martedì, maggio 08, 2012

Meglio Senza

 Credo di aver inziato la strada della decrescita quando ero ancora studentessa, e vivevo a Bologna. Sono stati due gli episodi che ricordo come i primi tasselli di quella che è diventata la mia vita adesso.
Prima di tutto, si ruppe la tv.
Avevamo una tv, nella nostra casa di studenti in via Petroni, che ad un certo punto non funzionò più. E quindi, per la prima volta nella mia vita, ho provato il brivido di vivere in una casa senza tv. Inizialmente è strano, specie quando vedi le altre televisioni, al bar o dagli amici. Ti ci incanti davanti, come un topolino con il Pifferaio Magico. Con il tempo, ti accorgi di non comprendere più quel linguaggio. Specie quello delle pubblicità. Troppo veloce, troppe immagini, troppi concetti. Non lo capisco più. Piano piano, la tv diventa solo un sottofondo, se ti capita di incointrarla nelle case o nei luoghi dove ti trovi. Sta lì, come un quadro animato, un quadro di un pittore dallo scarso talento e dal ritmo monotono.

Quando sono venuta via da Bologna per vivere in una casa tutta mia, la televisione ne è rimasta fuori. nonostante gli occhi strabuzzati degli amici, che si chiedevano come facessi a vivere senza tv. Il discorso di solito era questo: beata te, hai fatto proprio bene. Ma come fai?

Il secondo piccolo mattoncino me lo ha dato un libro, abbastanza dimenticato ma per me fondamentale. Si chiama "Meglio Senza", e tratta di uno studio di un ricercatore del MIT, che per un lungo periodo vive in una comunità amish con la moglie. Me ne sono stata per giorni a fantasticare di vivere senza elettricità, come ricorderanno  i miei coinquilini e amici che vivevano con me in quel tempo.

Senza arrivare a quei punti, perchè per vivere cosi senza bisogna vivere in comunità, aiutandosi l'uno con l'altro, ha iniziato a prendere forma dentro di me l'idea di lasciare la città, lasciare la mia vita e ricominciare dalla terra.

Ci si sono messi di mezzo amori finiti, possibilità di vivere in una casa in montagna, condizioni favorevoli: e così me ne sono andata per vivere in mezzo ad un bosco.

La decrescita per me è un accrescimento quotidiano.
Ogni giorno imparo qualcosa di più: non appena lascio e scelgo un senza, ecco che mi si apre un mondo intero, un nuovo universo da esplorare.

Da quando ho scelto, causa di forze maggiori, di chiudere il mio negozio, e di fare quindi a meno di un lavoro normale (che però non mi dava nessuno guadagno, per un insieme di fattori di cui uno dei più importanti è stato sicurmaente la crisi economica) mi sono ritrovata con tanto più tempo, spazio, possibilità di apprendere e di sperimentare.

Per la società consumistica io sono senza lavoro, senza potere di acquisto, senza beni di lusso, senza reddito.
Eppure.
Ho imparato a fare il sapone, grazie agli studi universitari, alla passione per le erbe e alla sperimentazione.
E di questo no ho fatto un'arte e un lavoro, il mio lavoro.

Ho imparato a coltivare un orto. Con mille errori, e difetti, e ogni anno si impara qualcosa di nuovo.
Il macerato di ortica, il macerato di aglio, il basilico vicono ai pomodori e i porri vicini alle carote.
Coprire le zucchine con un telo appena messe a terra.
Pacciamare e togliere le erbacce.
Ogni anno il raccolto migliora, e con questo migliora la mia capacità di fare, e la soddisfazione nel vedere crescere una piantina da un seme.

Così piccino, dentro ha un intero universo.

Ho imparato a fare detersivi, cosmetici, ho imparato a fare le conserve e le marmellate. Ho imparato a fare il pane, la pasta madre, il tofu e il seitan E il latte di soia, i biscotti, il latte di mandorle.

