domenica, dicembre 27, 2015

Intervista con il mazzo: Nomad Tarot



Per il Solstizio mi sono regalata un bellissimo mazzo: si chiama Nomad Tarot, e puoi trovarlo in vendita da Beth, nel suo shop.

Prima di iniziare ad usarlo per le mie consulenze, l'ho messo tutta la notte sotto la luce della Luna Piena, la Notte di Natale: è arrivato da me solo pochi giorni prima. La sincronicità che ha accompagnato l'arrivo del mazzo mi ha dato indicazioni su di lui: deve proprio essere un mazzo magico, mi sono detta.

In effetti, anche la lettura che va ad esplorare le sue caratteristiche me lo ha confermato: ti va di andare a vederle insieme a me?

Ho utilizzato la stesa di Beth, come avevo già fatto in precedenza.




1. Qual è la tua caratteristica principale? La carta è il Four of Fire, che corrisponde al 4 di Bastoni. Sembra che la caratteristica principale del mazzo sia un'energia che si irradia verso l'esterno, che non può essere costretta tra quattro mura. Il 4 è simbolo di stabilità, solidità, anche di limite: associato alla suite di Bastoni, e collegato al fuoco, diventa energia in esplosione, che erompe e si irraggia da un centro pulsante.

La caratteristica principale del mazzo è collegata al Fuoco, all'energia gioiosa, alla creatività: è un mazzo che chiede di essere utilizzato!

2. Quali sono i tuoi punti di forza? La risposta ce la dà il Child of Fire, il Fante di Bastoni. I Fanti, o i Paggi, sono il germoglio della caratteristica della suite a cui appartengono: il Fante di Bastoni, collegato al Fuoco, è una scintilla vitale, creativa, emozionale. Il punto di forza del mazzo è la possibilità che dà al lettore di intuire, di creare, di avere  un approccio spontaneo e puro, come un bambino che legge il suo libro preferito.

Il mazzo predispone alla lettura intuitiva, immediata, spontanea: in effetti, proprio a causa della struttura dei disegni, molto spazio viene dato all'intuizione ed alla libera interpretazione.

Un'altra carta di Fuoco, insieme alla prima e alla quarta, che vedremo dopo: il mazzo racchiude molta energia creativa, vitale, immediata.

3. Quali sono i tuoi limiti? La carta stavolta è un Arcano Maggiore, il Matto. Leggendola in collegamento con le carte precedenti, direi che non potrebbe essere più appropriata: il mazzo porta ad una lettura  immediata, intuitiva, semplice. Come un bambino che si affaccia alla vita per la prima volta, ha la capacità di portare una visione pura e diretta.

Il limite può essere legato ad una troppa impulsività, che può portare ad una interpretazione affrettata e non misurata. Utilizzando il mazzo devo farmi trasportare, si, dalla sua energia fresca e spontanea, ma ricordarmi anche di analizzare con calma tutti gli aspetti della lettura.

Il limite del mazzo è legato alla sua freschezza, alla sua immediatezza. Non è un mazzo troppo cervellotico, anzi: è diretto, semplice, intuitivo.

4. Cosa puoi insegnarmi? Il Sette di Bastoni, la carta relativa all'affermazione di sè, al potere personale. Il mazzo può insegnarmi a prendere il mio posto, come lettrice di Tarocchi, e a difendere il mio modo di leggere le carte. Il mazzo può insegnarmi a prendere sicurezza con le mie letture, ed a mettere a frutto i miei talenti. A prendere una posizione, risplendendo. A mettermi in gioco, più che con altri mazzi.

Data la sua natura semplice, che lascia molto spazio all'immaginazione e all'interpretazione, il mazzo può insegnarmi a fidarmi di più del mio intuito, a prendere coscienza delle mie capacità.

5. Come posso collaborare al meglio con te? Ecco che esce Queen of Earth, la Regina di Pentacoli. Con il mazzo devo pormi in maniera semplice, diretta, concreta. La Regina di Pentacoli, o Denari, è Madre Terra: connessa con la terra, accoglie, nutre, rende le persone migliori facendole sentire meglio. Va diretta al punto, con gentilezza: ed ha un rapporto speciale con le piante e con gli animali. Il mazzo richiede che io rispecchi le caratteristiche di questa Regina, che amo molto.

