venerdì, febbraio 07, 2014

Hai mangiato?



Come molti di voi sanno già, a CasaEdera non c'è la TV. E viviamo benissimo senza! Però a volte capita di guardarla, a me capita quando vado a casa di mia sorella. Ci spaparanziamo sopra il suo divano, nella sua piccola mansarda-soffitta (mia sorella vive in una casina di città deliziosa, che se non amassi così tanto il posto in cui vivo, davvero farei il cambio di casa!), e ci guardiamo qualche programma trash.
Uno di questi, che non avevo MAI visto, è Master Chef.

Inorridirete, ma io mai avevo visto questo programma e non avevo idea di che cosa fosse. Me lo hanno presentato come una gara tra cuochi, e quindi avevo anche qualche curiosità nel guardarlo. Mi piace molto tutto ciò che riguarda la cucina. Amo vedere le persone che cucinano. Credo di avere imparato ad amare le mani in pasta sin da piccola, guardando la mia nonna preparare i soffritti per i sughi meravigliosi che ancora cucina, il mio nonno che impasta le ciambelline all'Anice che vengono direttamente dalla ricetta della mia bis-nonna ciociara, la mia mamma che faceva un tiramisù paradisiaco.

Il mio amore per la cucina si è snodato nel tempo, a Bologna, nelle case che ho vissuto, mescolando le ricette calabresi con quelle triestine, o emiliane, imparando nomi di ricette, e facendo miei ingredienti e spezie, calore dei fornelli e chiacchiere, cenette a lume di candela e tavolate di almeno 6 persone per volta.

Credo che, oltre al cammino spirituale, anche la cucina mi abbia spinta agli studi erboristici: amo annusare le erbe, raccoglierle, pulirle, cucinarle... la cucina permea la mia vita.

Amo ancora osservare mia nonna che tira la sfoglia, la mia amica Irene che cucina con una maestria incredibile, Andrea che con tre ingredienti tira fuori dei manicaretti deliziosi, la mia Polly che cucina le orecchiette con le cime di rapa e taglia le verdure come lei nessuno mai, insomma...se non mescolassi tutti i giorni pasta di sapone, erbe e cera per candele, sicuramente i miei pentoloni non sarebbero vuoti!

Con questo stato d'animo e questa curiosità mi sono messa a vedere questo famoso MasterChef.
Per rendermi conto, dopo appena dieci minuti, che qui di tutto si parla fuorchè di cucina.
Viene messa in risalto la competizione, le strategie, e questo atteggiamento post-postmoderno fatto di disprezzo, ansia, supponenza e fastidio.
Ma qui non si parla di cibo! Si vedono questi sciagurati, aspiranti cuochi, che corrono da una parte all'altra per cucinare in un tempo brevissimo piatti super elaborati.
Speravo, comunque, di perdermi tra le immagini di frutta e verdura ben affettata, imparare trucchi del mestiere, che ne so, godere del lento sobbollire delle pentole, o delle presentazioni dei piatti.
Niente di tutto questo. 

Cioè, il cibo quasi non si vede.

Il tempo di presentare un piattuccio di novelle cousine allo chef di turno, che ci sputazzerà sopra qualche cattiveria.
I piatti inquadrati non hanno calore, non hanno profumo, non hanno colore.
Sono...invisibili.

Ho pensato per tutto il tempo a quella struggente e vera frase di Alda Merini  Elsa Morante (grazie Margherita per la correzione!):

LA FRASE D'AMORE PIÙ VERA, L'UNICA È: "HAI MANGIATO?" 



Ecco. Lì le cose non vengono nemmeno mangiate. Vengono assaggiate con sufficienza, votate con arroganza, cucinate senza amore.
La mancanza di amore è evidente in ogni singolo minuto di questo programma.

E questa mi sembra anche una sintesi di quello che oggi è il cibo, per la maggior parte dei media.
qualcosa da usare come pretesto per mostrare le persone che gareggiano, che litigano, che si odiano. Che vogliono vincere.

Nei tempi televisivi, e a volte mi sembra anche nei tempi delle nostre giornate, non c'è tempo per aspettare. Aspettare che la crema solidifichi, che il sugo sia pronto, che il vino evapori con calma, con i suoi tempi. Che il pane lieviti, che la torta sia fredda per toglierla dallo stampo.
O che un desiderio diventi realtà.