Ho imparato a cucire, grazie a mia nonna e alla macchina da cucire che mi ha regalato alla laurea. I miei vestiti per ora sono sbilenchi e fantasiosi, ma migliorerò.

Ho imparato l'uncinetto, e a fare cappelli, quadrati, coperte, tondi e fiori. Per cucini, orecchini, sciarpe ed ornamenti.

Ho iniziato a fare i mercatini, e ho sperimentato la soldiarietà tra bancarelle, la concorrenza leale, il non sentirsi soli perchè si lavora tutti insieme.

Ho lasciato qualche sogno indietro: fare l'attrice, vivere in una grande città, essere famosa.
Ma se ci penso bene, quella non ero io, non sono io.

Io sono questa, io sono qui.
Sono qui con la mia terra, con la mia casa, con il mio uomo.
Lui, che come fa la terra fertile con il seme, ha nutrito e nutre il mio cuore, la mia arte, la mia anima.
Sono questa qui, con i miei cani e gli uccellini sul tetto della legnaia.
Quella con i capelli strani e gli occhi grandi.

Quella che sembra senza, ma se la guardi bene, oh! quanto invece possiede.






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26 commenti:

  1. ho letto questo post veramente con amore, perchè in questo momento della mia vita sto affrontando ciò che tu hai già conosciuto ed apprezzato.
    Forse è un segno del destino che proprio oggi tu abbia scritto queste parole?! Per darmi un poco di coraggio?!
    un bacione grandissimo

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    1. Forse si :)
      un bacio a te e grazie mille...e buona fortuna per tutti i tuoi cambiamenti!

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  2. cara Edera non mi stancherò mai di dire quanto sei preziosa!Non ci conosciamo di persona,ma quanto mi si è aperta la mente leggendoti...grazie :) un dolce saluto

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  3. I tuoi scritti sono sempre più belli e veri. Anche se non ci conosciamo moltissimo, in fondo, ci sento dentro quel che di te m'è parso di capire in quelle poche ore in cui insegnandomi a far sapone e creme mi hai trasmesso entusiasmo e voglia di fare...tassello dopo tassello si costruisce una storia bella di una persona che mi piace proprio.
    E, è bellissimo vedere qualcuno così felice. Almeno, oggi quando ti ho vista guardarti attorno vestita in glicine mi sei sembrata proprio così, colorata e felice :)
    Un abbraccio

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  4. Non ti conosco, ma secondo me "eri tu" anche quella che viveva in città.
    Secondo me c'è un tempo per ogni cosa, e forse se quando stavi a Bologna e volevi diventare famosa ti avessero presa e spedita in montagna, avresti sofferto tantissimo. Perchè volevi la città, e tutto quello che una città può offrire a una ragazza che se ne va di casa: l'allontanamento dal controllo parentale, la convivenza con le amiche, il sogno di innamorarsi ogni venti metri, mettere in dubbio orari e convenzioni..
    Ora non ti serve più, anzi: ti ripugna, ti affatica. Ci sta.
    Però forse dovresti sforzarti di accogliere entrambe le visioni: ricordare quanto ti ci voleva quella vita, consapevole che ora ti ci vuole questa.
    Ciaooo!

    Vale

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    1. Ciao Vale,
      sai che ti dico: che anche quando stavo a Bologna soffrivo epr la lontananza dal bosco, dalla natura, e mi rifugiavo ai guardini Margehrita, sperando di coglierei profumi della mia terra.
      Sicuramente sono stata anche diversa, sono stata anche quella che amava Bologna (e che la ama tuttora!), ma in nuce, quello che sono era già quello che ero :)

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  5. Purtroppo per adesso la montagna e l'orto devo lasciarli ad altri, ma chissà cosa riserva il futuro! Per il resto, condivido le tue scelte e cerco di praticarle come posso pur stando in una città. Fa piacere sapere che altri si sono vissuti le stesse dinamiche e immaginare di essere in questo fianco a fianco. Fa piacere immaginare di comprare il sapone fatto a mano da qualche tuo alter ego locale :D

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    1. ...e se vuoi il mio sapone, puoi sempre ordinarlo e io te lo spedisco!
      :**

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  6. Ciao Edera, questo tuo scritto è rasserenante da leggere e piacevole da condividere: anche io mi trovo in una situazione simile, e non sono mai stata così piena di gioia e di attesa.
    Grazie per le parole e le esperienze che condividi!