La connessione con la natura e con gli animali la sento profondamente: è bellissimo sapere che il mazzo può esaltare questo mio lato, la mia natura più intima.

6. Il potenziale della nostra relazione: il Due di Coppe. Che dire di più? E' un innamoramento in piena regola. Io e questo mazzo ci siamo visti, ci siamo piaciuti subito e ci siamo raggiunti, nonostante la distanza. C'è una connessione intima, legata a molte affinità, a cose che abbiamo in comune. Parliamo lo stesso linguaggio, e se il mazzo fosse una persona sarebbe una mia intima amica.




E tu, cosa ne pensi di questo mazzo? Lo conoscevi? Hai anche tu un mazzo di cui ti sei innamorata? Scrivilo nei commenti!

mercoledì, dicembre 16, 2015

Piante Resistenti: l'agrifoglio



Ci sono piante che possono insegnarti la resistenza. Una resistenza cocciuta, testarda, pulita. Sono proprio le piante che si temprano al freddo, che fanno capolino attraverso i rami a riposo delle querce e dei castagni.
Sono piante che in primavera non vedi, anche se ci sono: diventano meno comunicative, più mimetiche. Sembrano piante come tutte le altre. Eppure, in inverno, quando il freddo punge e l'aria si fa azzurrina, si rivelano in tutta la loro bellezza.

Come se la difficoltà le facesse splendere: resistere significa esistere, per loro.
Sarà capitato anche a te. A tutti noi. Di trovare nella difficoltà una certa luce, che ci ha fatto brillare più intensamente.

Sono andata a passeggiare intorno a casa mia, l'altra mattina, e mi sono imbattuta in due piante Resistenti: l'Agrifoglio e l'Abete.





Ambedue verdissimi, spiccano sul bosco scuro. Dalle foglie compatte, aghiformi l'abete, coriacee l'agrifoglio. Stando accanto a loro puoi sentire nitido il messaggio che portano: io difendo, io resto, io esisto. 

L'Agrifoglio è un amuleto vegetale dai tempi dei Romani: nei loro Saturnali, i giorni che precedevano il Solstizio di Inverno, portavano con sè ramoscelli di questa pianta, per protezione.
Le foglie lucidissime, accartocciate, spinose, rimandano alla difesa; il colore verde intenso è collegato alla speranza, e le bacche rosse portano energia solare, di fuoco, di prosperità. Evocano la rinascita del Sole.

Le bacche dell'agrifoglio sono velenose per gli uomini, ma molto gradite gli uccelli: anche in questo leggo un seme di resistenza. La pianta pensa agli animali più piccoli, che in inverno hanno meno cibo (anche se noi lasciamo sempre semi vari sul tetto della legnaia - puoi farlo anche tu, sul tuo davanzale o sul tuo terrazzino!).

E' una pianta che protegge: puoi raccogliere le foglie e sminuzzarle, una volta essiccate, e poi tenerle in un piccolo sacchettino nella tua borsa, per difenderti dalle energie negative o dalle invidie.



L'agrifoglio cresce in zone ombreggiate: non è raro vedere agrifogli dentro ai boschi, dove filtra poca luce. Allo stesso tempo, l'agrifoglio necessita di luce per crescere e svilupparsi: per questo le suo foglie hanno una colorazione verde scura, per assorbire più luce possibile. La luce che non viene assorbita viene riflessa, grazie alla lucidità delle foglie stesse, verso l'interno, verso le foglie che ricevono minor luce.

Via via che le foglie salgono sul tronco sono meno piegate, più piatte, e hanno aculei meno uncinati, più lievi. Alcuni dicono che la pianta attui una strategia difensiva: difende le sue foglie dagli animali nella parte più bassa, dove potrebbero essere mangiate. Eppure, le foglie più alte ricevono più luce: per questo sono più distese.

Quindi l'agrifoglio non è solo una pianta ostile, sulla difensiva: è anche una creatura di luce, che ricerca con ogni strategia possibile.

E' una delle poche piante che riesce a crescere nella penombra dei faggeti: inizialmente ha radici sottili, e foglie contorte al massimo, per catturare anche la più piccola stilla di luce. La pianta di solito si sviluppa sotto una pianta più grande: avrà bisogno della massima resistenza per sopravvivere, per diventare grande e forte.

l'Agrifoglio è il Re dell'Inverno. The Holly King, il Re Agrifoglio, che presiede alla parte più oscura dell'anno.

