Sono stata invitata all'iniziativa (bella) dell'Ecomuseo della Montagna Pistoiese: porta i tuoi saponi e tutti i tuoi prodotti realizzati con le piante dei nostri monti! Io ho detto di si, specificando che il sapone ormai lo faccio solo nei miei laboratori, per insegnare agli altri come si fa.
Eppure, ne avrei dovuto produrre un bel pò per la mostra. Ho rimandato molto il momento di iniziare: quando riprendi il filo, tutto quello che facevi in automatico non lo ricordi più. Allora, vediamo: comprare l'olio-riprendere i pentoloni-raccogliere fiori-scegliere le essenze; in questi ultimi giorni la serie di azioni che portano al sapone fatto e finito mi sembravano davvero difficili, lunghe e faticose.
Ho fatto una cosa al giorno: lunedì ho comprato l'olio, martedì ho raccolto i fiori di Trifoglio che volevo inserire nella ricetta, mercoledì ho ripreso gli stampi, e così via, fino a stamattina.
Ho messo tutto sul tavolo da lavoro, e sono andata a ripescare la bilancia, il pesatore per la Soda, il cucchiaio di legno che uso solo per la pasta di sapone (anche se non si dovrebbe, lo so: ma ci sono affezionata e tiene bene il tempo). Ho avuto un attimo di panico, perchè non mi ricordavo più le dosi a memoria! Come era possibile? Io, che facevo sapone ogni giorno, non ricordavo più quanta acqua, quanta soda, come fare. Ho ripreso il mio quaderno delle ricette, e piano piano sono partita dall'inizio.
Ho riletto vecchie ricette, sorriso per progetti che poi non sono nati e riscoperto mix davvero azzeccati. Ho pesato gli ingredienti. Ho preparato tutto.
E finalmente ho iniziato.
Lì mi sono accorta che non avevo mai smesso, in realtà: le mani sono andate per conto loro, i movimenti puliti, senza fare disastri o distrazioni ho rifatto il mio primo mezzo chilo di sapone: Rosa, Lavanda, Geranio, bocci di Rosa. Ma era così semplice? Oppure, le cose che ci appassionano non si dimenticano mai davvero?
La mattina è passata facendo sapone, come ai vecchi tempi. Ne ho fatto di tre tipi, adesso aspetto che si asciughi per tirarlo fuori dagli stampi e ricominciare, domattina.
Mi sono trovata a pensare quanto le nostre radici siano importanti. Radici che possono affondare non solo nella tradizione, o nel nostro passato remoto, ma anche nei nostri talenti, nelle nostre capacità.
Lei è proprio portata a fare questo: te lo sei mai sentito dire?
E quanto hai seguito la tua indole, il tuo saper fare quella cosa, o invece come l'hai abbandonata, e perchè?
E, infine: hai il coraggio di riprenderla in mano, di dipanare il filo di terra, radici e linfa vitale che ti collega alla tua capacità?
Tutto questo mi ha suggerito una nuova idea da inserire sul mio sito:mescolerò nel mio pentolone Fiaba, Tarocchi, Sapone. Ci stiamo già lavorando (mi aiuta una fatina speciale, per adesso top secret) e sono sicura che ti piacerà molto.
Se vuoi, raccontami nei commenti di quando anche tu hai ricominciato da capo: sarai di ispirazione per tutte noi!
Non si dimentica mai ciò che si ama. Resta in noi, custodita, magari Nascosta:ma è lì.
RispondiEliminaCome andare in bicicletta, come si dice!
Ed è bellissimo ritrovare intqtti i nostri saperi. Quelli che sapevamo di avere e pure quelli che non abbiamo mai usato e poi,all'improvviso, emergono!
Io ho riscoperto la mia capacità di scrivere. E scrivo favole per spettacoli di bolle di sapone...e sto bene!
Emanuela