Parliamo delle donne. Anzi, parliamo delle donne e del loro rapporto con la gravidanza. Uuuuh che palle, direte, rieccoci a parlare di nuovo dell'argomento figli si, figli no.
Vorrei parlare di come la mia idea di gravidanza, ed il mio relazionarmi con essa, sia cambiata nel passare degli anni. Vorrei parlarne perchè mi sembra che, tra donne, la questione gravidanza sia un argomento di scarsissima importanza quando una non lo è ancora e non lo desidera, e invece quanto sia, poi, argomento di totale e monopolizzante importanza quando una lo è.
Io sono andata a fasi.
Fase 1 : o dell' "Io incinta? Per carità!"
questa fase mi ha accompagnata dai 20 ai 30 anni circa. Facevo l'attrice, poi ho aperto il mio negozio di erbe, poi volevo fare l'orto, poi avevo già due cani che bastano ed avanzano, poi ancora non è il momento, poi (e soprattutto): sai che menata deve essere avere un figlio? Non dormi più, non mangi più, non esci più. La tua storia d'amore inizia a traballare, i tuoi progetti si sgretolano come argilla al sole. Nel mentre, c'è da dire che ero nella fase (anche) uscite con le amiche + aperitivi + cene fuori + seratine a ballare nei posti underground e/o a teatrare.
Non incontravo MAI donne incinte: le mie amiche che già avevano figli erano molto più mature di me, molto più capaci di me, molto più mamme di me. La donna incinta era un'entità sconosciuta, che gravitava al di fuori del raggio di azione mio e di chi mi stava vicino.
Mi ricordo che a volte, quando indossavo i miei amati vestitini estivi stile impero, morbidi sulla pancia, c'era qualche anziano del paese che mi diceva: "Sei incinta?" e io rispondevo, puntualmente infastidita :" Io? Neanche per sogno!"
Fase 2: o dell' (Estenuante) Ricerca
Dopo aver incontrato l'Amore, ecco che un desiderio nuovo ed inconsulto si affaccia alla mia mente. Voglio un bambino. Voglio un figlio che sia la sintesi perfetta dell'amore tra me e Andrea. Uh si, avere figli che menata, ma il nostro sarà diverso. Lui dormirà la notte, mangerà il giorno, sarà indipendente, leggerà a tre anni e a sette sarà già laureato in fisica nucleare. Eh si, che gran fatica educare un figlio, ma noi ce la faremo, noi siamo diversi, oh yeah.
Dopo anni e anni di paranoie sulla facilità di concepimento, lezioni di educazione sessuale su come usare il preservativo, genitori medici che mi hanno sempre, e dico sempre, inculcato i benefici della precauzione e l'assoluta necessità di stare attenti, pensavo (ingenuamente) che restare incinta fosse un gioco da ragazzi.
E invece no. Anni di viva il preservativo, usatelo sempre, etcetera etcetera, ma una volta che incinta invece ci vuoi rimanere, scopri che non è così facile come diceva mamma.
Calcoli su calcoli che neanche l'ufficio balistico della NASA. Grafici, curve cartesiane, punti e linee. Se il ciclo è di 26 giorni vai sicura che il 10 giorno rimani incinta, calcolando anche la posizione della Luna e la quadratura di Giove con il tuo segno. Sogni profetici.Consigli su posizioni improbabili da assumere dopo l'amore.
Temperatura basale: e metti il termometro, e leva il termometro e riporta i dati sul grafico (non sto scherzando, e se non ci credete andate a vedere il famosissimo sito
Fertility Friend ).
Niente accadeva.
Improvvisamente il mondo attorno a me si riempie di donne incinte. Sono per strada, al supermercato, alle Poste. Spuntano da dietro gli angoli delle strade, belle, rotonde, incinte. Sono in tv, tutte le star si sono messe d'accordo per rimanere incinte adesso. C'è pure la Kate d'Inghilterra, che non passa giorno senza sapere quanti minuti mancano al parto, e poi come è bello il principino, e quante volte ha riso/pianto/fatto la cacca.
