Fuori sta nevicando. La prima neve vera, quella di gennaio. Così vicino alla Candelora, alla festa del nido, della gestazione, della luce interiore. Ed anche della scintilla dell'arte, della passione che accende l'animo. Ho preparato il mio altare per la Candelora, ornandolo di bacche rosse di Cotonastro, bulbi di Giacinto, e un'immagine di Maria con il Bambino in braccio.
La Dea ci parla attraverso molte voci: così mi dice anche Clarissa Pinkola Estes dal suo vibrante libro, che mi sono trovata tra le mani il giorno del mio compleanno, e che voglio prendere come regalo che mia mamma, da chissà dove sarà adesso, vuole farmi, lei che aveva un rapporto speciale con quello che era spirituale. Il libro è Forte è la Donna: io ho letto le prime venti pagine, ed il suo potere colmo di colore ed emozione ha già toccato il mio cuore.
una mia foto di qualche anno fa, fatta dalla mia Polly
La prima neve dell'anno ci fa sempre riflettere su quanto sia diverso vivere qui. Non posso dire che sia meglio stare qui, oppure che fosse meglio vivere in una grande città come Bologna. Quello che so è che quando, come in queste sere, vado a Firenze a teatro, oppure passo da Prato al ristorante indiano, resto incantata da tutte le sfaccettature della città. Mi piace osservare le persone, immaginare le loro storie. Curiosare dentro i negozietti vintage, raccogliere inviti e cartoline per programmi futuri.
Vivere qui significa che a volte devi rimandare incontri importanti, a cui tieni tanto, perchè nevica.
Vuol dire anche pensare bene a come fare la spesa, cosa comprare, per non rimanere senza quello che potrebbe servire. Portare la legna in casa, e la macchina in fondo al paese, per evitare di rimanere bloccata. Significa lavorare da sola, immersa nella natura, si, ma senza una collega con cui scambiare due parole per la pausa caffè (anche se la mia insostituibile collega, anche se lontana, è sempre presente grazie ad internet).
tè e caffè a casa di una cara amica, in città
Vivere qui vuol dire anche uscire di casa, passeggiare da sola nel bosco, raccogliere pigne e farne arte improvvisa. Vuol dire trovarsi con una tazza di tè verde fumante, accanto alla stufa, a rileggere vecchie poesie di mia madre-ed immaginare un progetto artistico che le coinvolgerà. Significa tornare a casa con il mio amore, a mezzanotte, alzare gli occhi e rimanere a bocca aperta, sotto un cielo limpidissimo, riempito di stelle come le clessidre con la loro sabbia.
il mio cerchio Imprevisto
Oppure, raccogliere la Salvia nell'orto, prima della gelata, e farne degli incensi naturali, per profumare la casa e scacciare le energie che ristagnano. Ecco come ho fatto :)
Piccolo tutorial per aspiranti fate dei boschi
1. Raccogliete Salvia, ma anche Lavanda, Timo, Iperico, Verbena, Cedro, Rosmarino. Prendete dei rametti, tanti quanti ve ne serviranno.
2. Intrecciate uno spago insieme a qualche tralcio di erba. Formate delle piccole bacchette magiche fatte di foglioline profumate e scacciaguai!
3. Avvolgetele in carta gialla, e ponetele in un luogo asciutto e calduccino, ad essiccare. Io poi le ho messe in un cestino vicino alla stufa.
4. Quando saranno essiccate, potete accenderle e passare in ogni stanza della vostra casa, spargendo il fumo aromatico ovunque. Attenzione a non far cadere tizzoni, spegnete la fiamma e lasciate solo che l'erba arda lentamente, sprigionando fumo profumato.
ecco come fare :)
Vivere qui mi insegna, ogni giorno, di quanto sia importante anche godersi il momento, Rallentare. Respirare. Passare mezz'ora nel bosco, osservare le foglie cadute, e trovare in quello che sembra sempre il solito paesaggio, ogni giorno qualcosa di diverso. La ritualità dei gesti quotidiani, e la possibilità di vivere dentro al ritmo naturale. A volte è difficile. Ma quanto è prezioso.