martedì, giugno 04, 2013

Spontanea Mente



Sono giorni e giorni che mi rigiro questo concetto nella mente. Mi passa tra i pensieri come una caramella,
bella da vedere, e che non ti ricordi che sapore ha.
Molto da insegnare hanno le erbe spontanee. Le mie amate Erbe, che insegnano più dei libri, è vero, a che insieme a questi ti aprono le porte della conoscenza.

papavero spontaneo

Mi riconnettono alla mia anima selvaggia, selvatica. Che sta stretta nelle regole e nelle definizioni. Nelle etichette.
Non voglio fare qui il discorso da adolescente invecchiata: non è il mio caso.
Ma la mia apertura mentale, e la mia flessibilità, la mia Spontaneità, negli ultimi anni hanno subito dei tracolli.

Mi sono molto preoccupata di non dare fastidio, di non litigare, a volte di non esporre la mia idea per non creare inimicizie. Mi sono trattenuta, non ho detto invece di dire, non ho fatto, a volte, invece di fare.
Mi sono autoimposta scelte quasi nevrotiche, dimenticandomi il buon senso. E qui parlo, devo parlare anche della scelta vegan, e soprattutto della scena vegan con cui sono entrata in contatto. A parte alcune rare eccezioni, che sono amicizie care e carissime, e che vanno oltre ciò che mangiamo, devo dire che mi sono davvero trovata a disagio con il resto delle persone che hanno compiuto, come me, questa scelta.

Vedo nel mondo vegan una grande rigidità, una grandissima intolleranza. E sono io la prima a dirlo, a fare mea culpa: proprio io sono la prima ad essere rigida, ad essere intollerante.

Ma io non ero così! Ero una persona libera mentalmente, difficile da inquadrare, da categorizzare.

cipollaccio col fiocco, spontaneo


Voglio ritrovare le mie radici, la mia libertà. Farmi ricettore e contenitore, prepararmi ad accogliere una nuova vita, che, se vorrà passare da queste parti, davvero sarà una gioia infinita.

Cominciare a dire le cose come stanno. A trattare come si meritano le persone prepotenti, sleali, scorrette. E applicare il buon senso nelle mie scelte di ogni giorno. Re-imparare a valutare le situazioni da tutti i punti di vista. Tutti.

Leggevo su Terra Nuova l'articolo di un vegan che non parteciperà al pranzo delle nozze d'oro dei genitori, perchè non sarà un pranzo vegan. Trovo una rigidità eccessiva in questo atteggiamento; quel pranzo è un'occasione di condivisione, di affetto tra genitori e figlio. Immagino. Io vado ai pranzi anche con persone onnivore, e con la mia scelta, con quello che metto nel piatto mostro che si può fare altrimenti. Che si può non     mangiare gli animali, che si può vivere benissimo senza mangiare latte e latticini.

Ma se la mia vicina di casa mi offrirà una fetta di torta, fatta con amore, nella quale ci sarà un uovo, beh, non dirò più di no. Si può essere coerenti anche con una tv in casa, mi disse una volta la mia amica Jessica, con la quale poi ci siamo perdute, a causa forse, anche, di una certa rigidità.

Questo significa essere complici, essere troppo lassi? Non credo. La mia scelta e azione quotidiana continua ad essere vegan: contro gli allevamenti, contro lo sfruttamento degli animali, contro il loro essere usati come oggetti. Ma non sarò mai più ottusa.


violette spontanee raccolte per un oleolito (V.arvensis)

Immagino di dare grandi soddisfazioni ai miei detrattori, con questo post. Bene! Avete anche voi di che nutrirvi.
Io, scusate, ma abbandono la pesantezza per volare libera, selvatica, intelligentemente vegan, anzi, vegetariana che non mangia uova e latticini. Preferisco. :)





Lost in Translation - Maggio 2013
Pennarello nero su carta
Collage





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32 commenti:

  1. A me invece la non rigidità sembra sempre sintomo di grande intelligenza.
    Altro che detrattori!

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  2. non sopporto gli integralismi, non digerisco gli editti, il mondo non è bianco o nero. Adoro la parola equilibrio, ancor meglio se associata alla parola "cuore"... queste e solo queste dovrebbero guidarci: sincerità, tolleranza, misura, cuore...
    buona libertà

