sabato, gennaio 11, 2014

Questioni di Stile


La domanda che mi ronza in testa oggi è: Qual è la tua creatività?
Qual è il mio modo migliore di esprimermi, di farmi da tramite di idee, pensieri, opere?
 Sono convinta che il mio linguaggio principale sia legato al Teatro. Di questa convinzione, che a tratti mi spaventa e a tratti mi attrae, ormai ho conoscenza.
La maggior parte della mia prima giovinezza è stata dedicata completamente a questa Arte. Prima la Scuola di Teatro, poi il lavoro da professionista. Poi è successo qualcosa, che mi ha fatta cambiare, piano piano.
La consapevolezza in me di un'altra anima, più stabile, più legata alla terra e alla natura.
Così ho iniziato lo studio delle Erbe, l'università, il lavoro in negozio, la mia vita in decrescita.

Molti sono stati i fattori che mi hanno spinta ad allontanarmi dalla città, con tutti i suoi stimoli e la sua vita, che pulsa nelle strade, nei vicoli, dalle vetrine dei negozi, nelle mostre, nei cinema, negli occhi delle persone.

Mi sono ritrovata in una dimensione agreste, bellissima, con il letto che è allo stesso livello degli alberi fuori dalla finestra, come se dormissi tra le foglie. La meraviglia di avere uno spazio verde molto grande, un orto tutto per me. Il tempo da dedicare al pane, alle conserve, alla stufa, ai nostri cani. Tutto molto bello ed appagante.

Eppure, mi sento formata da due anime. Una molto rock'n roll, artista, creativa, che sta benissimo in città. Che ama andare al cinema, a teatro, a vedere una mostra ma anche semlicemnte passeggiare per le vie del centro di una città vera, osservando i dettagli dei muri, dei negozi, dei colori, dei vestiti dei passanti. Che ama fare fotografie, sperimentare piccole installazioni fatte di foglie, sassolini portati da chissà dove, piccole briciole di Natura all'interno della città. un'anima Pollicina per quanto riguarda tutto ciò che è colore, movimento, stile.

L'altra è invece una sapiente conoscitrice di erbe  e piante, ed ama creare saponi, candele, mescolare nei pentoloni olii e burri profumati, uscire nell'aria frizzantina della montagna,  sbriciolare la Terra con le mani, trapiantare le piantine, raccogliere i pomodori carichi di sole. Annusare i mille profumi delle Erbe Selvatiche, raccogliere castagne e foglie rosse, svegliarsi nella neve bianca in inverno.
Benedico ogni giorno la possibilità di vivere così, meravigliosamente Selvatica.

In tutto questo panorama, c'è poi il pensiero della creatività biologica, il fantasticare su un figlio che non arriva, il seguire le onde ed i cicli della mia natura femminile, che ogni mese mi insegna che non è ancora il momento giusto, che evidentemente prima di questo devo creare ancora altro, nuove idee devono prendere forma, che appunto non si possono forzare gli eventi.

Che se continuo a riempire questa "casellina" con troppe aspettative, con troppo desiderio, con troppa veemenza, sarà sempre così piena da non lasciare spazio ad una nuova anima.

In tutto questo, vorrei sapere come fare per conciliare le mie due anime. Sono una Selvatica affascinata dalla città, una Attrice che recita con i fiori, una Fotografa che non sa di esserlo. Sono così preoccupata di quello che ho intorno a me, della aspettative degli altri, della dimensione provinciale nella quale vivo, che mi dimentico che accanto ho un uomo meraviglioso, un artista vero, un creativo che mi nutre e mi fertilizza, se solo fossi più rilassata, meno rigida.

Voglio utilizzare le energie di questo nuovo ciclo per focalizzare la mia creatività davvero, smettendola di bloccarla, di censurarla, di farla stare zitta perchè fondamentalmente non mi sento abbastanza.

Da una parte, non mi sento abbastanza brava. Sono perfezionista, specie per quanto riguarda tutto quello che creo. Dall'altra, sono assolutamente convinta di non essere all'altezza.
Che quello che faccio non è interessante. Oppure, ancora peggio, che per avere una vita tranquilla, normale, nei ranghi, è meglio non fare niente.

Anche questo accade, nel fantastico dialogo tra le mie tendenze creative. C'è quella part di me che dice che devo mettere da parte tutto quello che riguarda l'essere creativa, che quando si cresce si smettono i sogni e si guarda alla realtà delle cose, senza perdere tempo. Che dovrei davvero diventare una donnina di casa, e finirla con tutti questi grilli per la testa.

Ecco, c'è anche questa parte qui.