In Inghilterra, si adornano le case con i suoi rami - ma solo fino alla dodicesima notte - in onore del rinnovamento della luce, che giunge dopo il giorno più buio dell'anno, il Solstizio di Inverno.
Abbattere un agrifoglio è considerato di malagurio: e se viene potata una siepe di agrifoglio, viene sempre fatta ricrescere.


L'Agrifoglio ti protegge da tutto quello che non è Amore. 

Da oggi lo osserverai in un altro modo: e sono sicura che, se ci proverai, riuscirai anche a sentire la sua voce.

E tu, conosci altre piante resistenti? Scrivimelo nei commenti!

Felice Solstizio d'Inverno!

Piccola bibliografia: Floriario, A. Cattabiani, ed. Mondadori
                               A druid Herbal, Ellen Evert Hopman, ed. Destiny Books
                               Fiori di Bach, forma e funzione, Junien BArnard, ed. tecniche nuove

lunedì, novembre 16, 2015

10 consigli per iniziare a studiare le Erbe



la mia amica Quercia



1. Stringi amicizia con un albero

Vicino alla tua casa ci sarà un albero. Sicuramente. Oppure, nel parchetto dove porti il tuo cane, o nel percorso a piedi che fai per raggiungere la tua macchina.
Siediti vicino a questo albero, semplicemente. Siediti, e ascolta.

Il mio albero è la Quercia. E' una grandissima quercia, centenaria, che cresce poco lontano da casa mia. E siccome adesso vivo (viviamo) nella casa che è stata la mia casa delle vacanze sin da quando sono nata, ho sviluppato un legame con questo albero che dura da anni e anni.
Quando vivevo a Bologna, spesso pensavo alla mia Quercia. Il vento avrebbe spezzato qualche ramo? I cinghiali avrebbero trovato di che sfamarsi, anche quest'anno, sotto alle sue grandi fronde? In primavera, fremevo per andare a trovarla. Per vedere le sue foglioline diventare da verde chiaro a verde scuro, e raccogliere le ghiande per farne bracciali e collane lunghissime.

E' stata la mia confidente sin da quando ero ragazzina. I primi baci, le dichiarazioni d'amore, i segreti scambiati con le mie amiche. Poi, più grande, la Quercia ha asciugato le mie lacrime e mi ha dato buoni consigli.

Quando eravamo piccole, con le mie amiche facevamo intrugli a base di ghiande. Le sbriciolavamo con dei sassi, e le lasciavamo tutta la notte immerse nell'acqua. La mattina dopo era pronta la pozione magica.
Crescendo, ho scoperto che con le ghiande davvero si faceva il caffè, e che la quercia è simbolo di forza, di magia, di protezione.

2. Inizia con una sola pianta.

Se ami le erbe, e vorresti iniziare a studiare le loro proprietà, ti sentirai sopraffatta dall'enorme quantità di informazioni che puoi trovare. Libri dedicate alle piante, centinaia di usi, proprietà, preparazioni...anche io all'inizio mi sono trovata di fronte ad un oceano di informazioni, compice anche il web che è un pozzo di conoscenza.
Ti consiglio di lavorare con una sola pianta, per un'intera stagione. Studiala, osservala, raccoglila. Assaggiala, falla essiccare, fanne tisane e altre preparazioni erboristiche.
Ovviamente lavorerai anche con altre piante, ma scegline una da approfondire, da conoscere intimamente. Ti insegnerà moltissimo.

3. Fai crescere qualcosa

Puoi scegliere un fiore, una pianta grassa, o una piantina di pomodori. Il basilico sul balcone, la menta, oppure un bel cespuglio di lavanda. Spargi semi intorno alla tua casa, nei vasi, ovunque tu possa farlo. Studia come si comporta la pianta; ha bisogno di acqua, di sole, di ombra? Che cosa ti comunica? Quando ti va parla con lei. Chiacchiera con le tue piante, condividi con loro i tuoi pensieri, chiedi loro come stanno, se hanno avuto una buona giornata. Apri il tuo cuore a ciò che stai facendo crescere.

