giovedì, giugno 20, 2013

Il Giardino delle Pentole


Lo sapete, amo raccogliere quello che gli altri buttano via. Quadri lasciati fuori dai bidoni della spazzatura, mobiletti di vimini, vecchi libri. Sono sempre stata, fin da bambina, una che si metteva a raccogliere per terra ogni più piccolo bigliettino di carta, sognando che dentro ci fossero informazioni importanti, una lettera d'amore, un messaggio dalle Fate.

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C'è stato un periodo che trovavo solo pentole. Pentole, pentolini, vecchi mestoli anche. Coperchi, ma soprattutto belle pentole in alluminio, grandi, capienti. Due o tre le ho dedicate alla tintura dei tessuti:come ho fatto l'altro anno, anche questa estate mi piacerebbe tingere i tessuti e farne sciarpine, e magari chissà, sacchettini per il sapone :)

Comunque me ne avanzavano ancora parecchie. Hanno trovato il loro giusto uso come porta vasi!
Così fuori dalla porta di Casa Edera ci sono pentole e pentoline fiorite



Le Margherite stanno benissimo in questa panciuta pentola di Alluminio, e passano tutta la giornata a chiacchierare sotto all'ombrellone del giardino. Credo che le Margherite siano delle gran chiacchierine, a volte mi sembra di sentire le loro voci!


La piantina grassa che la mia amica Linda mi regalò anni orsono, ha trovato dimora dentro ad una pentolina a forma di Zucca. Ha anche il coperchio! Così il sole non asciuga troppo la terra, e la piantina cresce meravigliosamente.




Ho appeso l'Acchiappasogni fuori dalla porta, insieme alla Civetta che ci protegge.




E la sera ci mettiamo fuori a leggere, a guardare le stelle, a sognare bei sogni.
Le piccole lanterne ci fanno compagnia, illuminano la strada.

Anche l'orto sta meglio! I pomodori finalmente sono cresciuti, le zucchine si stanno riprendendo e presto riseminerò misticanza e Cavolo Brasiliano, portato dalla mia Silvie.


Aspetto che fiorisca l'Iperico, per andare a raccoglierlo e preparare l'Olio di San Giovanni. Quest'anno è in ritardo, a causa del clima freddo che c'è stato fino a poco fa.

Ma aspetto con calma: ogni cosa ha il suo momento :)

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mercoledì, giugno 12, 2013

Miriam si sveglia a Mezzanotte



Questo Giugno mi sta insegnando grandi cose. La prima su tutte, che non sempre le persone sono come sembrano. O anzi: a volte le persone mostrano solo un lato, che poi si rivela essere quello più fragile. A partire da me stessa.

E' difficile parlare di quello che è accaduto senza scendere troppo nel personale, ma vorrei rimanere generica, perchè credo che ciò che è avvenuto si adatti molto a mille e mille situazioni umane.
Il discorso è sulle ragioni della guerra. Spesso gli uomini litigano tra di loro; non ci capiamo. Attribuiamo agli altri sentimenti nostri, oppure andiamo a ricercare in ogni più piccola azione dell'altro, del rivale, del nemico, una qualche giustificazione per il nostro senso di abbandono, per colmare la rabbia che sale quando ci sentiamo non compresi, non accolti.

Credo che tutta la situazione che spiacevolmente mi ha accompagnata per quasi due anni sia nata proprio da questo: una mancanza di accoglienza. Mia, in primis, perchè appunto mi sono irrigidita sulle mie posizioni. Dell'altra parte, anche, perchè ci si incaponisce, a volte, e spesso è difficile cambiare un'idea che ci si è fatta, e che giustifica il nostro agire. (potrei stare ore e ore a parlare al silenzio/ma è più difficile cambiare un'idea, diceva il vecchio Piero Pelù)

Posso affermare con gioia che la frase a me tanto cara, per uscire dal cerchio basta uscire dal cerchio, questa volta mi è stata dimostrata in semplicità e con grande coraggio.

La guerra che mi ha accompagnata per tanto tempo, giorno dopo giorno, è svanita con un confronto sereno e pacifico. Ho scoperto, lì dove vedevo odio e rancore, una sensibilità simile alla mia. Ho visto, finalmente, che la persona che per così tanto tempo mi dava fastidio, in realtà non era che un riflesso del mio stesso comportamento, delle mie paure.

Ci sono tante ragioni relative a questa mia esperienza personale, ma non voglio parlare di questa.
Voglio riportarvi la mia sensazione di profonda liberazione, e gioia, data da un sincero e leale chiarimento. Da un affrontare le cose come sono, bypassando i mezzi virtuali. La voce, il prendere in mano un telefono, o suonare ad un campanello, fare due parole, spiegarsi.

L'umanità è fatta anche di questo: tornare sui propri passi, a volte, è segno di grande intelligenza. Come rivalutare le persone, aggiustare il tiro. Dare un'altra possibilità. Aprirsi, essere morbidi ( e con questo si torna al mio post precedente).

Quello che voglio dire è che davvero si può essere umani. Mettersi in discussione, riprendere un contatto congelato per troppo dolore, o per paura. Confrontarsi con l'altro. Far cadere le nostre inutili barriere, e scorgere l'umanità, la sensibilità che è della vostra peggiore nemica.