Ognuna di loro è una pugnalata dritta al cuore. Lo prendo come un fatto personale: perchè io no? Vorrei gridarlo a gran voce: ehi, gente, perchè TUTTE rimangono incinte e io no? Eh?
Nel mentre, anche le mie amiche rimangono incinte a raffica. Attorno a me si parla di parti, pance, latte, neonati.
Io me ne sto abbastanza in silenzio, con le mestruazioni puntuali ogni mese.
Fase 3: o del Panico.
Dai e dai, sono incinta. E mi pento amaramente di:
non aver letto tutto lo scibile umano su allattamento, parto, educazione dei figli, gravidanza, nanna, pappe, e così via
non essere abbastanza organizzata da gestire lavoro handmade, casa, energie, orto, cani
non essere abbastanza mamma
non vivere in città
non aver trovato un lavoro stabile che poteva garantirmi sicurezza economica e indipendenza e blablabla
Mentre passo le giornate cercando di accogliere la gravidanza, arrivo al terzo mese, e come sapete perdo il bambino.
Fase 4: o del Non So Come Ho Fatto
La fase 4 è ancora attuale. Comprende la disperazione della perdita, la rabbia per ciò che è accaduto, la speranza nel futuro, l'accettazione per quello che non si può cambiare, il grande amore tra me e Andrea che ogni giorno si fortifica nonostante le difficoltà, e anche il gran culo di aver trovato un lavoro. In erboristeria. Abbastanza vicino casa. Un lavoro che mi piace.
Fase 5: o dell' "Anche No"
Le donne incinte che incontro non mi suscitano invidia. Non sento più quel dolore lancinante che mi attanagliava completamente alla visione di una pancia rotonda. Anzi, per dirla tutta, quando vedo una donna incinta penso: ebbè, mò son cavoli tuoi.
Intanto, le mie amiche hanno figli splendidi, che le impegnano in maniera direttamente proporzionale alla loro meraviglia ( e sappiate che i miei nipotini sono tutti assolutamente meravigliosi).
Mi ritrovo a pensare: che culo che possiamo andare al cinema/a cena fuori/cambiare programma all'ultimo minuto/dormire fino a tardi quando non lavoriamo/fare l'amore quando ci va/fare giratine senza pargoli che devono dormire/mangiare/giocare !
quasi quasi un figlio anche no. O anche dopo. O almeno non adesso. Insomma. Vedremo.
Fase 6: o del "Che bella!"
Mi trovo adesso in questa fase qua. Che se vedo una donna incinta la osservo con piacere. Se mi imbatto in un articolo su internet che parla di gravidanza, allattamento, parto, se ho voglia lo leggo. O anche no. Ma non mi ferisce, nè mi spaventa, nè mi fa sentire esclusa dal consesso femminile.
Che se una dei miei contatti facebook annuncia la lieta novella di una gravidanza imminente, non tolgo le notifiche e smetto di seguirla (si, ho fatto anche questo).
Se mi trovo con una mamma con il suo pargoletto, non ho paura, non mi sento meno donna, non invidio la sua situazione. La vedo per quello che è: una donna come me, con le sue gioie ed i suoi dolori.
Se vedo un bambino, non mi chiedo se dorme, se i sui genitori sono felici, se è un piccolo dittatore, se fa i capricci. Lo osservo, per quello che è.
Poi, se la mia amica Ila durante una merenda tra donne mi mette in braccio la sua batuffolina Viola, o se Nora mi sorride guardandomi negli occhi, o se Elettra gattona e io la vedo nel video che mi manda Silvia, o se Zelda mi offre una tazzina di tè per gioco, o se Leone tende le sue manine verso di me e vuole che lo prenda in braccio, o se Niso apre gli occhi e mi sorride,se Elia mi legge le letterine tutte in fila senza sbagliarne nemmeno una, se Zeno mi regala un disegno, se Carlotta raccoglie con me i sassolini del mare, io semplicemente godo di quei momenti, per quello che sono. La magia della vita, la bellezza dei bambini.
Penso che ci siano molte cose faticose, nella vita. Molte cose difficili, per le quali vale la pena, comunque sia, di mettersi in gioco.
Che ne dite, sono pronta?

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