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    1. grazie a te, a voi, per il sostegno e per i commenti che nutrono il mio blog :))

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  7. Bellissimo post... e ora che ci penso... ti mando una mail ;)
    Lil

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  8. cara, ribadisco ancora una volta: quante cose ci accomunano!
    E' bello decrescere ed essere felici!!!
    Un abbraccio <3

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  9. E soprattutto non dimenticare che ci sono tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti e che ti vogliono tanto bene.leggere il tuo blog è come leggere un bellissimo libro anzi perchè non ne scrivi uno?? Non vedo k'ora di venire a Pozzolatico per comprare i tuoi meravigliosi saponi.Ciao
    Liliana

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    1. Grazie carissima Lil! ti aspetto a braccia aperte :)

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  10. sei fan-ta-stica.ti apprezzo molto.IAIA

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  11. quando leggo le splendide cose che meravigliosi esseri come te riescono a fare, mi scoraggio un pochino...penso che non riesco mai a fare abbastanza...
    poi però mi dico: a ognuno il suo, è bello così, altrimenti cosa posso imparare dagli altri se sono uguali a me?
    grazie per ciò che porti nel cuore ☺

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  12. io sono qui che faccio sempre più fatica ad adeguarmi a un "mondo" che sento non appartenermi, eppure ancora mi manca il coraggio di tagliare i ponti con tante zavorre. parole come le tue spronano a seguire una strada che non è facile, ma che -credo- può portare preziosi arricchimenti. grazie per la condivisione!

    PS: dopo 3 anni senza TV, per me ora è più strano dell'inizio quando la vedo nelle case degli altri. come dici tu, tutto è troppo veloce, troppe immagini, troppi concetti... mi fa quasi paura perché non riesco completamente a difendermi, distrae la mia attenzione, mi confonde...

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  13. Sono arrivata qui per caso, niente avviene a caso. Ho letto con molto piacere il tuo post, adesso leggerò gli altri, e condivido la tua scelta di vita, vivere di poco ma vivere di vita vera e a dimensione umana. Io che potrei fare questa scelta sono frenata da zavorre mentali e da responsabilità che mi bloccano, seguirti mi aiuterà a vivere meglio il mio presente.
    Lina

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  14. Anch'io sono arrivato qui per caso ed anche un pò in ritardo. Complimenti per la tua scelta di vita e la determinazione a seguirla. Hai tutta la mia invidia (positiva e costruttiva). Ho buttato la TV, resiste la radio, ma non mi sembra devastante come la prima. Per l'orto e la vita campestre farei anche io lo stesso, ma come si fa quando hai un figlio piccolo che si può vedere solo a giorni alterni?

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  15. Anch'io sono arrivato qui per caso ed anche un pò in ritardo. Complimenti per la tua scelta di vita e la determinazione a seguirla. Hai tutta la mia invidia (positiva e costruttiva). Ho buttato la TV, resiste la radio, ma non mi sembra devastante come la prima. Per l'orto e la vita campestre farei anche io lo stesso, ma come si fa quando hai un figlio piccolo che si può vedere solo a giorni alterni?

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  16. Caraaaaa...non mi sembra vero ma ho un secondino (dura -e meravigliosa!- la vita da mamma)
    Io ricordo con amore il giorno in cui a casalecchio ci dissi "ho pensato di provare ad andare a vivere nel bosco" ed io ti dissi con convinzione "FAI BENE!"..ricordo tanti di quei giorni con dolcezza ed ancora ne assaporo la bellezza ma per nulla al mondo avrei voluto fermarmi lì!
    Ti leggo sempre con piacere
    cari baci
    .manu.

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