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  3. Ho iniziato da mesi a dire che sono vegetaliana per evitare la parola vegan e non essere assimilata a certa gente isterica, faziosa, sempre in attacco e ... spesso anche peggio.
    Purtroppo nei sedicenti movimenti animalisti (la maggior parte sono solo movimenti di tastiera, temo) trovano terreno fertile le persone più disadattate, iraconde e arrabbiate con il mondo. Di conseguenza, si discostano sempre di più quelle la scelta vegan l'hanno fatta come scelta di vita felice, amorosa e empatica anche nei confronti degli animali.
    Sono certi bipedi che invece non si possono proprio sentire! Ma non c'è scritto da nessuna parte che noi ce ne dobbiamo anche curare :)

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  4. Ti ho già scritto a lungo e privatamente, ma voglio lasciare anche qui nel tuo blog un mio commento e riflessione spassionati.
    Il tuo post è illuminante per svariate ragioni, la prima fra tutte l'intelligenza e l'uso di parole che non sono i soliti slogan, diktat, claim pubblicitari e parole d'ordine che impestano la comunicazione anche di quei movimenti che si fanno latori di una sensibilità più evoluta. Il pianeta Vega(n) ultimamente e come tutti pare seguire questa regola dell'integralismo e dell'intransigenza: un po' è un segno dei nostri tempi, un po' una moda triste quella dell'abbaiare in faccia a chi non la pensa come te; forse per tema di cadere nel male opposto quello del compromesso, del predicar bene e razzolare male. Una persona che compie una scelta etica, non dovrebbe avere queste paure, perchè sereno e consapevole nella sua scelta: SCELTA appunto, compiuta nella libertà, proveniendo da quel "barbaro" mondo degli onnivori, a cui con fermezza si è deciso a un certo punto di opporre un netto rifiuto. Ma alla crudeltà e alla barbarie degli onnivori, non si oppone l'intransigenza ottusa, altra forma meno letale ma più sottile di crudeltà. Non amo, ne mi sembrano sincere quelle "conversioni" ottenute per coercizione, ricatto morale, alimentate dal senso di colpa. Quando io personalmente ho scelto, l'ho fatto liberamente, con il mio spirito ed il mio corpo in piena sintonia nel rifiutare la carne che aveva cessato di piacermi, di darmi quell'illusorio senso di pienezza e benessere forse retaggio di una fame ancestrale che evidentemente la nostra specie ha patito. Consapevolmente ed in piena libertà ho scelto; sicuramente sensibilizzato anche dal lavoro di attivisti e da messaggi non sempre accomodanti, anzi. Sicuramente non è una scelta facile e la coscienza ne rimane scossa, quando ti rendi conto e ti poni la domanda fondamentale "ma io sarei capace di uccidere l'animale da cui deriva il mio cibo? " e poi le altre "posso sopportare che esistano dei lager dove ogni giorno vengono sterminati migliaia di animali per soddisfare un artefatto bisogno di proteine?" e via così. Sicuramente io mi sono reso conto che non potrei mai nella condizione attuale uccidere un essere vivente senziente per mio nutrimento e che posso soddisfare la mia golosità "conviviale" senza far fuori nessuno ;-) per stare insieme e mangiare insieme non importa ammazzare qualcuno. Grazie Cecilia per le tue parole di onestà intellettuale e spontaneità! ***

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  5. Un caro amico, parlando di alimentazione vegetariana e vegan, mi disse che è più importante quello che esce dalla bocca piuttosto di quello che entra. La rigidita' poi è controproducente.
    Un bacio
    Francesca

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  6. Ho pensato la stessa cosa quando ho letto su terranuova l'articoletto! Ho pnsato "che peccato, poi pensano che tutti i vegan sono così".... :-( Tra l'altro un'occasione persa per far vedere agli altri quanto poteva essere buono il menù fatto apposta, seminare qualcosa...
    Anche io non mi trovo più nella etichetta, preferirei il semplice inglese whole food, plant based. ma in italiano è un po' lunghetto eh ;-)

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  7. Ho pensato la stessa cosa quando ho letto su terranuova l'articoletto! Ho pnsato "che peccato, poi pensano che tutti i vegan sono così".... :-( Tra l'altro un'occasione persa per far vedere agli altri quanto poteva essere buono il menù fatto apposta, seminare qualcosa...
    Anche io non mi trovo più nella etichetta, preferirei il semplice inglese whole food, plant based. ma in italiano è un po' lunghetto eh ;-)

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  8. Condivido, ho pensato anche io che quell'articoletto su terranuova fosse proprio triste....
    meglio l'inglese whole food, plant based ;-)
    Avevo già scritto, ma non vedo più il commento, se fosse doppio cancella :-P

