesso. 

Riscopro in me un nuovo tipo di creatività: qualcosa che è sempre stato lì, sopito, ma che non sapeva come uscire fuori. Adesso mi sembra che basti non opporre resistenza, che anche la mia vena creativa trova sfogo immediato.

Ho ritrovato il piacere di cucinare; qualche giorno fa, in una mattinata di sole, mi sono messa a cucinare samosa con Andrea. Sono venuti perfetti, grazie ai consigli di Lisa Casali e anche di Joby, il marito indiano di una cara amica. Ci ha cucinato i suoi samosa, qualche settimana fa, e ci ha fatto vedere come si fa per chiuderli e per formare fagottini perfetti. Andrea li ha chiusi uno ad uno, con una maestria che ha radici nella sua magia personale, fatta anche di qualche piccola radice indiana, secondo me. Con gli occhi profondi che si ritrova sicuramente ha qualcosa di indiano nello spirito. :)


I nostri samosa, buonissimi!

Durante i giorni di festa che ci aspettano voglio leggere, scrivere (il sangue di mia mamma scorre prepotente nelle mie vene e nelle mie dita: riscopro in me anche un certo bisogno di scrivere, immaginare, inventare, poetare che mai avevo sentito prima) e cucinare: impastare pane e schiacciate, fare torte, rilassarmi con una tisana profumata di Cannella; trovare finalmente il tempo per andare a trovare amiche che non vedo da un pò di tempo ( Nata di Marzo voglio conoscere le tue piccole panterine! Silvia, tu ed Elettra mi mancate tantissimo; Onda e Nora, idem: ci vuole un pomeriggio di chiacchiere fitte tra donne); fare l'amore senza pensieri, coccolarmi con qualche regalino, e trovare il tempo per fare il sapone (Silvia, non ti dimentico: non appena trovo il tempo la prima forma di sapone è la tua!).

I libri da leggere sono questi qua: Il piacere è sacro, di Riane Eisler, e I desideri dell'anima, di Clarissa Pinkola Estes. Fanno bella mostra di sè già da un pò di tempo, sul mio comodino: non  aspetto altro che di avere il tempo di immergermi nelle loro pagine!

Vi segnalo anche un fantastico blog, famosissimo e che forse conoscerete già: SporaBlog, il blog di Spora: una donna meravigliosa, di infinita ispirazione. L'ho scoperta da poco ma è come se la conoscessi da sempre: un vero esempio. E chissà che prima o poi non faccia uno dei suoi corsi Stiletto, io, che non ho mai messo i tacchi in vita mia!


Una delle mie Aloe: era quasi senza vita, una mattina l'ho ritrovata così...bellissima e rinata.

Il concetto di anticonformismo, che mi è sempre stato caro, mi sta davvero insegnando tanto su di me. Ho sempre avuto paura di essere troppo diversa, troppo strana: e quindi se facevo scelte controcorrente, poi dovevo bilanciare la mia vita con altre scelte più normali, più inquadrate.Invece sto arrivando a capire che il vero anticonformismo è seguire la propria natura, quella che in inglese si direbbe inner nature, la natura che sta dentro di noi.

Come la Dea, che possiamo solo trovare in noi, anche la nostra natura sta lì: dnetro il nostro utero, dentro il nostro cuore, dentro la nostra pancia. Impariamo ad ascoltarci, anche quando ci sussurra cose che non sono esattamente coerenti con il pensiero comune: casa, famiglia, lavoro, figli. Non siamo solo questo. Ma, sopratutto, siamo noi che possiamo decidere come gestire tutto questo.

La mia casa ha finestre rosse come le mie scarpe da ballo, e ancora le fate e gli elfi del bosco mi guardano dalle finestre accostate, nella penombra delle sere d'estate. Io sono ancora quella ragazzina lì, che si rifugiava nella casa di montagna per vedere meglio fate e folletti. Sento ancora i loro campanelli trillare la mattina presto, tra le nuvole aranciate e l'aria azzurra e frizzante.
Crescere non significa per forza conformarsi a ciò che ci dicono gli altri. O a ciò che fanno gli altri.

Crescere significa ritrovare il proprio filo rosso,  tenerlo stretto nelle mani, per non farlo scappare più.

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