Solidago Virga Aurea pronta per essere immersa nell'olio
Prima di iniziare il cammino delle Erbe, mi chiedevo: come farò a imparare tutte quelle piante? E le funzioni, le proprietà, gli usi...
Ai nostri tempi sono rare le mamme, le zie o le nonne che possono insegnarci l'arte delle erbe.
Le mie due nonne hanno messo semi luminosi in me; fin da piccola conoscevo i nomi dei fiori del giardino della mia nonna materna, e la aiutavo a frantumare i gusci delle uova per concimare la terra dei vasini. Poi, più grande, ho avuto la mia nonna paterna con me nell'orto, ad insegnarmi a togliere le erbacce, a porre le piantine a terra, a zappettare intorno alle radici per far penetrare bene l'acqua.
La mia nonna paterna mi ha anche insegnatoa riconoscere e utilizzare qualche erba: la nepetella, la fanellina, la menta piperita, la vitalba e gli asparagi selvatici. E mi ritengo molto fortunata.
Perchè dalle mie nonne ho imparato anche che le Erbe hanno una voce semplice. Non per niente le erbe officinali erano chiamate proprio così: Semplici.
Il metodo che preferisco come approccio alla fitoterapia è quello di mescolare semplicità e scienza. Grazie agli studi che ho fatto so quali composti chimici sono attivi dentro le piante, ma in parte mi lascio guidare anche dalla voce dei Semplici, e non solo dalla scienza.
oleolito di Ginepro in preparazione
Gli anziani utilizzavano le erbe che crescevano intorno alle loro case, nei luoghi dove vivevano . E annusandole, assaggiandole, toccandole e osservandole ascoltavano la loro voce. Tutta la Signatura, il metodo per cui si determinava una proprietà della pianta attraverso i sensi, attinge a questo comportamento, a questa esperienza. E molto spesso semplicità e scienza si trovano in accordo: quello che il raccoglitore intuiva attraverso l'esperienza sensoriale della pianta il chimico lo verifica poi in laboratorio.
Il mio percorso è al margine tra i due punti di vista: credo che unire l'approccio Semplice agli studi e alla ricerca sia la chiave della saggezza e della conoscenza.
Perchè i primi maestri sono proprio le piante stesse. Loro non possono dirci quante vitamine e minerali contengono, oppure quali sono i loro costituenti chimici, ma possono parlarci della bellezza e della forza della vita, dell'immediatezza della Natura, del valore del dono.
Se ti metti ad osservare una piantina, da quando nasce a quando diventa grande, oppure se fai una passeggiata nel bosco e ti fermi ad osservare la perfezione delle bacche di Rosa Canina, il giallo invadente della Verga d'Oro, le foglie di Menta ancora profumate, ti ritrovi in uno stato di pace, di armonia, di gioia.
La comunicazione con le piante ci pone davvero a tu per tu con la nostra intuizione più profonda.
Ci sono libri e libri di erbe e di erboristeria, e io sono la prima a comprarne sempre uno in più. Ma ho capito, nel tempo, che restare in casa a studiare non basta. Non ti mette davvero in contatto con le piante: loro hanno bisogno che tu esca di casa e vada ad incontrarle, fuori, lungo un fiume o dentro il bosco, ma anche in un parco cittadino o lungo una strada poco trafficata.
Anche quando ti prepari una tisana, entri in contatto con le erbe, con la loro forza e con il loro messaggio. Annusa il profumo della tua tisana, aspetta il momento giusto, senti come la tazza ti scalda le mani e il cuore. Loro si donano a noi, e noi siamo grate per accoglierle, con il loro messaggio e il loro effetto benefico.
Ieri siamo andati a Siena, tra le sue dolci colline, passando per l'autostrada. Ci siamo fermati al casello per far sgranchire la cucciola, e mi sono stupita per la varietà di piante che vivevano lì, in un pezzettino di aiuola all'uscita Firenze Impruneta. Malva, portulaca, cicoria, farinaccio, mentuccia.
Le erbe sono coraggiose, e ci insegnano a non mollare. Anche se la situazione esterna sembra sfavorevole, non dimentichiamoci mai che la potenza del seme, la potenza della vita, è più forte di qualsiasi altra cosa.
VI di Pentacoli: donare e ricevere, luce ed ombra, potere e silenzio.
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RispondiEliminaMi hai fatto venire voglia di uscire, di alzarmi da questa scrivania (sto aspettando le 9 per cominciare a lavorare), mollare il lavoro e dedicarmi solo alla fitoterapia... ma per questo dovrò aspettare ancora. Non ho la sufficiente conoscenza per poterlo fare adesso!!!
Quando sono andata all'incontro con i docenti alla mia futura Accademia di Naturopatia si è parlato proprio di questo: di scienza e semplicità, di scienza e Natura, di come mettere insieme conoscenze antiche, ancestrali, spesso frutto di geniali intuizioni e le recenti scoperte della scienza e della fisica quantistica... Ero affascinata!
Mi hai fatto venire in mente un'altra cosa: l'altro giorno, passeggiando in città, mi sono soffermata ad osservare le piantine che crescevano in un'aiuola incolta, lungo un corso d'acqua che attraversa la città: ho scorto ortica bellissima, farinello rigoglioso, portulaca, parietaria officinalis e piantaggine... oltre a leontodo e tarassaco. Ho pensato: qui c'è da mangiare per un esercito!!! Non raccoglierei mai le erbe in città, però ero meravigliata dalla loro forza di crescere anche nelle situazioni più disagevoli, anche in mezzo al traffico.
E adesso che la sera comincia davvero a fare freddo, mi hai fatto anche venire una voglia pazza di farmi una bella tisana!
Grazie per tutte queste meravigliose ispirazioni.
Un abbraccio
Francesca
Ciao io ho raccolto Artemisia e iperico ma non,li secchi ?
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