giovedì, gennaio 10, 2013

le ossa degli Alberi


L'inverno è la stagione che, più di ogni altra, ci focalizza su noi stesse, sul nostro corpo. La natura si spoglia e lascia vedere, esposte, le ossa degli alberi, i dorsali delle montagne, le spiaggie senza nessuna orma. I cieli tersi e così limpidi da spingere alla chiarezza, alla riflessione e anche all'accudirsi, a fare Nido.



E' il momento di stare in casa, riordinare le idee e gli oggetti, fare un pò di pulizia, e proteggere il nostro abitato. Sciolgo sale grosso nell'acqua, lavo i vetri della mia casa tracciando segni di  protezione, metto foglie di alloro incantate per accompagnarci verso la Primavera.





Ieri sono stata con una cara amica a Firenze, in città. In una città grande, non come la piccola Pistoia dove vado quando scendo dai monti. Firenze è bellissima, incantevole, ti rapisce nella geometria delle sue stradine e dell'architettura. Ci sono negozi, negozietti, piccoli gioielli incastonati ne tessuto vivo delle strade. Negozi di oggetti giapponesi, dove trovare i trucchi delle gheishe; vestiti vintage e di sartoria, dai colori sgargianti che occhieggiano anche attraverso la serranda del negozio chiuso; scarpe, cappelli, guanti; e ancora libri, maglioncini, carta da regalo e quaderni di carta fiorentina che sono quasi più preziosi dei libri.

Eppure, mi rendo conto di quanto io sia cambiata, in questi anni. Quando vivevo a Bologna, immersa e parte costituente della grande città, amavo osservare gli oggetti, ammirare le vetrine, e spesso acqusitare qualcosa, epr quanto mi consentissero di fare le mie -di allora- finanze.

Adesso guardo tutti questi negozi, tutte queste cose, e non riesco a trovare una benchè minima ragione per acquistarle. Vedo la maglietta buttata per terra nel grande magazzino, la ressa di signore per accaparrarsi il vestitino in saldo, la quantità strabordante di vestiti a poco prezzo, tagliati male, di nessun gusto. Non riesco più a farmi abbagliare dal marketing, dalla disposizione dei prodotti, dai colori sgargianti.

Poi penso sempre beh, ma quello posso farmelo anche da sola!, anche se poi magari non sarà così, perchè tornando a casa mi accorgo di avere già tutto quello che mi serve di cui ho bisogno. So che se avrò voglia di un nuovo vestito, e di un vestito come dico io, me lo cucirò da sola, magari con l'aiuto della mia insostituibile nonna; e così sarà per l'oggetto di arredamento, che preferisco scovare in un mercatino dell'usato, se proprio non posso farne a meno.

L'altro giorno io ed il Re delle Fate abbiamo trovato, abbandonati ad un cassonetto, due quadri dipinti a mano. Niente di che, non erano certo due quadri innovativi o di grande talento: eppure, in quel mazzo di fiori dipinto si vedono tutte le pennellate, i colori, il gusto e l'estro di chi ha composto quell'opera. Come nel quadro che ritrae una scena di vita agreste, con le mucche dipinte davvero molto bene, sembrano quasi vive, così morbide e dagli occhi lucenti.

Li abbiamo salvati, quei due quadri. Per ora se ne stanno nella nostra rimessa, ma spero che prima o poi troveranno un loro posto; era davvero tremendo vedere due opere realizzate con amore ed impegno abbandonate lì, in mezzo ai rifiuti.

Gennaio mi sta portando questo: la consapevolezza che ciò che conta molto spesso è essenziale, semplice, lineare, come i rami degli alberi in inverno. Semplice e solido, e pronto a rinascere.



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7 commenti:

  1. E' stata una fortuna che tu e il Re delle Fate abbiate salvato quei quadri.
    Opere dipinte a mano sono rarissime e di inestimabile valore poiché contengono l'amore che una persona ci ha messo dentro nel dipingerle.
    Buon weekend :)

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  2. Come siamo vicine... anche io sento le stesse cose negli stessi luoghi.. siamo così vicine e così lontane dal mondo.
    un abbraccio
    la Zia Artemisia

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  3. d'accordo con te..come sempre!
    da artista poi non posso che provare dolore all'idea di una qualsiasi opera gettata via..potrà anche essere una crosta..ma come dici tu chi l'ha fatta ci ha messo sicuramente il cuore e gli ha donato un'anima..
    un abbraccio, Caterina

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  4. Io che non sopporto l'inverno perché fin troppo freddolosa rimango affascinata dalle foto che pubblichi nonostante mi facciano sentire un brivido di freddo dietro alla schiena.
    Non ti ho più fatto sapere in merito all'impacco di argilla sul mio polso dolente. Direi moooolto meglio! Grazie mille per il consiglio :D
    Buona settimana, un Sorriso...

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  5. Cara Cecilia, ora che sono immersa nella creatività questi mesi che prima detestavo ora li vivo meglio, mi piace stare a casa al calduccio a pulire e sferruzzare ^-^ ma dentro di me sento la primavera farsi forza sotto terra anche se qui oggi sta per nevicare ^-^

    Anch'io ora quando sono in giro a cercar vestiti penso ma no dai posso cucirmelo da me...e alla fine non prendo mai niente..ma poi non compero mai stoffe perché biologiche sono quasi impossibili da trovare!!!

    Un'abbraccio
    Marta

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  6. Esattamente come penso io. In questo periodo mi trovo stupita di me stessa per non provare più alcun entusiasmo davanti a negozi che prima esercitavano un grande fascino su di me. Anch'io penso "me lo faccio io" o "me lo compro al mercatino" o ancora "vedo se qualcuno che conosco ce l'ha e non lo utilizza".
    Una volta (fine anni '90) conoscevo perfettamente la sequenza di tutti i negozi di via Indipendenza e la Montagnola era una tappa fissa ogni settimana:D
    Bella la macchina per fare la pasta (da noi, si chiama nonna Papera, pensa te). Anche a noi l'hanno regalata e la usiamo davvero moltissimo.
    Ciao cara e buona giornata nella neve:) Qui purtroppo troppo poca.

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    1. Anche io ero fissa in Montagnola, per non parlare dei negozietti di strada maggiore e via san vitale e ovviamente via indipendenza. :)

      Un abbraccio!

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