Scrivo tutto questo perchè sicuramente c'è chi si sente come me. Mi piacerebbe conoscere le storie di donne creative, e realizzate pienamente, che hanno trovato la loro strada. Donne con figli, o senza, che non hanno fatto della maternità l'unica ragione di vita, di femminilità e di creazione. Sapere come avete fatto, sorelle e amiche.

Io intanto farò fotografie in città e sopra ci disegnerò fiori, ne farò nei boschi e sopra scriverà slogan pubblicitari che trovo in città.  Farò il sapone mescolando i miei calderoni, con Erbe e Piante magiche, ma la sera metterò smalto rosso e andrò a Teatro con il mio amore. Dipingerò una nuova serie di vestiti assurdi e colorati, e li indosserò per correre nei campi. E poi raccoglierò fiori e foglie, ne farò piccoli quadri da appendere in giro per la mia città. E con l'uncinetto, ancora, dipingerò e navigherò sotto l'acqua e dentro agli alberi.



Stanotte ho sognato che ero nel Giardino dei Tarocchi, di cui una foto qui sopra, che ho scattato questa estate. Ero nella casa dove ha vissuto Niki, dentro l'Imperatrice. Vivevo lì, in una casa colorata, piena di pitture, tubetti di colore, ritagli, frammenti. Ho ripercorso, in sogno, tutto quel meraviglioso giardino, me ne sono sentita parte integrante, viva.


7 commenti:

  1. Cara Cecilia...come ti capisco...questo fatto dell'anima duplice.....io dalla mia piccola esperienza posso dire come hai poi concluso tu nel tuo post, che è bello dedicarsi un po' a tutto e assecondare la nostra anima in ogni sua direzione....io faccio la mamma in primis (perché è quella ora la mia occupazione) ma cerco anche di dedicarmi alla mia creatività che è una boccata d'aria quando il pupo dorme, perché con le mani sfogo i miei pensieri perché essere mamma è il mestiere più difficile al mondo, si sbatte continuamente, si sbaglia, ci si arrabbia e ci si affanna.....e allora la manualità mi viene in soccorso per liberarmi dai brutti pensieri.....già una volta mi ha salvato dalla depressione postpartum.....
    ti mando un abbraccio e ti auguro di trovare in questa molteplicità di anime la tua strada!

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    1. Cara Valentina, dal mio canto posso dirti che guardo con gioia al tuo essere madre, e che davvero mi piacerebbe tanto esserlo anche a me. Ma che allo stesso tempo sento profondamente quanto l'anima libera e caotica che pulsa in me a volte mi distolga da questo ruolo, dove molto spesso mi costringo da sola. In base alle aspettative della società, di ciò che mi circonda. Dell'orologio biologico, del desiderio di fusione con il mio Amore. Insomma, mamma o non mamma o anzi, meglio, mamma e non mamma insieme. Chissà, vedremo :)

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  2. Tutte quante abbiamo dentro di noi l'anima della strega e della santa ... è la cultura che ci porta a questo, ma non siamo "divise", siamo piene di tutto. Piene di creatività da vendere. Lo sai che io vivo la tua stessa condizione e che non posso coltivare speranze, ma se è vero che devo diventare Madre Spirituale di tante persone allora accolgo la sfida e la accolgo come Donna, come Madonna e come Maddalena ... C'è tutto dentro di te e dentro di me e tutto va salvato ... Allora la vita vincerà e noi faremo le nostre migliori evoluzioni. Ti abbraccio forte dolce Ceci ...

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  3. Tutte quante abbiamo dentro di noi l'anima della strega e della santa ... è la cultura che ci porta a questo, ma non siamo "divise", siamo piene di tutto. Piene di creatività da vendere. Lo sai che io vivo la tua stessa condizione e che non posso coltivare speranze, ma se è vero che devo diventare Madre Spirituale di tante persone allora accolgo la sfida e la accolgo come Donna, come Madonna e come Maddalena ... C'è tutto dentro di te e dentro di me e tutto va salvato ... Allora la vita vincerà e noi faremo le nostre migliori evoluzioni. Ti abbraccio forte dolce Ceci ...