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  9. quando mi capita di trovarmi di fronte a scelte di vita lontane dalle mie mi fermo e mi dico 'quella persona è felice? ha trovato la sua dimensione? il mondo non è migliore se tutti siamo felici?' quindi il rispetto dell'altro, la condivisione delle cose in comune, la scelta delle cose migliori nelle persone, credo provochino armonia. La rigidità verso scelte altrui nasconde secondo me un disagio personale.E i fanatismi in tutti i sensi sono pericolosi. Questo non significa che io non sbagli o che sia una persona che sta sempre bene con gli altri, ma mi ricordo che quello che non voglio che sia fatto a me non lo dovrei fare all'altro. La rigidità nasconde disagio, credo...mi piace quello che scrivi!

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  10. Che bello questo post!!!!A te va tutto il mio sostegno, cara Edera.E di certo non si può dire che tu sia una persona ottusa,anzi!Un abbraccio

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  11. Ogni post testimonia la tua crescita, ecco perchè è così bello leggerti ormai da anni :)
    Io sono vegetariana da più di un anno e questa strada di tolleranza devo ammettere di averla percorsa fin da subito perchè ho continuato a cucinare carne per il mio uomo che la ama, se degli amici vengono a cena offro vari cibi anche a base di carne e se i miei genitori vogliono portarmi al ristorante di pesce e non c'è altro ordino un risotto ai frutti di mare e i frutti li do a loro, non li costringo a cambiare...insomma sono flessibile quando entro in contatto con gli altri, integrarsi (con intelligenza e non come pecoroni) significa anche questo.
    Fermo restando che poi a casa mia faccio come mi pare e seguo strettamente la mia scelta.

    L'estremismo ottuso è uno dei mille aspetti della stupidità, me ne sono resa conto anche per altre cose nelle quali ero molto rigida :P

    Un abbraccio cara Ceci ^_^
    Sveva

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  12. Mi piace molto questo tuo post cara Edera e anche i commenti. Purtroppo spesso esce la voce di chi urla e così è facile pensare che i vegani siano tutti quantomeno parecchio arrabbiati ed intransigenti. Ed è bello sentire parlare invece anche chi ha fatto questa scelta (per me ottima) e ne parla con equilibrio. Come dice Erbaviola, di loro, degli isterici non ce ne dovremmo curare, ma si sa che purtroppo quando uno urla lo senti.
    Buon percorso cara, mi sembra sempre più bello*

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  13. ti sono vicina... anch'io voglio ritrovare la libertà di fare quel che voglio perche lo voglio, senza troppi schemi... i miei sono soprattutto sociali.... ce la faremo.... basta resistere, sempre!

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  14. Che i detrattori vadano serenamente al diavolo!
    Hai scritto cose che ho sempre pensato, leggendo molti post anche nel forum di parecchi anni fa, non solo tuoi.
    Credo che una certa capacità di adattarsi, di ristabilire le priorità, di valutare le situazioni caso per caso sia ciò che caratterizza una persona equilibrata, che certo segue i propri valori, ma che non li fa diventare uno scudo con cui difendersi (o attaccare). E poi, ciascuno fa il meglio che riesce, nella vita, in ogni campo.

    Una occasionalmente onnivora (barbara e crudele, evidentemente, ahahaha) con propensione al vegetarianesimo

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  15. Ho sempre pensato che l'uomo non è fatto per essere incasellato, siamo troppo complessi perché una sola parola ci qualifichi e definisca chi e come siamo. Sono anche convinta che la coerenza al mille per mille non solo non sia possibile, ma si trasformi in ottusità.
    Eppure sembra che le persone si sentano aggredite da chi è "diverso" da loro, come se il puro fatto che esistano comportamenti e modi di vivere diversi intaccasse la loro essenza: "se tu fai così, vuol dire che secondo te io sbaglio, e quindi devo attaccarti per dimostrarti che non è vero. Qui uno dei due ha torto e farò di tutto per dimostrarti che sei tu". Succede in tutti i campi, ed è deleterio.
    Basterebbe un po' di sano vivi e lascia vivere...
    Che sei una persona libera, dalla mente aperta e che la tua è una scelta di serenità e non di chiusura l'ho capito dalle prime volte in cui abbiamo parlato insieme di alimentazione. E quando vieni a prendere il caffé da me, preparare un dolce senza uova e latticini è un piacere e viene naturale, è un gesto d'affetto nei confronti di un'amica. :)

    Buona serata, baci!