Dire grazie a questa persona. Come colei che si sveglia a mezzanotte, per me Miriam ha portato la luce della ragionevolezza e del coraggio. Che vi devo dire: mi trovo a ringraziare quella che era la mia peggiore nemica.
Le cose possono cambiare nel giro di un attimo, se solo non facciamo scudo, se ci facciamo guidare dal cuore.

Abbiamo piantato un piccolo seme di pace, qui nell'orto delle Streghe. Starà a noi averne cura, coprirlo quando farà freddo, dargli nutrimento quando avrà fame, e acqua quando la terra sarà secca. Ma il seme è piantato, e questo seme racchiude un gesto di amore e comprensione tra due esseri umani. Che hanno sbagliato, si sono odiate, hanno litigato e fatto guerre inutili. E che poi, davvero, hanno avuto il coraggio di vedere. Prendere coscienza dei propri errori, farne tesoro, e provare, davvero, ad attuare un piccolo gesto di pace.

Non è niente: è una piccola cosa, tra due persone, una cosa risibile per chi non è dentro alla situazione, un avvenimento tra le righe. Ma ehi! ci stiamo provando. Proviamo a mettere in atto la pace, nel nostro piccolo.

Voglio dirvi che si può fare. Credetemi: si può fare. Abbiate il coraggio di guardare negli occhi la vostra peggiore nemica, e scoprirete che in fondo, quegli occhi sono come i vostri.





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martedì, giugno 04, 2013

Spontanea Mente



Sono giorni e giorni che mi rigiro questo concetto nella mente. Mi passa tra i pensieri come una caramella,
bella da vedere, e che non ti ricordi che sapore ha.
Molto da insegnare hanno le erbe spontanee. Le mie amate Erbe, che insegnano più dei libri, è vero, a che insieme a questi ti aprono le porte della conoscenza.

papavero spontaneo

Mi riconnettono alla mia anima selvaggia, selvatica. Che sta stretta nelle regole e nelle definizioni. Nelle etichette.
Non voglio fare qui il discorso da adolescente invecchiata: non è il mio caso.
Ma la mia apertura mentale, e la mia flessibilità, la mia Spontaneità, negli ultimi anni hanno subito dei tracolli.

Mi sono molto preoccupata di non dare fastidio, di non litigare, a volte di non esporre la mia idea per non creare inimicizie. Mi sono trattenuta, non ho detto invece di dire, non ho fatto, a volte, invece di fare.
Mi sono autoimposta scelte quasi nevrotiche, dimenticandomi il buon senso. E qui parlo, devo parlare anche della scelta vegan, e soprattutto della scena vegan con cui sono entrata in contatto. A parte alcune rare eccezioni, che sono amicizie care e carissime, e che vanno oltre ciò che mangiamo, devo dire che mi sono davvero trovata a disagio con il resto delle persone che hanno compiuto, come me, questa scelta.

Vedo nel mondo vegan una grande rigidità, una grandissima intolleranza. E sono io la prima a dirlo, a fare mea culpa: proprio io sono la prima ad essere rigida, ad essere intollerante.

Ma io non ero così! Ero una persona libera mentalmente, difficile da inquadrare, da categorizzare.

cipollaccio col fiocco, spontaneo


Voglio ritrovare le mie radici, la mia libertà. Farmi ricettore e contenitore, prepararmi ad accogliere una nuova vita, che, se vorrà passare da queste parti, davvero sarà una gioia infinita.

Cominciare a dire le cose come stanno. A trattare come si meritano le persone prepotenti, sleali, scorrette. E applicare il buon senso nelle mie scelte di ogni giorno. Re-imparare a valutare le situazioni da tutti i punti di vista. Tutti.

Leggevo su Terra Nuova l'articolo di un vegan che non parteciperà al pranzo delle nozze d'oro dei genitori, perchè non sarà un pranzo vegan. Trovo una rigidità eccessiva in questo atteggiamento; quel pranzo è un'occasione di condivisione, di affetto tra genitori e figlio. Immagino. Io vado ai pranzi anche con persone onnivore, e con la mia scelta, con quello che metto nel piatto mostro che si può fare altrimenti. Che si può non     mangiare gli animali, che si può vivere benissimo senza mangiare latte e latticini.

Ma se la mia vicina di casa mi offrirà una fetta di torta, fatta con amore, nella quale ci sarà un uovo, beh, non dirò più di no. Si può essere coerenti anche con una tv in casa, mi disse una volta la mia amica Jessica, con la quale poi ci siamo perdute, a causa forse, anche, di una certa rigidità.

Questo significa essere complici, essere troppo lassi? Non credo. La mia scelta e azione quotidiana continua ad essere vegan: contro gli allevamenti, contro lo sfruttamento degli animali, contro il loro essere usati come oggetti. Ma non sarò mai più ottusa.


violette spontanee raccolte per un oleolito (V.arvensis)

Immagino di dare grandi soddisfazioni ai miei detrattori, con questo post. Bene! Avete anche voi di che nutrirvi.
Io, scusate, ma abbandono la pesantezza per volare libera, selvatica, intelligentemente vegan, anzi, vegetariana che non mangia uova e latticini. Preferisco. :)





Lost in Translation - Maggio 2013
Pennarello nero su carta
Collage





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