MasterChef è la sintesi di tutto questo. Vince il migliore, il più furbo, il più arrogante, il più veloce. Quando la cucina è pazienza, tempo, amore. Tutto il contrario, praticamente.

Nella mia famiglia, e per famiglia intendo sia quella di origine, che quella composta dai miei amici, il cibo è un atto di amore, un modo per passare insieme del tempo, è un modo per dimostrare quanto bene ci si vuole.

Quando cucino per il mio amore, per i miei amici, per mia sorella, io lo faccio con amore. E non è una frase fatta. Dentro a quello che faccio, insieme alle spezie che profumano, alle verdure che si cuociono piano piano, agli odori ed ai sapori, io ci metto pazienza e amore.

Impasto il pane, faccio i biscotti. Preparo una torta salata per la cena, oppure una crema di carote alla maniera cilena (e Polly e Julie sanno che cosa vuol dire quella crema di carote: è la bandiera delle nostre serate bolognesi, fatte di chiacchiere tra sorelle). E dentro ci metto anche l'amore. 

Come dice Tita in "Come l'Acqua per il Cioccolato", che mi sono dovuta riguardare qualche sera dopo MasterChef:

Il segreto sta nell'amore che ci metti.



il mio pane di questa settimana, lievitato con la nostra Pasta Madre



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19 commenti:

  1. :)
    Carissima... un post splendido. Come sempre, del resto.
    Pur avendo la TV, anche io ho solo "intravisto" questo programma... e altri simili. Non mi garbano.
    Hai fatto un analisi più che precisa...
    Faccio sempre molta selezione se accendo il trabiccolo (leggi=tv).
    E' un mondo veloce, confuso e confusionario questo. In tutto il minestrone, ci si trovano cose orripilanti e cose buone (se pur rare e ben nascoste). Si impara a riconoscerle e ad avvicinarsi solo a quelle che fanno star bene. E a evitare quelle terribili.
    Il tuo blog è (per me) un esempio di "buona qualità" e resti tra le mie poche e selezionate letture :)
    In attesa di rivederti, ti abbraccio forte
    Ila

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    1. Cara Ila, grazie per avermi inserita tra le tue lettura di qualità :)
      Sicuramente anche la tv qualcosa di buono ce l'ha. Qualcosa c'è nei meandri dell'etere... ;)
      Un abbraccio a te!

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  2. Adoro leggerti, davvero. Hai una sensibilità che quasi riesco a toccarla con i polpastrelli, seppure c’è un monitor di mezzo e tanti chilometri di distanza.
    Mi trovi pienamente d’accordo con quello che dici su Masterchef e non conoscevo la frase di A. Merini ma hai ragione, la trovo profondamente vera.
    Sarà che è la frase che più mi ripete mia mamma e in quelle poche parole io riesco a leggerci tutto le sfumature del suo amore per me.
    Grazie di avermene fatto dono, col tuo permesso da oggi sarà anche un po’ mia. :)

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    1. Grazie mille Katiuscia. Le mamme chiedono sempre se abbiamo mangiato, la mia me la ricordo molto spesso legata alla cucina e al cibo. Era una pediatra, e la sua specialità era proprio l'amore verso i bambini :) E quella frase di Alda Merini è la dichiarazione d'amore più bella che ci sia.

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  3. Sono d'accordo con te fino all'ultimissima virgola dell'ultimissima parola. Infatti tu non devi guardare Masterchef, Se vuoi guardare un programma di cucina guarda Nigella, la mia gorgeous radiant goddess dei fornelli.

    https://www.youtube.com/watch?v=TDETOCRU2EI

    Io da grande voglio essere lei. Baci.