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  16. Grazie a tutti per il contributo, sono molto contenta che il mio post abbia scaturito delle riflessioni importanti :) Volevo precisare che il mio discorso è un discorso filosofico, di distacco da un'etichetta che sento stretta; non per questo smetto di essere vegan. La mia scelta vegan è una scelta di vita, e rimane tale: voglio solo permettermi di scegliere in ogni istante, e non vivere la cosa con ottusità (vedesi il discorso che facevo sulla torta, come esempio). La scelta di non essere complice della sofferenza è una scelta di empatia nei confronti degli animali; ma ritengo importante anche l'empatia con gli esseri umani, animali anche loro (noi). Insomma, un discorso filosofico sull'apertura mentale...da vegan a vegan open-minded :)

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  17. Oh che bello questo post, grazie! Hai sintetizzato perfettamente il motivo per cui il 99% delle volte che sono davanti a un vegan (ma non solo eh, mica è solo lì la rigidità purtroppo) mi vien voglia di esclamare: 'SI SI VA BENE MA ADESSO SCUSA, DEVO CORRERE A CASA AD ARROTOLARE UNA BISTECCA NEL PROSCIUTTO E FRIGGERLA NELLO STRUTTO!' ;) La parola che piace tanto a tutti in questa congiuntura cosmica è FLESSIBILITA', e anche se tanti ne abusano, piace molto anche a me. Il giunco si flette ma non si spezza, ed è così che mi piace vivere :) Baci! A.

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    1. Per fortuna non tutti coloro che hanno fatto la scelta vegan sono così... Poi, ognuno fa le sue scelte e ha il suo percorso, e non sta a nessuno, nessuno, giudicare gli altri. Onestà e libero arbitrio, quello che dovrebbe muovere chiunque, a volte vengono tralasciati per ideali fissi, immobili. Tutto qui :)

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    2. Preciso! E la prima scelta è proprio di essere/non essere, e va rispettata sempre e comunque. Un aneddoto che non c'entra nulla (o forse si) e che voglio portare a sostegno della tua tesi: l'altra sera sono stata invitata ad una festa in un circolo gay/lesbo da un mio caro amico che festeggiava i due anni di unione col suo compagno. In questo circolo, fantastico peraltro, stavano appesi i cartelli di una campagna di sensibilizzazione che recitavano: 'alcune persone sono transessuali/gay/lesbiche/bisessuali: fattene una ragione.' Io ho obiettato che mancava: eterosessuali. Non so se mi spiego. Quando le minoranze difendono i propri diritti e le proprie libertà (e io sono sempre in prima fila in questo, credimi) qualche volta succede che sono talmente prese dalla loro lotta che non riescono a vedere al di là del proprio naso. Ciò non toglie che le battaglie siano assolutamente giuste, ma a volte ci vorrebbe così poco ad essere davvero diversi dalle persone contro cui ci poniamo :)

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    3. Esatto! il senso è esattamente questo. Non lascio la lotta, non rinnego quello che penso e le mie scelte. ma voglio avere la libertà di applicarle nella mia vita reale, e non come regole immobili e dogmatiche. Voglio includere l'incoerenza, l'onestà intellettuale, il distacco da ciò che è etichetta. Vivere l'ideale, e non vivere secondo un udeale. Sottile ed enorme differenza, secondo me :)

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  18. io credo cara Cecilia che nessuno debba, non tanto giudicare, quanto (e sarebbe già tanto) strumentalizzare le espressioni genuine di altri. Far proprio un pensiero di qualcun altro non significa piegarlo al nostro arbitrio e necessità del momento; un invito ad accettare quanto in noi esseri umani (e quindi anche animali-umani, mossi dall'istinto oltre che dal raziocinio) è incoerente e pulsionale, non è un invito al rimandare le impellenze della nostra coscienza, che il vivere in un era di crudeltà industrializzata ed iperefficiente comportano, nè la si deve interpretare come negazione dei nostri principi etici. Queste interpretazioni sono (per restar in tema di "rigidità" ) forzature che evidentemente ognuno calza a proprio vantaggio. In entrambi i casi non si è colto, mi permetto di dire, la bellezza della tua riflessione e la sua profonda e trasparente onestà intellettuale.