Far crescere una piantina è un gesto importante. Serve a creare una relazione tra te e il mondo vegetale, e ad imparare in Parte il suo linguaggio. se scegli piante che danno frutti commestibili, puoi provare la gioia di far crescere qualcosa che poi cucinerai, continuando il ciclo di amore e generosità che ci insegnano i nostri alleati vegetali.


4. Scopri la presenza delle piante nella tua vita (ed invitale a farne parte)

Dalle insalate alle tisane, per finire con quella crema alla Calendula della quale non puoi fare a meno, le piante sono parte integrante della nostra vita. Cercale, scoprile, interessati a loro. Studia le proprietà delle piante che usi più spesso: il caffè, il tè, le spezie. Annusale, cucinale, trasformale; fanne esperienza.

Ti stupirà la loro generosità, la loro capacità di donarsi totalmente, completamente.

5. Metti le mani in pasta

Sperimenta. Prova a creare la tua miscela di erbe, la tua tisana preferita. Oppure metti fiori a macerare nell'olio, per farne un oleolito. Chiedi alla tua nonna, oppure agli anziani che conosci, come fare un unguento, o una pomata. Utilizza internet, e prova a fare una semplice ricetta erboristica.

La pratica è un lato indispensabile per iniziare il cammino da erborista. Puoi inventare una nuova formula, e fare tentativi finchè non ti soddisfa. E poi puoi regalarla a chi ami: un concentrato di amore e natura. Bello, no?


unguento appena fatto!


6. Leggi di erbe, storia e scienza

Ci sono molti liberi che trattano di erbe: i miei preferiti sono quelli che lo fanno non solo da un punto di vista teorico ma anche pratico. Sfoglia libri, erbari, libri di botanica e di fitoterapia; e leggi, leggi molto. Leggendo abbiamo la possibilità di vedere le piante sotto ad un punto di vista più tecnico, forse, ma utile anche per la nostra pratica.
I miei libri preferiti sono tutti quelli di Rosemary Gladstar (in inglese), ma anche Florario, di Cattabiani, e l'insostituibile Medicina Tradizionale Mediterranea, di Giannelli. Un altro validissimo libro (da avere) è il Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, della Campanini.


7. Parla con le persone che utilizzano le erbe

A partire della ricetta per i biscotti con i semi di anice del tuo nonno (il mio li faceva buonissimi), per arrivare alla bevanda rinfrescante che prepara il tuo vicino in estate: chiedi, informati, parla delle erbe e fatti insegnare da chi le utilizza già.
Parla con il tuo erborista - io amo le mie clienti che si interessano di erbe, che mi fanno domande, che vogliono approfondire- e con la zia che si prepara l'olio di Iperico ogni estate, per mantenere la pelle giovane e sana. Puoi trovare persone con cui scambiare due chiacchiere sulle erbe davvero ovunque!

8. Utilizza i tuoi sensi, tutti

Per conoscere bene le piante è importante assaporarle, osservarle molto bene, annusarle, toccarle e ascoltare il loro suono. Anche il nostro sesto senso può aiutarci moltissimo: quando ti trovi vicina ad un pianta, utilizza tutti i tuoi sensi. Possono darti molte informazioni sulla piantina in questione: ti ricorderai meglio le sue proprietà perchè la avrai conosciuto davvero sotto ogni punto di vista.



la mia Lavanda, in Estate

9. Passa del tempo all'aria aperta, e osserva

Lo scorrere delle stagioni, la vicinanza di corsi di acqua, oppure l'influenza di una pianta vicina ad un'altra pianta: tutto fa parte dell'ambiente naturale, e del mondo vegetale nello specifico. Impara ad osservare la natura che ti circonda, e se vivi in città prendi l'abitudine di fare piccole o grandi passeggiate dove puoi trovare alberi, fiori, foglie, erba. Quando vivevo a Bologna, nel centro storico della città, una volta alla settimana prendevo l'autobus e andavo al parco Talon, una picola oasi naturale vicina. Ogni sera facevo una passeggiata nel parchetto vicino casa, passando attraverso ad un cantiere dismesso.
Anche lì ho avuto splendidi incontri vegetali: uno dei più belli è stato un narciso spontaneo, nato dentro la carcassa di un motorino abbandonato.