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    1. Ne avevo sentito parlare ma non l'ho mai guardata...grazie per il suggerimento! Sono proprio curiosa :)

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  4. Spesso le analisi più concrete vengono fatte da chi ''non è nel sistema''. La mia non vuole essere assolutamente una dichiarazione che si radicalizza in qualche idea politica,anzi.Semplicemente che, a volte, non far parte di qualcosa ti porta a vedere le cose più chiaramente.E' come se fosse il contario, di quando per vedere qualcosa più nitidamente ci avviciniamo.Qui è il contrario.Per guardare meglio le cose è necessario distaccarsi. Si dice che il problema degli italiani ( ma è una banale generalizzazione, si puo' applicare a chiunque, a qualsiani nazione) non sono il 14% che legge periodicamente (pochini), ma l'86% che scrive.Spesso baggianate, disinformazione fatta non per infomare ma per disinformare ancora di più.Ti leggo raramente, ma il tuo stile di vita, non certamente usuale, lo porti in maniera...'elegante', concreta, razionale. Sinceramente mi fanno ridere vegetariani/animalisti/etc che pur difendendo le loro ragioni, leggendoli, ti mettono più ansia di chi rappresenta il 'classico consumatore medio'. Sempre accaniti, acidi, arroganti, criticando chi sta fuori, ( a volte mi è capitato di leggere blog di chi ama la natura, ma se vede una ghianda si stupisce..di chi preferirebbe una vita 'green' e poi oltre che frequentare locali notturni non fa). Ovviamente ognuno puo' fare quello che gli pare, ma leggi in un modo e tutti sul blog a commentare quanto sei ''fata dei boschi''.Poi è tutta una montatura...ahimé. La cosa triste è che c'è anche gente che va dietro a questi personaggini. Poi ci sono persone come te, che indipendentemente da quello che fanno, da quanto sei d'accordo o meno, ma 'leggerti' ti lascia 'sereno'. Questo significa, IMHO, che quello che passa al di qua dello schermo è presumibilmente veritiero. Complimenti ancora. a.

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    1. Ciao, e grazie mille per questo commento così sentito. In effetti sono d'accordo con te, molto spesso per vedere bene le cose bisogna un pochino allontanarsene, distaccandosi. Non sempre è facile, almeno per me, che sono una persona molto "immersa" nel flusso delle cose. Quando scrivo, però, ecco che una bolla di calma e pace mi accoglie, e davanti allo schermo, ai tasti del pc, riesco a trovare un filtro per mediare quello che vivo e quello che penso. La mia scelta di vita sicuramente non è usuale, soprattutto non voglio che sia "congelata" in un modo di essere. Amo vivere tra i boschi, e andare a teatro la sera e fare le ore piccole con il mio amore, a chiacchierare su film che abbiamo visto o a leggere e a scambiarci le nostre opinioni. Amo raccogliere le erbe officinali, e poi mi metto il rossetto prima di uscire. Insomma...sono in continua evoluzione :) Grazie per i complimenti, buona giornata!

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  5. Sono convintissima di questo! L'amore è l'ingrediente che fa la differenza, è qualcosa che si percepisce con il sesto fra i sensi che si attivano quando si assaggia qualcosa.
    Sai quanto mi piace spadellare, eppure programmi del genere proprio non li reggo perché non capisco cosa c'entri la competizione, la catena di montaggio, il cronometro...in cucina mica siamo in una fabbrica...
    Ti aspetto, presto, per un pranzino nella mia, di soffitte...sta diventando sempre più carina per accogliere un po' di amici :*

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    1. Mia cara Marzolina, non vedo l'ora! Facciamolo presto. Ho voglia di vederi, delle nostre chiacchiere e del tuo caffè lungo. Dimmi che me lo farai anche nella tua casina nuova. :*

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  6. In casa lo guardano ma a me disturba proprio per lo stesso motivo...non c'è il calore di una vera cucina..
    E mentre parlavi della tua, e dei tuoi cari, di cucina potevo sentire l' odore delle spezie, delle erbe, il calore delle pentole e delle persone che ti sono vicino...un vero incanto...altro che MasterChef...Un abbraccio. Agrifoglio P.s. Hai letto il libro della Esquivel da cui è tratto il film?

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    1. Ciao cara, si, l'ho letto...è bellissimo. In effetti l'ho ripreso in mano, lo avevo letto che avevo 18 anni. Me lo ricordo poco, ma ricordo che era bellissimo, come il film. Uno dei rari casi in cui libro e film sono belli entrambi :) Ti abbraccio :*

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  7. Bello tutto questo post!
    Poi alla fine mi citi Come l'acqua per il cioccolato e mi fai venire in mente questo film che adoro e che mi rivedrei tanto volentieri:)
    Buona serata*

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    1. Grazie tesoro! Rivedilo, è davvero bellissimo. o ho trovato il dvd in biblioteca :) Buon fine settimana :*