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  19. Per abitudine applico ai vegani lo stesso metro che applico ai credenti di qualsiasi confessione, ai sostenitori di qualsiasi ideologia, ai campanilisti di qualsiasi fazione: ciascuno è libero di vivere la sua vita come gli pare, finché non crea danni... e finché non cerca di convertirmi con piglio da Inquisizione Spagnola o da Conquistadores.
    Ho avuto a che fare con vegani dell'una e dell'altra specie. Purtroppo c'è gente che fa cosiddetta "propaganda attiva" intasandoti la bacheca di immagini truculente di animali moribondi, evidentemente confondendo il concetto di "informazione" con quello di "spam" (faccio riferimento al mondo dei social network e dei forum, tanto per intenderci).
    Per fortuna poi ci sono persone che mi fanno assaggiare una squisita fetta (enorme!) di torta cacao e marmellata di lamponi, salvo poi dirmi che non contiene derivati animali di sorta. O persone che molto garbatamente rifiutano un bicchiere d'ippocrasso perché hanno scelto di non mangiare nemmeno il miele, e che in questo modo mi hanno pungolato a fare qualche altra ricerca storica per adeguare la ricetta in versione "veg" ma senza perderci in filologia.

    La differenza è che i primi non fanno altro che scatenare acrimonia contro la categoria, i secondi si pongono semplicemente come variante, mostrandone i lati positivi. Col risultato che frugando per blog vegetariani e vegani ho trovato un mucchio di ricette adorabili, e che il mio consumo di carne si è ridotto spontaneamente. Sono una fierissima onnivora, ma soprattutto un'amante della buona cucina.

    Se le persone si limitassero a 1) informare e 2) mostrare gli aspetti positivi delle loro scelte - non solo con l'alimentazione, sia chiaro - senza abbandonarsi a inutili crociate sragionate... forse staremmo tutti meglio.
    Un conto è essere integri, un conto integralisti.

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  20. Io come ho già scritto condivido il tuo pensiero.
    Non condivido il "vivi e lascia vivere" (così, leggendo alcuni commenti) se inteso come "tu fai come vuoi e io idem senza che tu debba anche solo permetterti di aprlarmi dell'argomento".
    Fatto in maniera sempre rispettosa e gentile, ma l'informazione è essenziale.
    Per i gusti musicali o di vestiario vivi e lascia vivere, ma se mangi animali per me è una sofferenza saperlo e per gli animali essere allevati e uccisi.
    Ripeto, intendo con rispetto e senza essere impositivi o antipatici.
    Io ho tanti amici onnivori e non faccio certo loro la paternale quando ci vediamo.
    Ma per esempio tramite fb o conferenze, certo che l'obiettivo rimane promuovere il passaggio a una dieta veg ;-)

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    1. Visto che sono stata una dei "vivi e lascia vivere", mi permetto una puntualizzazione: è ovviamente giusto che uno esprima il proprio pensiero e, in quanto convinto che sia una scelta positiva (perché ne vive sulla propria pelle i benefici), si dia da fare per promuoverla presso altre persone. La mia critica è sempre relativa ai metodi usati, non alle ideologie di cui sono veicolo. ^_^ Ci vuole rispetto e, per quel che mi riguarda, tatto. Così come io non vado a decantare le prelibatezze del cinghiale arrosto davanti ad amici vegani (cosa di cui per altro io e le mie papille gustative siamo convinte), proprio per una questione di buona creanza, così trovo di cattivo gusto trovarmi la bacheca spammata di foto-architettate-nella-speranza-di-suscitare-orrore-e-senso-di-colpa. Anche perché di solito l'effetto ottenuto è proprio l'opposto.

      Saluti!

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    2. No, certo, il mio "vivi e lascia vivere" era inteso altrimenti: quando ci sono modi di vivere diversi è decisamente positivo confrontarsi e parlarne, in maniera rispettosa, non supponente e senza l'intento di "convertire" nessuno o farlo sentire una brutta persona perché segue un percorso diverso.
      Anche perché se ci limitiamo all'alimentazione (potrei dirti alla religione, all'idea politica...) questo è UN solo aspetto dell'esistenza, e non ci qualifica a tutto tondo come buoni o cattivi.
      Se poi far conoscere l'alimentazione vegetale e i suoi perché finisce per aprire la mente delle persone e portarle ad un consumo più consapevole di derivati animali (e perché no, ad abolirli del tutto),ben venga! Non mi piace quando diventa una crociata e soprattutto si cerca di convincere usando i toni sbagliati!
      Personalmente avere un padre vegetariano da vent'anni, amici vegetariani e vegan oltre che onnivori,vivere in campagna e avere nonni e genitori che fanno l'orto mi pone già in una posizione aperta nei confronti di questi temi. Leggere libri e blog in cui questa filosofia è proposta con serenità e senza fanatismo mi fa sentire arricchita e mi porta ad alimentarmi in modo più consapevole e naturale. Pur continuando a mangiare di tutto, diventa un piacere quando mi rendo conto che "posso fare a meno" di qualcosa, scegliere un piatto di legumi al posto di una fetta di carne .
      Certo che quando vedo che il buon senso è stato sostituito da un enorme paraocchi o da aggressività la mia apertura mentale si trasforma in chiusura, e se fa quest'effetto a me figurarsi a un carnivoro convinto!
      Capisco quello che dice Edera:è difficile "etichettarsi" in un certo modo quando sei una persona mite e attorno a te trovi rappresentanze lontane anni luce dal tuo modo di essere...