10. Aspettati di incontrare un lato magico, e assaporalo con gioia


Viviamo in un mondo assai ricco, contornato da piante strane, animali fantastici e tutta una natura selvaggia da scoprire. Nel tuo studio incontrerai molte cose che risuoneranno in te come sincroniche, in  qualche modo particolari.
Il sentiero delle Erbe ti spinge ad addentrarti anche nel folto del bosco,  in serre esotiche, oppure ai lati di stradine di campagna, per scovare erbe curative o semplicemente belle da vedere, da accarezzare, da annusare.

E via via che impari, ti accorgi che sei solo all'inizio.
Goditi tutto il viaggio, ogni tappa porta con sè doni magici e meravigliosi!




Rosa Canina raccolta nel bosco di fronte a casa




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venerdì, novembre 06, 2015

Parlare con le piante



Quando eravamo bambine, il mondo naturale ci parlava. Dentro ad un fiore c'era un salone da ballo per le Fate; tra i cespugli di Mentuccia vivevano piccole signore indaffarate che preparavano balsami e unguenti per curare la tosse e cucinare i funghi; gli alberi avevano gli occhi, e tu potevi seguire il loro sguardo; gli uccellini e i gatti ti raccontavano delle loro giornate, tra una pisolino al sole e un volo tra le fronde profumate di pioggia.

Poi siamo cresciute. E quelle voci si sono fatte più sottili, più lontane. Hai smesso di ascoltare i petali della Rosa, e di strofinare tra le dita ogni fiorellino colorato per vedere se poteva truccare le labbra.
Hai messo le mani nella borsa, per cercare l'IPad e leggere le mail. E nelle orecchie magari hai su la tua playlist del giorno.
Eppure, la voce delle piante continua ad essere lì, a chiacchierare indisturbata. basta solo volerla ascoltare di nuovo.




E come si fa?
Prima di parlare, ascolta. Ascoltare significa espandere la nostra coscienza; stare in silenzio, e percepire tutto ciò che è intorno a noi; le foglie cadute sul vialetto, il bosco di castagni vicino, la quercia con i rami nel vento, la consolida e le foglie delle fragole.
Ascolta. Ascolta la terra sulla quale siedi, l'erba che sfiori con le mani. Il profumo delle foglie. Ascoltare significa fare spazio per la voce di un altro. E anche per te stessa.

E' vero, sedersi per terra ed ascoltare, semplicemente, può essere difficile. Puoi iniziare a pensare alla lista delle cose da fare, al film che hai visto la sera prima, oppure a cosa cucinare per cena Oppure, puoi sentirti in difficoltà perchè non senti la voce delle piante. Non la senti, e ti senti esclusa, tagliata fuori dal mondo naturale. Perchè gli animali riescono a sentire la Terra, e tu no?

Sappiamo che la cosa migliore da fare è seguire ciò che dice la pancia, e il cuore. Và dove ti porta il cuore: quante volte te lo sei detto, o lo hai sentito dire.
Eppure, non è così semplice. C'è una certa difficoltà nel ricontattare i nostri sentimenti, quello che sentiamo profondamente.
Ci siamo costruite una difesa, chi più chi meno, facendo sempre un passo più lontano da ciò che sentiamo, per difenderci di fronte al dolore, alle cicatrici della vita, alla perdita.
E in questo percorso al contrario, spesso ci allontaniamo dal cuore, dalla pancia, da quello che è viscerale, profondo, selvaggio.

Invece, la guarigione viene dal sentire, dall'intimità, dalla vicinanza.




L'Ortica può aiutarci in questo processo. Il bruciore che si prova sfiorando una foglia ci riporta anche al nostro dolore interno; quel dolore che non dobbiamo fuggire, di cui non dobbiamo avere paura, ma che dobbiamo accettare, elaborare, e restituire alla Terra.
Le ferite possono essere molte, e diverse -la fine di un amore, un bambino mai nato, la perdita di una persona cara; ma anche un litigio, una incomprensione, un'incrinatura in un rapporto- e il dolore che proviamo è profondo, totalizzante.
Non ne dobbiamo avere paura; ascoltiamolo. Facciamolo nostro e lasciamolo fluire, invece di tenerlo chiuso, impacchettato dentro di noi, come una scatola nera che contiene solo tristezza, disperazione, paura.

Solo così, solo ascoltando anche il dolore, noi possiamo tornare vicini ai nostri sentimenti, e godere appieno anche della gioia, della felicità, dell'abbondanza.