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  8. E io invece, che in origine, avrei dovuto scrivere questo post (su suggerimento di Edera), citerò "La Grande Abbuffata" il capolavoro di Marco Ferreri. La citerò fra un pochino…

    Il post non l'ho scritto anzi mi è parso opportuno incitare Edera a scriverlo perchè aveva centrato in pieno il nocciolo della questione, collegandolo con naturalezza alla splendida frase di Alda Merini ed al film tratto dal romanzo della Esquivel, dove per giocar ad armi pari e restare nell'universo delle cose narrate per immagini, profumi, colori, sapori e gesti sapienti bucano lo schermo e se anche lì sono il veicolo per narrare di amori, conflitti, luci e ombre delle relazioni umane, lo sono restando vivide, incessanti e mai pretestuose.

    Masterchef è l'ennesima e, temo non ultima, affermazione di una cultura competitiva, muscolare e arrogante. Piace così', piace vedere gente che litiga, che piange: alla fine sono dei clown in negativo che suscitano sentimenti bassi e ci affrancano dalla bassezza. Per tale ragione ricordo "La Grande Abbuffata" dove il cibo è ahimè veicolo di una disfatta umana di uomini apparentemente di successo, tremendamente svuotati a cui non resta che il rimpinzarsi fino (spoiler) alle estreme conseguenze.

    Ferreri non era un uomo marketing della endemol, ma un artista e perciò nulla ci risparmia e mentre ridiamo di Michel Piccoli che si accascia sul pianoforte gonfio e flatulente, non possiamo che non indentificarci in tanta miseria. Resta il cibo (cucinato ovviamente da un vero "Masterchef" come poteva esserlo l'indimenticabile Tognazzi) sublime, elaborato, lussurioso, ultimo atto creativo \ distruttivo, sugoso, possente.
    Anche lì come nel romanzo della Esquivel, centrale, magico e imprescindibile.

    Non un pretesto narrativo, ma come nella vita, questione di vita o di morte, cerimoniale, grottesco, emozionante.
    Anche in Masterchef sembra essere così, perchè i poveretti che scorazzano isterici dalla dispensa alla cucina per cucinare a tempo di record piatti complicatissimi, su cui la telecamera indulge in primi piani di facce stravolte dalla tensione, dall'invidia, dalla rabbia, ne fanno (seppur artatamente) una questione di vita o di morte.

    Invece non dobbiamo dimenticare che proprio lì sta l'inganno, che questi sono attori\cuochi e che tutta questa competizione è palesemente fasulla e allontana dalla magia, talvolta macabra come nella "Grande Bouffe" o onirica e seducente come in "Come l'Acqua per il Cioccolato", del cibo. Il contrario dell'opera d'arte (cinematografica in questo caso) dove una finzione, rivela invece i profondi meandri dell'animo umano senza nulla togliere al profumo delle spezie e dei manicaretti.




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  9. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Ho eliminato questo commento perchè era doppio del precedente :)

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  10. Come vi invidio senza tv:-) Ho sempre voluto toglierla ma con 4 bimbi e un marito che ama guardarla è una missione difficile, siamo stati però diverso tempo fa vari mesi senza. La cosa più brutta per me è che quando ti siedi a guardarla non vorresti più alzarti dal divano anche se stai guardando una cavolata, per me è così una specie di calamita che ti attira a se, ma negli ultimi mesi almeno io ho imparato a starci lontano anche se sentirla accesa mi crea comunque disturbo, ma almeno evito di sedermi in sala per guardarla, perché poi le mie energie sono a zero. Il film che citi non mi sembra di averlo visto, andrò a cercarlo:-) Anche per me cucinare vuol dire metterci amore, stamattina ho sfornato 4 bellissime pagnotte e stasera sarà il turno di 4 pani ripieni di uvetta, fichi e noci...amo cucinare e pensare all'amore che mia madre e mia nonna ci mettevano loro quando ci cucinavano, gnocchi, crostate, biscotti, ecc...tutto fatto in casa e con amore.❤︎

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  11. Anche io ho citato Alda Merini, e anche te che l'hai citata.
    Un caro saluto Cecilia! http://www.cuocamattarella.it/ricettario/35-ricetta/523-tarte-tatin-al-radicchio-funghi-e-spinacini.html

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