      Ciao!

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    3. Certo, condivido appieno!
      INfatti il rispetto è la condizione sine qua non. Si deve rispetto anche ai criminali, a tutti.
      E anche io credo che l'atteggiamento aggressivo renda l'interlocutore ancora più chiuso e sulla difensiva e quindi, oltre che antipatico, è controproducente anche per la causa :-)

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  21. Il tuo post capita a fagiolo, perché rispecchia ciò che sto pensando io in questo periodo. Ultimamente mi è capitato di fare parte di un gruppo su Facebook di Vegani vicino a dove abito io, ma data una letta ai post, mi è subito presa la voglia di scappare. Un covo di cattiveria gratuita contro il genere umano, contro chi non la pensa come loro ed è onnivoro. Fa male leggere quelle cose, perché sento proprio l'odio che straborda da quella pagina.
    L'amore, l'amicizia, i sentimenti VERI, vanno ben oltre ad una bistecca; se sei disposto a tagliare i ponti e a sputare veleno contro chi fino a poco tempo prima amavi, ma ahimè, mangia carne, allora...non erano sentimenti genuini.
    Le pecore nere sono ovunque, io credo che di fondo uno debba comprendere le idee altrui, anche se queste vanno contro il nostro modo di pensarla. Rispetto, è questa la parolina magica.

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    1. Ciao cara, beh, c' da dire che epr fortuna non tutti sono così...e che siurmante l'etichetta anche qui non serve. La gente è cattiva, o buona, o piena di rabbia, o meno, indipendentemete dal fatto che sia vegana o meno. Io ho avuto pessime esperienze, ma questo non signifca che si possa fare di tutta l'erba un fascio.

      Il mio è un discorso proprio di ribellione nei confronti di etichette che mi vanno strette :)

      Sul rispetto, sono completamente d'accordo con te!

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  22. Personalmente sono ancora al passo precedente (ovvero tendente al vegetarianesimo, ma con pochissima rigidità).
    Sono completamente d'accordo con il tuo approccio.
    Ma la di là poi del tema di questo post, è che mi è venuta voglia di mandarti un abbraccio virtuale. Mi sono sentita in qualche modo sulla tua lunghezza d'onda in senso più ampio.

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  23. Cara Edera,

    solo ora ho avuto il tempo di leggere questo post, che mi trova completamente d'accordo. Per molto tempo ho frequentato la "scena" vegan, anche perché ho fatto parte del comitato organizzatore del VegFestival per diversi anni. Me ne sono allontanata perché notavo la rigidità degli stessi rispetto a me (che ho un fidanzato onnivoro e sono l'unica tra i miei amici ad essere vegan) e a molte altre persone. Ho sempre voluto applicare il metodo di valutazione per il quale per me una persona è da valutarsi nella sua interezza. In fondo, anche io ho mangiato carne per 20 anni, non posso giudicare nessuno.

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  24. Non mi aspettavo altro da una donna che ho sempre stimato tanto. E' bello che la tua scelta sia totalmente amore, e non moda, o voglia di sentirsi MIGLIORI. Ne ho piene le scatole di gente che fa "Bleah" quando ordino una salsiccia. E di gente che parla di cadaveri a tavola.
    Pensa che conosco anch'io gente che non va a Pasqua dai parenti per questo motivo.
    Il discorso da adolescente invecchiata lo faccio io. SIAMO TROPPO VECCHIE PER METTERCI DELLE ETICHETTE. Ti voglio bene.

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    1. Paola, ti voglio bene anche io.Mi trovi completamente d'accordo, specie sulle etichette :) ti abbraccio forte cara :***

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