Siamo esseri umani, espressione perfetta della gioia e della bellezza della natura. Se togliamo le barriere che ci tengono separati dal contatto con il nostro sentire profondo, riscopriremo anche il piacere e la felicità che proviene dal danzare sotto le stelle, o dal togliersi le scarpe e camminare nell'erba bagnata.
D'improvviso, avrai voglia di affondare le caviglie nelle foglie scricchiolanti e rosse che sono appena cadute, oppure chiuderai l'ombrello e ti bagnerai i capelli sotto la prossima pioggia.
Accarezzerai un albero e sentirai la comunione perfetta con lui, con la terra, con gli uccellini e persino con le nuvole.

Magari una sera d'estate dormirai fuori, senza tenda, per addormentarti sotto le stelle e per ascoltare tutti i rumori del bosco, dai piccoli cinghiali che rufolano tra le radici della quercia agli scoiattoli che dormono tra i rami del nocciolo. Oppure, alla prima nevicata, assaggerai un fiocco di neve bianca e pulita.

Con l'ascolto  puoi capire di far parte davvero di tutto questo. Che la Terra è la tua casa, gli animali sono i tuoi fratelli, e le piante sono le tue guide e i tuoi saggi consiglieri.



Se ci apriamo davvero al mondo, non incontriamo solo cose spiacevoli o tristi, ma ci riconnettiamo anche alla gioia e al senso di appartenenza che proviene dal sapere che, si, anche tu fai parte di tutto questo. Sei parte di tutto questo.
Respiri con le foglie, mangi i frutti della terra, bevi le tisane che provengono dalle piante. La Terra vive in te e tu in lei.

Se mettiamo da parte la distrazione e ci ricolleghiamo con l'ascolto, facciamo il primo passo della antica e nuova danza tra uomo e piante, tra mondo animale e mondo vegetale.




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martedì, ottobre 27, 2015

Il Rosmarino è per il ricordo




Tra pochi giorni è di nuovo il 31 Ottobre, Samhain. Un altro giro di Ruota si è compiuto: come il bosco che si prepara al riposo invernale, abbiamo desiderio di stare in casa, con la stufa accesa ed una tazza di tisana fumante tra le mani. Per sognare e progettare il futuro, e attendere i frutti di quello che abbiamo seminato.

Stamattina ho scelto dal mio nuovo mazzo (The Fairy Lights Tarot di Lucia Mattioli) la carta che associo a questo periodo dell'anno: il 7 di Denari. In questo mazzo così delicato e particolare, ogni carta ha una sua metà, nella quale la scena continua e si espande. Per questa carta è il 2 di Bastoni: in effetti, fanno una coppia ben assortita.

Il 7 di Denari è la carta dell'attesa: hai seminato i tuoi talenti, i tuoi sogni, e adesso devi attendere per vederne i risultati. La zucca che svuoti per la cena di Halloween ha moltissimi semi. Anche questi daranno i loro frutti, ma non puoi forzare la Natura per raccoglierli prima del tempo.
Puoi prenderti una pausa, adesso. Valutare tutte le tue azioni, e decidere se cambiare qualcosa, oppure continuare su quella strada. E' tempo di fare provviste,uscire nel bosco per raccogliere castagne e mangiarle insieme agli amici, durante una merenda autunnale. 

E' anche un buon momento per rivalutare le tue decisioni: sono quelle giuste? Puoi vedere la situazione sotto un altro punto di vista?

E' la carta della pazienza. Io ne devo fare incetta: ne sono quasi sempre sprovvista, ma cerco di apprenderla dalle piante che mi circondano: ogni giorno cadono le foglie che devono cadere, mentre le altre si colorano di rosso, bruno, verde profondo. Non hanno fretta. Fanno il loro tempo.

Il 2 di Bastoni ci parla della progettualità dell'azione. L'uomo che nella notte si avventura nel deserto sta iniziando un'avventura. Deve avere fiducia in sè stesso e nelle sue capacità, e osservare bene ciò che ha attorno. 
La decisione che prendi è importante: segui il tuo ritmo, non aver paura di essere anticonformista. E' la tua natura che può indirizzarti verso la strada migliore.

Dopo un lungo viaggio portiamo sempre a casa dei nuovi semi. Diamo loro il tempo di germogliare nella terra scura; teniamoli al sicuro, dentro di noi. Durante l'inverno andranno nutriti e resi unici, grazie ai nostri talenti.