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  4. Non tanto creativa, tanto meno realizzata, e forse non ancora del tutto donna...però trovare due componenti della propria essenza è una sensazione che mi appartiene, anche se non sento il bisogno di soffocare una parte per far emergere l'altra. Poi, perché solo due? Non cinque, dieci? Come guardarsi in uno specchio frantumato.
    Non è un male. è una fusione meravigliosa di contrasti, desideri...è semplicemente essere vere. E puoi essere tutto quello che sei senza essere divisa. Se poi a volte l'una avrà più voglia di emergere, l'altra aspetterà il suo turno. :) Ti abbraccio

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  5. Ti capisco bene: anch'io desidero costantemente di essere immersa nella natura, ma poi ho bisogno dei miei momenti nella città. Sto cercando una soluzione per avere entrambe le cose senza complicarmi troppo la vita, e non è facile.
    Se può consolarti mi sento costantemente imperfetta, mai "abbastanza", né come donna né come mamma, nonostante mi dedichi ai miei figli anima e corpo, giorno e notte, senza più tempo per me...
    Non ho mai avuto considerazione per quello che faccio, e solo guardandomi indietro mi rendo conto che forse forse ero proprio brava quando affrontavo gli esami all'università, oppure quando ho imparato "in trincea" a gestire compratori stranieri esigenti, quando sviluppavo prodotti da esportare con tante realtà fabbriche diverse, quando organizzavo viaggi di lavoro e fiere. Quelli sono stati 10 anni della mia vita in cui ho pensato solo a me: lavoravo tanto, ballavo il tango, andavo ai concerti, uscivo quasi ogni sera. Passavo il mio tempo libero facendo quello che mi pareva, senza rendere conto a nessuno... Ma, c'era sempre qualcosa che non andava. Ed era la considerazione di me stessa.
    Ho lavorato tanto per migliorare, anche con 3 anni di psicanalisi (quando potevo permettermelo :) ), ma da questo modo di sentirmi non sono mai "guarita" veramente. Ormai fa parte di me, e ci devo convivere. Mi consolo dicendomi che "l'importante è esserne consapevoli".
    Adesso ho due bambini che sono la luce della mia vita, vivo per loro. Per una serie di circostanze mi sono ritrovata a casa a fare la mamma a tempo pieno, e ne sono felice, soprattutto per loro che sono ancora piccoli. C'è una parte di me, però, che sta scoppiando come se fosse una pentola a pressione: è la mia parte pazzerella che ultimamente non trova spazio, né tempo. C'è sempre qualcos'altro da fare: lavare, cucinare, stirare, portare le belvine al parco, invitare qualche amichetta di Matilde a cena perchè so che la fa felice. Niente mostre, niente cinema, niente concerti. Anche fare una passeggiata è faticoso... E non vedo l'ora di ricominciare. Potrò farlo tra qualche anno, quando saranno più grandi. E allora so già che mi mancheranno questi momenti.
    Probabilmente la perfezione non esiste, dobbiamo solo imparare a godere di ciò che abbiamo e attendere pieni di gioia ciò che arriverà. E allora finisco con questa riflessione buddista:
    "Come si può trasformare la sofferenza in oro? Possiamo farlo amando la nostra vita, che è unica al mondo. Vivendo ogni giorno con estrema cura possiamo costruire l'esistenza che desideriamo. Una persona che vive in questo modo non di lamenta mai, rimane sempre giovane e vigorosa nel cuore. Questa condizione vitale aiuta a mantenerci in buona salute"

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  6. Stupendo post.
    Quest'anima doppia è in tutte le donne che riescono a vedere al di la di una vita impostata e ferma. L'acqua deve continuare a scorrere, altrimenti ristagna e noi siamo acqua. Più limpide siamo e più siamo inquiete e mobili. Io sono mamma di due adolescenti ormai, non sono affatto realizzata nella vita, ho ancora mille sogni artistici e creativi, eppure mi ostino a menare la stessa vita lavorando in un ufficio e sognando invece di essere nella mia casa in collina in mezzo ai vigneti a dipingere o a passeggiare nei boschi.
    A me manca il coraggio di fare questo salto: mollare tutto e dipingere, creare con le mani, sognare altre cose legate alla casa e alla terra.
    Lo so, è frustrante, soprattutto quando si ha la mia età e si sa che più passa il tempo e più sarà difficile. Mi sento bloccata da qualcosa ma non riesco a capire che cosa sia!!!
    Ho analizzato razionalmente più e più volte la natura di questo blocco e sono giunta alla conclusione che, finchè la vita ideale rimane a livello di sogno, resta comunque un rifugio, seppur virtuale, entro cui nascondersi e cercare forza nei momenti più duri. Se poi si cerca di realizzare il sogno e questa cosa fallisce? Cosa resta?
    Ma è una sciocchezza!!! Non vivere per paura della vita!
    Ho deciso che quest'anno cercherò in tutti i modi di realizzare il mio sogno creativo, con coraggio, convinzione e Amore. Ho deciso di varcare la soglia. Lasciare indietro la mia parte più "normale", più formale e dare ossigeno alla parte cretiva e alternativa. Lo devo a me stessa!!!
    Un bacio
    Francesca

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