Il Rosmarino è una pianta molto legata a questi giorni, per me. Mi rimanda all'estate con il suo profumo balsamico, ma la forma delle sue foglie, piccoli aghi, mi ricorda l'abete, il Natale, l'inverno. Il potere balsamico delle sue foglie lo rende indispensabile anche in questa stagione: al primo raffreddore, i suoi aghi utilizzati in un suffimigio aiutano a liberare il naso, e diffondono nell'aria di casa proprietà antibatteriche.

E' una pianta forte: saldamente ancorata a terra, se ben protetta riesce a passare anche gli inverni più freddi.

Il Rosmarino è collegato al ricordo: protegge il nostro passato, ci collega ai nostri antenati. In questi giorni, quando il velo diventa più sottile, sentiamo più vicini i nostri cari che non sono più con noi. Il profumo del Rosmarino ci conforta nella loro assenza; è il profumo delle estati felici, ma anche dei pranzi della domenica, insieme alle patate arrosto. E' profumo di casa.
E' una delle piante che Ofelia ha raccolto prima di partire per il mondo Altro; per il viaggio, per il ricordo.

Nonno, un anno fa te ne sei andato. Ma rimani in me, con me. Le foglie quest'anno sono più colorate, e ho raccolto un cesto intero di pigne per accendere il fuoco, come facevi tu. Sei in tutti i miei gesti, perchè il ricordo che ci lasciano i nostri cari è l'eredità viva che possiamo sperimentare, ogni giorno, per trasformare i semi in nuovi frutti.


domenica, ottobre 18, 2015

moderne Alchimie



Dopo mesi e mesi di progetti, aggiustamenti, consigli preziosi; dopo ricerche su Pinterest fino a notte fonda, per decidere la palette di colori (e anche per salvare quelle due o trecento ricettine, si, confesso); dopo pomeriggi passati in pasticceria (perché io e Silvia ci concentriamo meglio di fronte ad un tè con i dolcetti); dopo aver individuato la mia mission, la mia cliente ideale, e aver definito bene quello che amo fare (e qui, senza Gioia non ce l'avrei mai fatta);

l'idea lentamente si è trasformata in realtà, si è fatta concreta: grazie ai miei insostituibili collaboratori, e non solo; grazie ad Andrea, l'uomo della mia vita, che con un tratto ha sintetizzato e definito l'immagine perfetta per quello che faccio; e grazie a Silvia, mia indispensabile mente, che con la facilità con cui prepara la merenda a sua figlia ha costruito pagina dopo pagina il sito; a lei che ha risolto tutti i miei dubbi, facendomi vedere come fosse facile compiere magie del web che io (giuro) ancora non ho capito come abbia fatto;

tutto questo non sarebbe mai, mai stato possibile senza l'aiuto di queste persone, che come pietre preziose fanno brillare la mia vita.

Alchimia per me è la capacità di trasformare un materiale grezzo in qualcosa di unico: come la nostra essenza Selvtica, che se ne sta dormiente dentro di noi, e che ha bisogno di essere scovata, riportata alla luce, e anch'essa fatta risplendere, come l'oro della pietra filosofale.

Per questo mi definisco una moderna Alchimista: perché so che posso aiutarti a ritrovare la tua anima Selvatica, so che posso accompagnarti lungo il tuo sentiero nel bosco.

Se vuoi scoprire come, e dove, ti invito ad entrare nel mio sito, che racchiude il mio progetto attuale. E', come tutti i giardini, un work in progress: altre offerte si aggiungeranno nel tempo.
Sappi che ho iniziato da poco un percorso fiorito, la scuola per diventare Consulente Certificata di Fiori di Bach, la scuola che fa capo al Bach Centre inglese.

Ma, sempre ispirandomi alle parole di Gioia, preferisco aprire adesso: altrimenti so che non sarei mai pronta, perchè ci sarà sempre qualcosa da aggiustare, cambiare, migliorare.

Ti aspetto, e se ti iscrivi alla mia newsletter riceverai subito un piccolo regalo.
Benvenuta, dunque, lì dove comincia il sentiero, tra Rosa Canina e Lamponi succosi.






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lunedì, settembre 28, 2015

La parola dei Semplici




Solidago Virga Aurea pronta per essere immersa nell'olio

Prima di iniziare il cammino delle Erbe, mi chiedevo: come farò a imparare tutte quelle piante? E le funzioni, le proprietà, gli usi...

Ai nostri tempi sono rare le mamme, le zie o le nonne che possono insegnarci l'arte delle erbe.
 Le mie due nonne hanno messo semi luminosi in me; fin da piccola conoscevo i nomi dei fiori del giardino della mia nonna materna, e la aiutavo a frantumare i gusci delle uova per concimare la terra dei vasini. Poi, più grande, ho avuto la mia nonna paterna con me nell'orto, ad insegnarmi a togliere le erbacce, a porre le piantine a terra, a zappettare intorno alle radici per far penetrare bene l'acqua.

La mia nonna  paterna mi ha anche insegnatoa riconoscere e utilizzare qualche erba: la nepetella, la fanellina, la menta piperita, la vitalba e gli asparagi selvatici. E mi ritengo molto fortunata. 

Perchè dalle mie nonne ho imparato anche che le Erbe hanno una voce semplice. Non per niente le erbe officinali erano chiamate proprio così: Semplici.

Il metodo che preferisco come approccio alla fitoterapia è quello di mescolare semplicità e scienza. Grazie agli studi che ho fatto so quali composti chimici sono attivi dentro le piante, ma in parte mi lascio guidare anche dalla voce dei Semplici, e non solo dalla scienza.


oleolito di Ginepro in preparazione


Gli anziani utilizzavano le erbe che crescevano intorno alle loro case, nei luoghi dove vivevano . E annusandole, assaggiandole, toccandole e osservandole ascoltavano la loro voce. Tutta la Signatura, il metodo per cui si determinava una proprietà della pianta attraverso i sensi, attinge a questo comportamento, a questa esperienza. E molto spesso semplicità e scienza si trovano in accordo: quello che il raccoglitore intuiva attraverso l'esperienza sensoriale della pianta il chimico lo verifica poi in laboratorio.

Il mio percorso è al margine tra i due punti di vista: credo che unire l'approccio Semplice agli studi e alla ricerca sia la chiave della saggezza e della conoscenza.



Perchè i primi maestri sono proprio le piante stesse. Loro non possono dirci quante vitamine e minerali contengono, oppure quali sono i loro costituenti chimici, ma possono parlarci della bellezza e della forza della vita, dell'immediatezza della Natura, del valore del dono.

Se ti metti ad osservare una piantina, da quando nasce a quando diventa grande, oppure se fai una passeggiata nel bosco e ti fermi ad osservare la perfezione delle bacche di Rosa Canina, il giallo invadente della Verga d'Oro, le foglie di Menta ancora profumate, ti ritrovi in uno stato di pace, di armonia, di gioia.

La comunicazione con le piante ci pone davvero a tu per tu con la nostra intuizione più profonda.

Ci sono libri e libri di erbe e di erboristeria, e io sono la prima a comprarne sempre uno in più. Ma ho capito, nel tempo, che restare in casa a studiare non basta. Non ti mette davvero in contatto con le piante: loro hanno bisogno che tu esca di casa e vada ad incontrarle, fuori, lungo un fiume o dentro il bosco, ma anche in un parco cittadino o lungo una strada poco trafficata.

Anche quando ti prepari una tisana, entri in contatto con le erbe, con la loro forza e con il loro messaggio. Annusa il profumo della tua tisana, aspetta il momento giusto, senti come la tazza ti scalda le mani e il cuore. Loro si donano a noi, e noi siamo grate per accoglierle, con il loro messaggio e il loro effetto benefico.



Ieri siamo andati a Siena, tra le sue dolci colline, passando per l'autostrada. Ci siamo fermati al casello per far sgranchire la cucciola, e mi sono stupita per la varietà di piante che vivevano lì, in un pezzettino di aiuola all'uscita Firenze Impruneta. Malva, portulaca, cicoria, farinaccio, mentuccia.

Le erbe sono coraggiose, e ci insegnano a non mollare. Anche se la situazione esterna sembra sfavorevole, non dimentichiamoci mai che la potenza del seme, la potenza della vita, è più forte di qualsiasi altra cosa.


VI di Pentacoli: donare e ricevere, luce ed ombra, potere e silenzio.